Eccoci arrivata alla fine di un lungo excursus sui
classici Disney durato ben cinque settimane. Spero che questa serie di articoli
v’abbia garbato perché penso di realizzare in futuro altre classifiche inerenti
a temi vari ed eventuali, magari qualcosina sui cinecomics (SPOILER!!!).
Prima di passare ai cinque classici di cui vorrei parlare
oggi però ci terrei a precisare ancora una volta che la scelta delle posizioni
e l’analisi dei titoli sono solamente opinioni personali. Inoltre sappiate che,
arrivati a questo punto, tutti i film analizzati rasentano la perfezione, e
forse qualcuno la raggiunge, quindi la differenza tra due posizioni limitrofe è
davvero ridicola. Ipoteticamente avrei anche potuto capovolgere questa TOP 5
senza stravolgere il senso della classifica, per cui se ho deciso di mettere un
film al quarto posto e un altro al terzo è solo per quel piccolo dettaglio che
me l’ha fatto apprezzare di più. Finiti i convenevoli addentriamoci per
l’ultima volta nel fantastico mondo dei cartoni animati targati Disney.
5° POSIZIONE: Aladdin (1992)
Si vola a bordo del tappeto magico muto più espressivo
della storia del cinema fino nell’antico mondo incantato tratto da “Le Mille e
una Notte”. L’atmosfera orientaleggiante è indubbiamente una delle più
riuscite: ogni nota usata come sottofondo, ogni punta arricciolata delle
calzature tipiche richiama il mondo arabo. Anche i protagonisti vengono resi
attraverso una tonalità di colore più scura per la pelle e ciò rappresenta una
novità eccezionale, Jasmine, protagonista femminile, infatti è la prima
principessa Disney a non essere raffigurata con la pelle candida, come era
stato per Biancaneve, Cenerentola e Ariel.
La più grande novità introdotta è forse però la comicità
del Genio (doppiato in originale da un neo speaker Robin Williams e in italiano
da Gigi Proietti). Irriverente, logorroico e dissacrante. Impossibile non
amarlo. Attraverso questa spalla comica inoltre viene introdotta una forte vena
citazionista che diverrà poi uno dei marchi di fabbrica della Disney del nuovo
millennio.
La storia d’amore tra Aladdin e la principessa Jasmine è sì
interessante e ben costruita, ma a tratti pecca di poca originalità, nelle
meccaniche della relazione sembra già vista. Il cattivo invece merita un plauso
particolare; Jafar infatti è un diabolico stratega senza scrupoli, uno dei più
amati personaggi dell’animazione statunitense.
Ottime, evocative e decisamente azzeccate nell’ambientazione
orientale le musiche (su tutte “A Whole New World”), anche se decisamente non
all’altezza di quelle del film alla prossimo posizione.
4° POSIZIONE: Il Re Leone (1994)
Uno dei titoli giustamente più amati di sempre. Un tuffo
nella savana, nel mondo degli animali selvaggi in cui alla legge del più forte
è associata anche un’organizzazione gerarchica della società che vede al potere
il re leone. Paesaggi mozzafiato, scene ampie e corali dal taglio
cinematografico come la sequenza d’apertura (“Azibegna”, la più bella Africa in
libertà), quella del battesimo di Simba o la tragica morte di Mufasa. Ottima
trasposizione animata dell’Amleto di Shakespeare e buone anche le altre
citazioni alle opere del misterioso autore anglosassone. La storia non è però
il punto forte di questo film, sembra a tratti un pretesto per l’introduzione
di personaggi indimenticabili e la giustificazione di canzoni meravigliose; per
cui un pretesto più che giustificato. I personaggi, sia quelli principali che
secondari, sono tutti fantastici, ben caratterizzati, colorati e simpatici fin
da subito. Timon e Pumba storiche e insostituibili spalle comiche. Rafiki; non
serve aggiungere altro. Se dovessi però indicare la vera eccezione della
pellicola direi sicuramente le musiche, composte dal sempreverde Hans Zimmer, e
le scene a queste correlate: “Voglio Diventar Presto un Re”, “Hakuna Matata”,
“Can You Feel The Love Tonight” e soprattutto “Il Cerchio della Vita”, epicità
pura.
Un film attraverso cui da piccolo ho assimilato il
concetto di morte. Quante lacrime versate su quella cassetta. Peccato che tutte
le sfaccettature del capolavoro indiscusso abbiano preso vagamente ispirazione
da “Kimba, il Leone Bianco” del celebre mangaka Osamu Tetzuka. Peccato.
3° POSIZIONE: Mulan (1998)
La Cina, il paese più popoloso al mondo, in tutto il suo
splendore: tradizioni, folklore, architetture inimitabili e paesaggi
diversificati. Viene però puntato il dito anche contro la chiusura mentale, la
divisione in classi sociali e soprattutto contro la forte misoginia che regna
sovrana. Un film che rilancia la figura della donna in una chiave molto moderna
e aiuta i bambini a sviluppare un’idea di uguaglianza tra sessi che porteranno
con loro per il resto della vita. Un insegnamento molto prezioso e profondo.
Il tratto del disegno richiama gli ideogrammi e i disegni
tipici cinesi, i personaggi risultano ironici e simpatici, soprattutto i tre
soldati caratterizzati. Mushu esilarante quasi come il Genio (peccato per la
voce della mooseca), Cri Kee e il cavallo riescono a far ridere senza parlare,
dote di pochi. Villain perfido, minaccioso, silenzioso e astuto, uno dei
migliori di sempre.
I protagonisti della Disney troppo spesso vengono
relegati a collante di altre situazioni comiche o di insegnamenti poco
interessanti, Mulan invece si impone come figura centrale e portante
dell’intero film. Cosa rimarrebbe a questo prodotto se gli venisse tolta
l’eroina con gli occhi a mandorla? Poco, quasi nulla. Mulan è il centro
indiscusso dell’opera e infatti, quando viene allontanata per un lasso di tempo
breve a causa del suo sesso, la situazione precipita rapidamente. Personalità
dirompente. Fantastica.
Il film si compone di molte sequenze azzeccate e
ispirate, ma tre di queste emergono decisamente sulle altre sottolineando la
qualità del prodotto: l’addestramento sulle note di “Farò di Te un Uomo” che
carica in maniera indescrivibile lo spettatore, a prescindere dalla sua età, la
valanga provocata dalla strategia di Fa Mulan e lo scontro finale tra i fuochi
d’artificio con annessa citazione epica al nostro caro cavaliere oscuro.
Peccato per una lentezza a tratti eccessiva in alcuni
frangenti, come ad esempio all’inizio, ma comunque eccezionale.
2° POSIZIONE: Le Follie Dell’Imperatore (2001)
Il primo film analizzato nelle prime Recensioni dellaSettimana, già storia di questo blog secolare. Cosa aggiungere allora a ciò che
avevo già detto riguardo questo titolo quasi due mesi fa? Potrei elogiare Kronk
in quanto spalla comica non-sense più riuscita di sempre, potrei sottolineare
la maturità del prodotto, privo di morali banali ed edulcorate (se non nel finale),
potrei ribadire l’ondata di novità portata da Kuzco, cinico e spietato
protagonista che stravolge totalmente i canoni classici, potrei cominciare a
citare le battute più divertenti del film ma finirei per riportare qui tutta la
sceneggiatura e ciò allungherebbe un po’ troppo questo articolo, potrei ricordare
tutte le comparse che aiutano a sostenere una pellicola che si presenta senza
molte pretese ma che vola altissimo, potrei ribadire la scena con i giaguari
nella giungla, quella del ponte o quella dell’inseguimento finale condito da
esilaranti trasformazioni (l’uomo-mucca su tutte).
Potrei, sì, ma non credo ce ne sia bisogno. Mi limito
solo a dire Capolavoro.
1° POSIZIONE: Hercules (1997)
Come superare il Capolavoro con la C maiuscola? Semplice,
con la Perfezione, anche questa con la lettera maiuscola ovviamente. Sarà a
causa del mio debole per l’epica e la mitologia greca, ma obiettivamente non
riesco a trovare difetti in questo film. Tutti gli ingredienti che in passato
avevano garantito alla Disney i grandi successi che conosciamo vengono ripresi,
ingigantiti con intelligenza e mescolati abilmente per creare IL film d’animazione
americana per eccellenza.
A partire dal protagonista tutti i personaggi, principali
e secondari sono caratterizzati alla perfezione magari attraverso pochi
dettagli esteriori o volatili battute fugaci. Phil (cioè dai, il nostro amato Presidente della Repubblica Giancarlo Magalli che doppia un satiro tozzo ma
abile nell’addestrare gli eroi deve essere l’epicità fatta personaggio), Pena e
Panico, Pegaso. Tutti meravigliosi. Un discorso a parte va fatto per Ade, allo
stesso tempo esilarante e diabolico, ridicolo e minaccioso. “Chi mi ha spento i
capelli?”. Semplicemente il miglior cattivo Disney e uno dei migliori della
storia del cinema, sicuramente tra i più iconici.
Altro grande punto a favore di Hercules è la trama,
stavolta davvero interessante, coinvolgente, movimentata e ricca di colpi di
scena: prima le origini dell’eroe, poi l’adolescenza con gli allenamenti, il
time skip, le fatiche, la gigantomachia, la storia d’amore e il successo. Densità
unica per i film Disney che in passato ci avevano abituato a film molto più
vuoti, anche se altrettanto godibili (Robin Hood, La Spada nella Roccia, Il
Libro della Giungla, ecc…). Le musiche si rivelano tutte ispirate, ma le
canzoni delle muse, utili alla narrazione, si presentano come una scelta
azzeccata e memorabile.
Epicità in ogni singolo frame. Con la triste sensazione
che un film d’animazione d’intrattenimento così perfettamente bilanciato e
completo non vedrà la luce ancora per molti anni.
Dopo aver analizzato, magari molto poco oggettivamente,
venticinque film (uff, che fatica!) direi che per i classici è tutto. E voi
cosa ne pensate? Siete d’accordo con le mie scelte e i miei giudizi? Ma soprattutto:
qual è il vostro classico preferito in assoluto? E la vostra TOP 5? Ditelo con
un commento qui sotto o nei social. A presto con una nuova classifica.
Lunga vita alla Disney, creatrice di storie magiche e
sogni senza tempo.
1 commento:
Ho indovinato solo aladdin :( ora che ho letto l'articolo, ti devo dare ragione.
Hercules re indiscusso della Disney ;)
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