Il racconto dei racconti - Tale of Tales (2015) è un film
co-scritto e diretto da Matteo Garrone e presentato in concorso al 68esimo
Festival di Cannes.
Il film è tratto dalla raccolta di fiabe di Giambattista
Basile “Lo cunto de li cunti”. Il libro di Basile è composto da ben 50 fiabe
napoletane mentre il film di Garrone ne riporta
sullo schermo solamente tre.
La prima è la storia di un re (John C. Reilly) e di una
regina (Salma Hayek) che non riescono ad avere un figlio (incipit classico di
molte fiabe famose) e si rivolgono ad un losco figuro che consiglia loro di uccidere
un drago marino e farne mangiare il cuore alla regina. La regina riuscirà alla fine a rimanere gravida
ma...
La seconda è la storia di una principessa (Bebe Cave) che
vorrebbe trovare marito , il re suo padre (Toby Jones) non è però disposto a
perderla. Alla fine il re cede, indice un torneo per la mano di sua figlia ed
escogita una prova così difficile che è sicuro che nessuno sarà in grado di
superarla ma...
La terza è la storia di un re lussurioso (Vincent Cassel)
che non è mai sazio dei piaceri della carne. Un giorno sente un dolce canto e ne
rimane stregato. Credendo che si tratti della voce di una vergine si reca a
bussare alla casa dalla quale provengono le note leggiadre ma...
“Il racconto dei racconti” è molto diverso rispetto ai
film precedenti di Garrone eppure in realtà sotto alcuni aspetti è anche
simile. In film come “Gommora” e “Reality” lo stile usato era iperrealistico,
in alcuni casi quasi grottesco e quindi verrebbe da pensare che un registro
stilistico simile non sia adatto per un
film fiabesco, ma se si guarda con
attenzione anche in questo film sono presenti elementi di realismo ad
esempio nei volti dei personaggi, negli
abiti, nella scelta di usare castelli e palazzi reali e non creati al computer.
Il regista ha usato il suo stile particolare anche qui operando un rinnovamento
generale, più che un film fantasy in questo caso si può parlare di un film
fiabesco all’italiana. Garrone con questo film reinventa il genere fantasy. “Il
racconto dei racconti” può essere definito come uno “spaghetti fantasy” perché
pur mantenendo invariati i temi chiave del film fantasy classico propone uno
stile estetico e narrativo diverso.
Garrone non prende spunto per il suo film da tradizioni
fantastiche nordiche o anglosassoni ma
si rifà ad un libro di fiabe napoletano,
fa riferimento quindi a storie e racconti della sua terra ed è per questo
che il film risulta così autentico e particolare. Se Garrone avesse deciso di
imitare pedissequamente gli stilemi del fantasy americano a mio parere ne
sarebbe uscita una schifezza, per fortuna ha scelto di osare sperimentando
nuove vie ed il risultato è spettacolare. Con questo film Garrone ci dimostra
che si può fare un film fantasy anche senza budget esagerati e che le fiabe
napoletane possono essere meravigliose tanto quanto quelle nordiche.
Il film è originale e insolito e si discosta dal fantasy
convenzionale anche per esigenze pratiche, come spesso accade infatti è proprio
la necessità che aguzza l’ingegno. Garrone non poteva contare sui budget
stellari dei blockbuster americani e ha dovuto quindi inventarsi delle
soluzioni alternative per ovviare a
questo problema e devo dire che ci è riuscito egregiamente: gli effetti
speciali sono realizzati molto bene e le scenografie sono magnifiche. Le
ambientazioni sono incredibili e le location scelte per il film sono
azzeccatissime: i castelli, i villaggi di contadini e i boschi hanno un fascino
magico unico.
Il finale è forse l’unico punto debole del film. Alla
fine infatti il film si conclude all’improvviso lasciando in sospeso le sorti
di alcuni personaggi, rimane quindi allo spettatore il compito di immaginare
una conclusione per le loro vicende. Un finale forse affrettato che però non
riesce a rovinare un’opera così
splendida.
La scelta degli attori è stata egregia: Toby Jones, Salma
Hayek e John C. Reilly sono perfetti per i loro ruoli e recitano in modo
eccellente ma mi ha colpito più di ogni altra la prova di Vincent Cassel che
risulta molto a suo agio nel ruolo del re libidinoso. Questo era il primo film
di Garrone in lingua inglese e posso assicurarvi che ha superato la prova e si
è dimostrato in grado di dirigere non solo cast di semisconosciuti come nei
suoi film precedenti ma anche un cast di
attori internazionali. Garrone si conferma uno dei registi italiani più in
forma del momento e con questa perla del cinema ci ha rappresentato
egregiamente all’ultimo Festival di Cannes.
Antonio Margheriti
Nessun commento:
Posta un commento