FILM: The Martian (2015)
Dai, fate la battuta e poi cominciamo. Dite che l’America
ha speso miliardi per recuperare Matt Damon, prima in guerra e poi perso per
lo spazio, quest’ultima circostanza ripetutasi per ben due volte in poco circa
un anno. Fatta? Avete ridacchiato da soli? Bene, cominciamo.
The Martian rappresenta il ritorno di Ridley Scott sui
livelli che l’avevano reso grande in passato, dopo anni di tentativi falliti e
forse di sceneggiature poco adatte alla mano del regista e al suo stile. In seguito
ad una tempesta (senz’acqua), un gruppo di astronauti è costretto a lasciare
Marte nel bel mezzo di una missione esplorativa. Prima di riuscire a
raggiungere la navicella, però, il botanico del gruppo, Damon appunto, viene
scaraventato lontano e, presi dall’agitazione del momento, i suoi compagni di
viaggio lo abbandonano sul pianeta rosso credendolo morto sul colpo. In realtà
così non è e il protagonista, una volta ristabilitosi, dovrà cercare di
sopravvivere prima dell’arrivo dei soccorsi, che, considerando la distanza
Marte-Terra, non sono proprio immediati. Da questo momento in poi la storia si
sviluppa su due frangenti lontani minuti luce ma uniti nella volontà di non
cedere alla morte: da una parte Matt comincia una coltivazione di patate su un
pianeta decisamente non fertile e tenta di resistere ad ogni casualità avversa,
dall’altro invece la Nasa si attiva per la programmazione di nuove missioni
spaziali volte al salvataggio del malcapitato astronauta. Una duplice
narrazione che mantiene lo spettatore con gli occhi incollati allo schermo e
che evita di mostrare momenti di stanca cinematografica legati ad
un personaggio che sostanzialmente non riesce a comunicare con nessuno se non
con delle gopro (ehm, product placement?). Lo sviluppo è buono e Scott non si perde in riflessioni
filosofiche inutili rimanendo fedele all’opera letteraria da cui il film è
tratto (almeno a detta di chi ha letto anche il libro e magari lo ha fatto
prima di andare al cinema). Ci si appassiona facilmente a questo Americano
medio che tenta in tutti i modi di sfuggire al suo nefasto destino, componente
questa del fato assai presente in tutta la pellicola. Dall’altra parte, al
baratro del pessimismo sul quale passeggia il protagonista, si contrappone l’ottimismo
e la passione di coloro che faranno di tutto per salvarlo, e non specifico di
chi sto parlando per evitare fastidiosi spoiler. Dico solo che ho applaudito ad una scena legata ai dirigenti Nasa, indovinate voi quale.
L’accuratezza scientifica di cui si vantava il film prima
dell’uscita è stata tutto sommato rispettata e la maggior parte delle azioni
del naufrago su Marte vengono accompagnate da una breve descrizione che dà
scientificità al tutto. Il finale però rischia di rovinare l’intera esperienza
attraverso un espediente narrativo per niente credibile e più vicino ad un deus
ex machina che alla reale conclusione delle disavventure spaziali. Una caduta
di stile che potrebbe far storcere il naso ai più.
Di fondo, questo The Martian è un’americanata molto
curata e come tale va presa. Non ci sono discorsi profondi, non si tenta di
stupire l’intelletto dello spettatore, ma di divertirlo e appassionarlo. Un film
commerciale insomma che vede nell’intrattenimento il suo più grande motivo d’essere.
Se spogliato di aspettative eccessive ed esterne quindi, questa pellicola
riesce ad essere un piacevole passatempo, magari a tre euro con i #CinemaDays.
Buone prove degli attori e ottimo comparto tecnico che però non osa come potrebbe preferendo la freschezza, la velocità e l’immediatezza.
Peccato per la parziale sovrapposizione dei cast di The Martian e di
Interstellar di Nolan, aspetto che potrebbe passare inosservato, ma che mi offre
un’occasione da cogliere il prima possibile. Un confronto aperto non fa mai
male. Spero di concluderlo presto. VOTO: 7.5
ALBUM: Under the Sun All Night Long (2014)
Fedez, Fedez. Che mi combini? Hai sentito quest’album
prima di scartare bellamente gli OSC2X agli Home Visit di X Factor? Io credo di
no.
Gli OSC2X, che devono il loro nome ad un sintetizzatore,
o ad un programma di sinterizzazione, o ad una droga sintetica - ora non
ricordo - sono un duo elettronico di Bologna e appena pochi giorni fa sono
stati esclusi dai provini di X Factor nonostante avessero dato prova di
discrete qualità e soprattutto di molta originalità. Incuriosito, mi sono
rivolto alla rete per trovare altri loro lavori precedenti e mi sono imbattuto
in quest’album. Under the Sun All Night Long tenta di rompere gli schemi che
governano anche la scena indie italiana discostandosi sia dall’alernative che
dall’house puro e proponendo un’elettronica a tratti pop, ma comunque
innovativa per quanto riguarda il panorama musicale italiano odierno. L’album
in questione parte discretamente con testi interessanti e buone alternanze di
pura elettronica e di parti cantate; dopo pochi brani il prodotto però si
affloscia sotto il peso delle aspettative generate in precedenza. In questo
senso risultano significativi gli anni impiegati per la realizzazione del
lavoro, ossia quattro; quattro lunghi anni che hanno generato grandi differenze
tra i brani contenuti che non riescono quindi a convincere appieno. Dopo la
metà dell’album però un paio di brani ben fatto e musicalmente più maturi, tra
cui il singolo PAH, risollevano le sorti dell’esordio musicale del duo. In definitiva,
un prodotto interessante ma decisamente di nicchia, che potrebbe non piacere o
addirittura annoiare i più. Un genere evidentemente non adatto al bel pubblico
per cultura e storia musicale.
Questo non me lo dovevi fare, Fedez! Non me lo dovevi
fare!
VOTO: 6.5
VOTO: 6.5
FILM: Comportamenti Molto Cattivi (2014)
Un ragazzo si innamora di Selena Gomez e farà di tutto
per conquistarla. