lunedì 20 aprile 2015

TOP 5 CLASSICI DISNEY SOTTOVALUTATI

Mentre stilavo la classifica dei migliori classici Disney all time ho notato che alcuni di questi hanno ottenuto nel tempo valutazioni discrete, o talvolta appena sufficienti, che però, a mio parere, non rispecchiano il vero valore dei titoli in questione. Per questo motivo, e per aumentare l’hype relativo alla prima parte della classifica principale, ho deciso di stilare una top 5 dei classici più sottovalutati.



5° POSIZIONE: BASIL L’INVESTIGATOPO (1986)
Il periodo nero della Disney. Se vale il detto “non è tutto oro quel che luccica”, vale anche l’opposto. Come non si potrebbe provare interesse e simpatia per un topo che vive sotto l’alloggio 221B di Baker Street a Londra? La traslazione delle storie di Sherlock in un universo parallelo popolato da topi antropomorfi è davvero ben riuscita. Basil rappresenta il primo vero giallo animato per la casa di produzione americana che riesce a mantenere nella trasposizione cinematografica lo spirito tipico delle opere di Arthur Conan Doyle. Basil estremamente intelligente, ma poco sensibile (almeno apparentemente) ed eccessivamente sicuro dei suoi mezzi, Rattigan cattivo d’eccezione che riprende la genialità meschina e subdola del famoso professor Moriarty.
Trama purtroppo a tratti troppo semplificata e sbrigativa; comparto tecnico sottotono. Tre scene però sostengono tutto il film: il rapimento traumatico dell’inventore all’inizio, la fuga di Basil e Topson dall’ingegnosa trappola e l’indimenticabile duello finale tra il protagonista e un Rattigan indemoniato e traumatizzante (per noi poveri bimbi) sul Big Ben che sovrasta l’intera città di Londra.
Film purtroppo sottovalutato. Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio.



4° POSIZIONE: ATLANTIS - L’IMPERO PERDUTO (2001)
Miti e Leggende. La vita dell’uomo è da sempre resa più interessante da storie fantastiche e dense di mistero. Quando queste incontrano l’animazione classica americana nasce Atlantis. Il protagonista, con il sogno del nonno esploratore negli occhi, parte alla scoperta della città sottomarina accompagnato da un gruppo di personaggi sui generis la cui caratterizzazione troppo spesso eccede nella caricatura e l’eccessiva densità di dettagli toglie loro l’aria di macchiette che avrebbero dovuto avere secondo il progetto del film. Milo invece è perfetto, caparbio e insicuro, intelligente e ingenuo, uno dei migliori personaggi Disney di sempre. 
La trama ruota attorno al voltagabbana del gruppo di esploratori che accompagnano il giovane protagonista. Chi sono gli amici? Chi sono i nemici? “Pocahontas”, “La Strada Per El Dorado” e i romanzi di Jules Verne vengono mescolati per creare un’ambientazione evocativa e surreale che rende il film vecchio ma nuovo, innovativo solo in parte. Le scene legate a Kida sono meravigliosamente vive e visivamente fantastiche. Interessante la mitologia della popolazione di Atlantide. Da vedere e rivedere lo scontro finale con i protagonisti positivi a bordo di moto-pesci steampunk.



3° POSIZIONE: BIANCA E BERNIE NELLA TERRA DEI CANGURI (1990)
Raramente la Disney inserisce i sequel dei classici nella stessa sezione, ma l’eccezione fatta per “The Rescuers Down Under” è ben giustificata. Se il primo capitolo era stato un flop sia commerciale che qualitativo e aveva ammorbato una generazione di bambini con una lentezza soporifera e con dei personaggi piatti e noiosi, il secondo rilancia l’intero franchise riprendendo i pochi elementi positivi e affiancandone a questi altri molto validi e interessanti. L’Australia funziona perfettamente come ambientazione per un film incentrato sull’azione, la storia avventurosa coinvolge ed appassiona e il cattivo memorabile ricorda per atteggiamenti e minacciosità quello che sarebbe poi stato Clayton per Tarzan qualche anno dopo. Bianca e Bernie confermano di essere personaggi simpatici, ma di non saper reggere un intero film da soli; per questo vengono affiancati da Cody, ragazzo locale che vive a contatto con la natura e che i due topini dovranno salvare dal malvagio bracconiere. L’avventura è però la vera protagonista della pellicola. Si respira un’aria fresca, nuova e libera immersi nella natura unica ed inimitabile presente in Oceania. Buone le musiche. Standing ovation per la scena del volo sull’aquila. Spettacolo.



