E rieccoci a distanza di più di un mese per concludere il
momento nostalgico dedicato alle serie animate originali Cartoon Network. Se
avete perduto sciaguratamente la prima parte potete ritrovarla puntando con il
vostro mouse a rotella del ‘98 e cliccando con il tasto sinistro, insudiciato
dai batteri del tempo, su QUI. E perché più di un mese per pubblicare mezza
classifica (fatta anche maluccio a dire il vero)? beh perché gli impegni,
l’università, le abbuffate di Pasqua. Faccio cose, vedo persone. E poi comunque
in questo lasso di tempo ha avuto inizio una serie che avevo in mente da molto:
l’analisi puntigliosa e attenta delle metafore presenti nei film di Hayao
Miyazaki. E se vi siete persi anche questi, oltre a dovervi vergognare un po’,
potete leggere l’ultimo uscito “Il Mio Amico Totoro” QUI.
Dopo il momento della reclame direi che potremmo anche
appropinquarci alle prime posizioni.
5° POSIZIONE: Ed, Edd ed Eddy
Andavi a scuola elementare controvoglia, passavi ore di
disegnamento di cornicette che alla fine riuscivano anche a farti dimenticare
il tuo nome, mangiavi un tristissimo panino pane e marmellata (che tua mamma si
scordava sempre di togliere le croste amarognole) e poi tornavi a casa. E cosa
poteva tirarti su meglio di tre scavezza collo pronti al decollo (no, aspe…
SPOILERISSIMO)? Non si può certo dire che “Ed, Edd ed Eddy” fosse un bel
cartone animato per antonomasia. Effettivamente era realizzato in maniera
alquanto grezza e probabilmente, anche a livello di contenuti, lo stesso canale
poteva offrire un intrattenimento migliore, ma erano incredibilmente
divertenti. Una comicità bassa, ma anche nonsense, che riusciva a coprire più
fasce d’età, dai quattro ai quattordic’anni. Cioè credo quattordic’anni. Io almeno
ricordo di averlo visto fino a quell’età.
In ogni caso, in mezzo alle facce imbruttite e deformate
dei vari bambini che componevano la gang del quartiere, alcune sono rimaste
indelebili, come Tavoletta, i protagonisti con le caramelle un tantino
eccessive in bocca, il folkloristico Rolf, le sorelle Panzer, Jimmy, e tanti
altri. Un tripudio di personaggi storici, caratteristi unici. Un quadro sfocato
che all’epoca sembrava la nostra idea di apice del divertimento, e forse lo è
ancora, ma abbiamo dimenticato come si fa.
4° POSIZIONE: Mucca e Pollo
Lo stesso inconfondibile stile grafico sporco e
infantilmente volgare della posizione precedente, ma stavolta con un nonsense
che supera di gran lunga le altre componenti della serie. Tutto il resto passa
spesso in secondo piano per lasciare spazio ai deliri coinvolgenti di una mucca
e un pollo parlanti, figli di due esseri umani che guidano l’automobile con i
piedi, perché se decidi di non inquadrarli mai dal ginocchio in su e sei una
persona coerente non può che andare a finire così.
Grande punto a favore di Mucca e Pollo sono gli elementi
ricorrenti che vanno a costituire un vero e proprio mondo a parte, in cui la
sospensione dell’incredulità è inizialmente indotta non senza qualche
difficoltà, ma successivamente diventa parte integrante della comicità
differente della serie.
E come parlare di Mucca e Pollo senza tirare in ballo il
Rosso? Un personaggio odioso, arrogante, malvagio e menefreghista che sprizza
epicità da tutti i pori. Un vero e proprio emblema di un periodo, di uno stile
e una comicità non ricercata, ma alternativa che fu e poi non fu più. E non c’è
Tennison che tenga; il Rosso rimane il Rosso di Cartoon Network.
3° POSIZIONE: Le Tenebrose Avventure di Billy e Mandy
Da qui in poi potreste anche ribaltare completamente le prime
tre posizioni che mi andrebbe bene comunque. Billy e Mandy (costola di Hector
Polpetta - che mi ha rubato preziose ore d’infanzia con i suoi innocui giochini
sul sito di Cartoon Network) è tendenzialmente indefinibile come cartone
animato. Riesce a fondere contemporaneamente comicità gretta (Billy), black
humor basilare (Mandy), gotico, avventura, fantastico e altri generi che forse
ancora non esistono (come quei testi che Lo Stato Sociale posta ogni sera per
dare la buonanotte agli statini). Un mix insomma che soddisfa tutti senza però
abbassare il livello d’intrattenimento a livello Casa di Topolino.
Ciò che mi ha sempre stupito di questo cartone sono
indubbiamente le storie che sorreggono perfettamente una comicità non sempre
autoreferenziale: intrecci di vita, morte, misticismo, alchimia e dei greci.
Una serie indubbiamente irriverente e divertente che intrattiene senza stancare
mai, da zero a novantanove anni.
2° POSIZIONE: Il Laboratorio di Dexter
Questo era il cartone della domenica mattina su Italia 1,
quelle domeniche mattina che si poteva restare a letto a dormire, ma alle 8,
dopo un giretto nel lettone di mamma e papà si finiva davanti alla televisione.
Rigorosamente sul sei. E si partiva con il volume basso per non disturbare la
famigliola felice, ma ogni 10 minuti si aumentava di 5, in modo da arrivare a
112 spaccatimpani prima della messa.
“Il Laboratorio di Dexter” era la materializzazione degli
innocenti e fantasiosi viaggi mentali dei bambini degli anni ’90. E se si
potesse fare? E se fosse possibile premere un bottone per scatenare tutto ciò?
Dexter, dal suo laboratorio sotterraneo, rendeva possibile la fantasia e
premeva quel bottone rosso che avevamo solo immaginato. Puntate epiche,
personaggi carismatici e invenzioni sempre più innovative. Una serie senza la
quale probabilmente non avremmo la disneyana Phineas e Pherb, e molti altri
cartoni affini. E poi quella sigla. Quella Sigla! Ma non fatemi dilungare oltre
che per parlare di sigle di tempo ce ne sarà (spoiler).
1° POSIZIONE: Leone il Cane Fifone
E qui andiamo totalmente oltre le più rose aspettative in
presenza di un cartone animato. “Leone il Cane Fifone” rompe gli argini non
delineati del filone corrente e risale il fiume per ricongiungersi al cinema da
cui tutta l’animazione ha avuto origine. Leone è parodia, è comicità
irriverente, è citazionismo sfrenato e divertimento spassionato.
Ricalcando la struttura di X-Files del mostro della
settimana, Leone riprende molte storie mitologiche o storiche del cinema
mondiale e le traspone in uno show per bambini a metà tra l’horror e il
grottesco, senza paura di eccedere e di impressionare, ma rimanendo fedele ai
proprio cardini comici inimitabili.
Una serie che tuttora cerco e riguardo con enorme piacere
e passione, nonostante il progressivo calo qualitativo dovuto al tempo. Ma cosa
chiedere di più? il traino dalle favole Disney al mondo dell’orrore attraverso
un cane rosa, due anziani coniugi e una casetta sperduta nella città di Altrove.
E, ad essere sinceri, qualche puntata ancora mi inquieta.
E ci siamo. Un’altra classifica è faticosamente giunta al
termine. Spero di aver risvegliato in voi momenti più che ricordi, attimi d’infanzia,
riti fanciulleschi e spensieratezza libera. Spero che anche voi ricordiate con
piacere le vostre serie. Se non dovessimo vederci prima, ci rivediamo quindi
alla prossima classifica (vedi spoiler).
Nessun commento:
Posta un commento