David Robert Mitchell. Fino a qualche tempo fa non sapevo
chi fosse. Ora dopo aver visto il suo horror “It follows” lo voglio sposare.
Sul serio. Voglio andare in Irlanda e sposare quest’uomo. Gli voglio regalare
un mese di Xbox Live Gold. Voglio dargli una mano a stirare le camice. Vado
all’Esselunga e gli faccio la spesa. Voglio dedicargli una canzone folk. Gli sistemo il garage. Porto sua figlia dal
dentista. Gli erigo un mausoleo, una piramide, un cenotafio… qualcosa insomma.
David Robert Mitchell (per gli amici Dave) è un regista americano
che con “It Follows” mi ha fatto innamorare. Questo film non solo è un horror
splendido ma è anche uno spaccato della vita dei “suburbia teenagers” negli
Stati Uniti oltre ad essere una prova di abilità registica straordinaria.
La trama del film è già nel titolo: “It Follows”. Ti
seguirà (ma non su Instagram) e non ci sarà riparo sicuro perché non smetterà
mai di cercarti. Ma chi? È uno zombie multiforme capace di prendere le
sembianze di qualsiasi essere umano. Segue tutti coloro che cadono vittima di
una oscura maledizione che si trasmette mediante rapporti sessuali (io possodormire sonni tranquilli allora). Il
film a detta del regista prende spunto da una serie di sogni terrificanti avuti
quand’era ragazzo. La paura di essere seguito sembra fosse un suo chiodo fisso
e quando un regista porta sullo schermo le sue stesse fobie e ossessioni i
risultati non sono mai banali.
Il film si ispira alla tradizione classica dell’horror e
in particolar modo ai film di Carpenter (“It follows” richiama un altro titolo
composto da pronome personale + verbo: “They Live”). Il regista dimostra di
essere un grande esperto delle meccaniche dell’horror giocando con uno degli
elementi essenziali del genere: l’erotismo. Il sesso in questo film diventa
elemento di trasmissione della maledizione. Questo significa condannare una
persona ad un destino orribile mediante un atto che dovrebbe essere l’apoteosi
dell’amore. Piuttosto deviato no?
Dalla prima scena all’ultima la regia è elegante e
raffinata. L’abilità del regista è palese così come pure la sua capacità innata
di saper creare tensione e all’occorrenza repulsione nello spettatore (soprattutto
in una scena dove un ragazzo viene letteralmente ****** da *** *****) ma allo
stesso modo sa affrontare certe scene con una delicatezza inconsueta per un
film di questo genere. Sono rimasto sorpreso soprattutto dall’attenzione per i particolari:
anche i più piccoli dettagli sono messi a fuoco con una bravura eccezionale.
Vi assicuro che questi complimenti il film se li merita
tutti. Quel che più mi entusiasma è che questo è solo il secondo film del
regista, ciò vuol dire che ha tutta una carriera davanti a sé e a giudicare da
quanto visto finora c’è da augurarsi che in futuro possa
regalarci grandi soddisfazioni.
“It follows” è un film del 2014 che negli Stati Uniti è
uscito ad aprile di quest’anno mentre in Italia forse non uscirà mai essendo un
film indipendente. Vi consiglio di procurarvelo facendo ricorso a tutte le
vostre risorse ( https://www.youtube.com/watch?v=Th6PW5VwDFI
).
Antonio Margheriti
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