2° POSIZIONE: LILO E STITCH (2002)
Agli inizi degli anni 2000 la Disney era in una fase di cambiamento e rischiava di sfornare prodotti di transizione ambientati in location già viste e quindi poco ispirati. Rischiava di ripetersi cercando di forzare la mano su filoni già ampiamente sfruttati. Il nuovo studio situato in Florida, precisamente ad Orlando, dimostrò invece che la vena creativa di Topolino e soci era tutt’altro che esaurita fondendo il filone fantascientifico, mai davvero sfruttato a fondo dal vecchio Walt, e le Hawaii. Connubio quantomeno bizzarro che, a dispetto della aspettative, funziona soprattutto grazie ad un’ambientazione fresca e accattivante, a disegni sporchi e folkloristici e a musiche perfette tra cui Elvis e l’indimenticabile “He Mele No Lilo”. Sfondi ad acquarello che sembrano quadri di Gauguin.
I personaggi, sia gli umani che gli alieni, ispirano simpatia a prima vista, sono ben caratterizzati e subito riconoscibili. Tra questi però spicca la dolcissima e problematica Lilo. Stitch è fantastico e sarebbe perfetto se non fosse per il marketing sfrenato che è stato creato attorno alla sua figura e che ha in parte oscurato la bellezza del film stesso. 
Finale più maturo di quanto ci si potrebbe aspettare; rapporto Lilo-Nani commovente, toccante e realistico. Un plauso enorme alla serie tv animata tratta dal film.



1° POSIZIONE: IL PIANETA DEL TESORO (2002)
Rivisitazione in chiave steampunk-futuristica de “L’Isola del Tesoro” di Stevenson. Il giovane Jim Hawkins trova una sfera dorata contenente la mappa per il tesoro di Flynn e decide di salpare alla volta del Pianeta indicato dalla mappa stessa. Jimbo personaggio perfetto, con gli stessi pregi di Milo di “Atlantis”, ma con l’aggiunta di incertezza e insoddisfazione che immortalano realisticamente le difficoltà dell’adolescenza; quel momento della vita che tutti passano in cui ci si sente fuoriposto, inadeguati rispetto al mondo che ci circonda. Long John Silver enigmatico, accattivante e, a dispetto dell’aspetto fisico, molto realistico come personaggio. L’allontanamento dal mondo reale ha permesso di ottenere in maniera inaspettata il risultato opposto, ossia il realismo nelle azioni, nei pensieri e nei comportamenti dei protagonisti. 
Lo spazio sconfinato fa da sfondo alle avventure di questo improbabile equipaggio. L’ambientazione risulta accattivante, ispirata e perfettamente amalgamata con lo spirito e la trama dell’opera letteraria a cui si rifà la pellicola. Lo spazioporto sulla Luna e la traslazione dall’ “Isola” al “Pianeta” sono due perle che risplendono in una sceneggiatura già ottima. Musiche azzeccate (“Ci Sono Anch’Io”, cantata in Italiano da Max Pezzali). Rispetto della trama e dello stile avventuroso di Stevenson; sarà un piacere per gli appassionati del libro scoprire come sono stati riadattati molti particolari del libro. Finale coinvolgente, frenetico ed entusiasmante. Un ottimo classico che merita più rispetto e attenzione rispetto a quelli che ha attualmente. 

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