giovedì 2 aprile 2015

NBT: 5 SIMPATICI CONSIGLI

Buondì gentaglia,oggi mi sento in vena di consigliarvi qualche buon album musicale che probabilmente non avete sentito o di cui magari non avete neanche sentito parlare. Il genere e l’ordine sono puramente casuali e la scelta dei dischi è interamente basata sui miei gusti personali, quindi potrebbe capitare dentro di tutto. Ok pronti? Partiamo...


Iron Maiden – Somewhere in Time (1986)
“Gli Iron Maiden? Che scelta originale!” Si si, so a cosa state pensando stronzetti, ma non ho potuto resistere e quindi eccoci qui. L’album in questione è del 1986 e non è di certo uno dei più conosciuti della Vergine, eppure è in assoluto uno dei più complessi e meglio realizzati che Harris e soci siano mai stati in grado di realizzare. Questo Somewhere in Time è un vero e proprio concentrato di pezzi fantastici ed è stato il primo disco dei Maiden ad introdurre l’utilizzo dei synth alle chitarre ed al basso; ciò, assolutamente all’avanguardia per il periodo, fece in modo che il suond fosse glaciale, con sovra incisioni su sovra incisioni di chitarra che andavano a formare dei pezzi corposi ma spigolosi e taglienti come rasoi. Piccoli capolavori come Caught Somewhere In Time, Wasted Years, Stranger In A Strange Land, The Loneliness Of the Long Distance Runner e la maestosa Alexander The Great (gli assoli presenti in questo pezzo sono capaci di curare il cancro) non dovrebbero mancare nella playlist di chiunque.



New York Dolls – New York Dolls (1973)
Caratterizzati da un look da puttanoni di strada e da un sound che si rifà sia agli Stooges sia ai Rolling Stones, i New York Dolls possono tranquillamente essere definiti come i padrini del glam punk, e questo disco, ovvero il loro debutto discografico, il migliore in assoluto del genere. Il pezzi sono casinisti, confusionari, quasi depravati in alcuni frangenti, ma mai banali e mai ridicoli; non stiamo parlando di un semplice disco, qui si è fatta la storia del punk e si sono gettate le basi per quello che sarà il look principale di ogni artista che suoni roba glam, rock, punk o metal che essa sia. Ah a proposito, nella line up del gruppo spicca il mitico chitarrista Johnny Thunders...Come dite?Non sapete chi sia? Dai, Johnny Thunders! Quello di Born To Lose! Ah, non ne avete mai sentito parlare? Vabbè dai niente.



Eskimo Callboy – Crystals (2015)
Gli Eskimo Callboy sono il gruppo più assurdo (sia in senso positivo sia negativo) in cui mi sia mai capitato d’imbattermi. Il loro ultimo disco, Crystals, è uscito da sole due settimane ma è già alle vette della mia classifica personale dei dischi più senza senso che abbia ascoltato. Questi giovani ragazzi tedeschi mischiano in una maniera geniale (?) il metalcore alla Asking Alexandria con musica dubstep o electrocore alla Enter Shikari, per intenderci. Il risultato è quanto di più geniale, devastante, stupido, assurdo e coinvolgente che voi possiate ascoltare e questo ultimo loro lavoro (a mio parere il loro migliore) ne è la summa perfetta. Sono relativamente giovani, quindi chissà cosa potrebbero avere in serbo per il futuro, ma per ora godiamoci (?) Crystals. Gli Eskimo Callboy sono gruppo perfetto da mettere su per far incazzare le persone con voi in macchina, ve l’assicuro.



The Vintage Caravan – Voyage (2013)
Psychedelic rock dall’Islanda. Non basta questa frase a invogliarvi all’ascolto? No? Beh allora vi dico anche che i Vintage Caravan sono un trio che suona in maniera fantastica, prende spunto da tutti i mostri sacri degli anni sessanta e settanta e vi farà sciogliere il cervello dalla felicità e dalla nostalgia. Hard rock e psichedelia, mescolati con perizia ed incanalati in un sound eplosivo e graffiante che pochi gruppi di adesso sono capaci di produrre. Il cantante e chitarrista Óskar Logi Ágústsson è un animale, suona come un fuoriclasse ed ha una voce sensazionale ed abrasiva. I superlativi sono riduttivi, questa è una chicca da non perdere assolutamente.



Santa Cruz – Santa Cruz (2015)
Album dell’anno, album dell’anno, album dell’anno. Non riesco a non pensarla così, dato che l’omonimo disco dei finlandesi Santa Cruz (anche se non il è primo ma il secondo) è un capolavoro. Aaaah quante volte questa parola è stata usata a sproposito, ma non è questo il caso: stiamo parlando di un hard rock scintillante, bombastico, pompato ed adrenalinico a dir poco. Archie (voce e chitarra) e Johnny (chitarra) massacrano le corde delle loro Gibson tra assoli alla velocità del suono e riff granitici che tirano giù i muri; le melodie poi sono quanto di più azzeccato abbia mai ascoltato, con cori esaltanti e coinvolgenti in una maniera assurda, roba da pazzi. Non mi capita spesso di sbilanciarmi in tale maniera, ma questo disco è davvero una delle cose più belle su cui abbia mai avuto l’opportunità di mettere le mani negli ultimi tempi, sembra uscito direttamente dagli anni ottanta. Questo è uno di quegli album che tutti dovrebbero ascoltare, ma proprio tutti, per capire cosa si intende per davvero quando si parla di hard rock.

Spero di aver allietato il vostro sicuramente produttivo pomeriggio con questi simpatici consigli, cari lettori. Ora vi lascio alle vostre faccende, a presto!

Cristiano Chignola


Nessun commento: