Nell’ultimo commento agli episodi conclusivi della prima
stagione avevo posto l’attenzione sugli ultimi dieci minuti dell’ottavo
capitolo in cui, in maniera a dire il vero un po’ raffazzonata, gli
sceneggiatori hanno tentato di inserire una serie di elementi di continuità
interrotta che potessero dare un senso ad una seconda stagione e che
generassero un sentimento d’attesa nel pubblico. In questo articolo, dopo aver
sviscerato gli elementi significativi del finale, fino alla scena della scomparsa
di El, vorrei focalizzarmi sulla preparazione della seconda stagione,
ipotizzando ciò che potrebbe essere dei nostri ragazzini preferiti.
Innanzi tutto la gestione della logicità temporale: riguardando
l’ultimo episodio mi sono accorto del particolare montaggio di un paio di scene
in successione. Se volessimo prendere in un tempo continuato, caratterizzato
dalla successione naturale, le scene che ci vengono mostrate, avremmo l’azione
telecinetica ultima di El antecedente al ritrovamento di Will nell’Upside down.
In seguito a questo evento, veniamo direttamente trasportati all’istante in cui
i genitori riabbracciano i figli scappati e Will si ritrova in ospedale con la
madre e il fratello. Dobbiamo quindi presupporre che Hop, Joyce e Will siano
usciti dall’Upside down attraverso un portale soltanto dopo la scomparsa di El,
la quale non avrebbe definitivamente chiuso i collegamenti fisici tra le due
dimensioni, ma soltanto scacciato e probabilmente ucciso il mostro che
minacciava i protagonisti. Per cui, nella seconda stagione, i legami con l’alta
dimensione sarebbero ancora presenti e significativi, al di là della presenza
dei mostri (o del mostro) che prima popolavano il bosco negativo. Una scelta
complessa, quella di voler mantenere in piedi l’elemento giustificatore del
filone narrativo della prima stagione in questo modo, senza dare spiegazioni
chiare, ma lasciando degli indizi nel montaggio delle scene.
Dopo la fantastica scena in cui i ragazzini si ritrovano
finalmente attorno al letto d’ospedale di Will per raccontare all’amico
scomparso i fantastici eventi occorsi in sua assenza, la telecamera si sposta
su Hopper, incamminatosi presumibilmente sulla via di casa. Lo sceriffo viene
fermato da due uomini in nero che riportano inevitabilmente il pensiero ad un’organizzazione
statele, come quella del dottor Brenner. Questi uomini lo invitano a salire in
macchina con loro e l’azione si sposta ad un mese dagli eventi correnti. Per capire
questa scena, anche noi ci spostiamo in avanti nel tempo per vedere Hopper
lasciare delle provviste e dei pancakes in una scatola di legno fissata nel
bosco, probabilmente lo stesso bosco che era stato cornice degli eventi del
mese precedente. I pancakes ci ricordano volontariamente una delle ossessioni
di El, facendoci intendere che la ragazzina sia ancora viva e che si aggiri per
il bosco. A questo punto possiamo dedurre che gli uomini in nero avrebbero
assegnato a Hopper il compito di vegliare su El, lasciandola allo stato brado
nella boscaglia, ma perché tutto ciò? Sorvolando sulla questione della
scomparsa di El, evento che, in una serie incentrata sul paranormale, può
trovare spiegazioni altre che noi non riusciremmo mai ad immaginare prima di
averle viste sullo schermo, perché lasciare che una bambina, seppur dotata di
poteri sovrannaturali, passi un rigido inverno dell’Indiana sola nel bosco,
quando, attraverso le ricerche di Hopper e Joyce, siamo venuti a conoscenza
dell’esistenza della madre di El e soprattutto della zia, decisamente più
adatta ad occuparsene? Probabilmente devono esserci dei motivi per trattenere
la ragazzina in zona, nello stesso luogo in cui i portali si sono aperti per la
prima volta e non sono mai stati richiusi. Riflettendo sulla questione ho
ipotizzato che El possa essere la chiave attraverso cui l’organizzazione
statale riesca a tenere a freno le incursioni di esseri dall’altra dimensione,
una sorta di tappo tra i due mondi, ma per fare ciò è necessaria la sua
presenza nella zona esatta della comparsa del primo portale. L’isolamento
invece potrebbe essere una scelta della ragazzina stessa, probabilmente
intimorita dai suoi stessi poteri, manifestatisi nel momento della scomparsa,
durante l’attacco del mostro, e per questo intenzionata a preservare l’incolumità
dei suoi giovani amici e delle loro famiglie tentando di vegliare su di loro
senza davvero intrattenere dei rapporti diretti con la civiltà locale.
Presa per plausibile questa teoria, ci troveremmo in una
situazione di stallo abbastanza delineata, la quale potrebbe essere rotta
solamente da un evento improvviso e inaspettato, un’incursione dell’altra
dimensione attraverso un canale secondario e imprevisto. Per cercare di spiegare
anche quest’ultimo elemento, ci viene in aiuto la sequenza finale dell'ultimo episodio, in cui vediamo la famiglia Byers riunita per celebrare il Natale. In
questa circostanza, l’equilibrio venutosi a creare nelle scene ambientate un
mese dopo la resa dei conti si rompe inesorabilmente nel momento in cui Will,
assentatosi momentaneamente dalla cena, sputa una sorta di tentacolo che
ricorda molta da vicino quello attraverso cui era stato intubato nell’Upside
down, prima che Joyce e Hopper lo trovassero. Questo significa che qualcosa, di
quella vegetazione viva, è ancora dentro di lui e, anche se al momento non lo
condiziona nella quotidianità, potrebbe farlo in futuro. Interessante è anche
la scena in cui, per qualche attimo, Will rivede le pareti del suo bagno come
se si trovasse all’intero dell’altra dimensione. Questo particolare si
ricollega alla necessità, espressa poc'anzi, di avere un elemento di rottura
nell’equilibrio delle dimensioni, qualcosa che rompa gli schemi che avevamo
ormai imparato a conoscere nel corso della prima stagione. Non so se questa
presenza nel corpo di Will si rivelerà un principio di trasformazione, se
faranno di lui un prototipo del mostro ma certo è che sarà il suo personaggio a
portare la serie ad una seconda stagione, aggiungendo il mistero e
riallacciando i rapporti tra i nostri piccoli eroi e l’Upside down. In ogni
caso questo trapianto all’interno del corpo del ragazzino rapito potrebbe
spiegare perché il mostro abbia scelto di non uccidere subito Will, ma di
risparmiarlo, a differenza di Barb. Un interrogativo che ci trasciniamo da
qualche tempo.
Stranger Things, una serie conclusa in maniera
frettolosa, che potrebbe in realtà mostrare un potenziale di mistero ancora
inespresso, tra nuovi portali, nuovi mostri e vecchi meravigliosi protagonisti.