domenica 19 agosto 2018

ANTMAN AND THE WASP È COSÌ INUTILE?

Nella decennale esperienza del MCU dobbiamo collocare nella gusta posizione il secondo capitolo dedicato all’uomo formica: si tratta senza dubbio di un Marvel minore, e la data d’uscita in pieno periodo estivo si trova in continuità con la natura stessa del film. Allora dobbiamo valutare diversamente il tipo d’intrattenimento cercato e voluto per Infinity War rispetto all’immediatezza di una commedia con poche pretese come Antman and the Wasp. Proprio per questo la pellicola di Payton Reed arriva nel momento opportuno a smorzare i toni, a variegare l’offerta e ad allungare i tempi d’attesa per il vero evento dell’universo Marvel: la resa dei conti con Thanos che tutti attendiamo dopo la disfatta totale di Avengers 3. Ma le intenzioni propizie non oscurano una resa altalenante delle idee degli sceneggiatori e alcune cadute che minano la riuscita della pellicola. La leggerezza di Antman 2 tende spesso alla frivolezza e il valore aggiunto di un’opera “tattica” rischia spesso di tramutarsi nella sua debolezza.


La domanda è: quando è Antman and the Wasp?
Per l’intera durata della pellicola, memori della totalità dell’avvento di Thanos, ci si interroga sulla collocazione temporale delle nuove avventure di Scott Lang per non ottenere una risposta soddisfacente, o almeno non prima della prima scena post-credit, che lascia comunque perplessi per le modalità e la scelta fatta, efficace, sì, ma anche infelice. Antman è rimasto il solito antieroe sopra le righe, collocato in un contesto che gli calza a pennello. E in questo sott’universo rientrano alla perfezione anche i personaggi secondari e le situazioni che vengono a crearsi con la tuta del protagonista. Quindi, se riguardo la figura del personaggio interpretato da Paul Rudd ci sono poche variazioni rispetto al primo capitolo, è sull’intreccio che dobbiamo concentrarci per analizzare l’opera. E l’intreccio prende piede da una soluzione in sé originale, potenzialmente entusiasmante, che tocca gli angoli oscuri del mondo quantico per poi ridursi ad una scaramuccia tra pochi sgherri, una villain mal sfruttata e un deus ex machina imbarazzante per la sua sfacciata semplicità (come imparai a salvare capra e cavoli e ad amare la bomba). Quando tende a perdersi alla ricerca della risata facile, il film mostra la sua vera natura caciarona; quando invece lo spirito della pellicola tocca un intreccio potenzialmente dignitoso si sfora nella superficialità, e sono evidenti i punti esatti in cui gli sceneggiatori hanno volutamente cercato di far primeggiare la comicità, talvolta forzata, sullo sviluppo di un’opera più riuscita. La superficialità quindi regna sovrana e il giudizio del pubblico resta certamente influenzato dalla voglia e dalla capacità di soffermarsi ad un livello basico nella visione di un film. Per questo motivo ha senso la scelta di collocare l’uscita del film nel periodo estivo, per andare in contro alla minori pretese del pubblico vacanziero, in grado di godere anche della semplice superficie.


Se la superficie tradisce alcune falle narrative, la forma dell’opera dà libero sfogo alla creatività del regista. Il gioco di forme garantisce un’azione mai banale, fresca e divertente che si rivela essere il cuore della pellicola. Talvolta le sequenze dialogate sembrano essere dei raccordi tra i momenti topici in cui i protagonisti si rimpiccioliscono e si ingrandiscono a piacimento (o quasi), e lì Antman and the Wasp torna ad avere un carattere proprio, torna a proporsi come un’alternativa al modello classico dell’azione da cinecomic.


Il secondo capitolo di Antman è in generale un film con poche pretese che tenta di raffazzonare una trama passabile dietro un divertimento spicciolo e un pizzico di fan service. Quando l’asticella tende naturalmente ad alzarsi, il film si spende prontamente per tornare su binari conosciuti e basici. L’opera di Reed vive di qualche picco interessante, molti bassi e una buona dose di risate. Se cercavate un compendio al colpo fragoroso di Thanos potete tranquillamente evitare questo capitolo della più costosa serie tv della storia e aspettare direttamente Captain Marvel. Se invece avete nostalgia della sala cinematografica e cercate un’alternativa agli horror di serie Z che pullulano in questo periodo, potreste passare una piacevole serata. Il passatempo dell'uomo formica dura appena una visione, termina con un sorriso e apre il campo a ciò che di maestoso verrà.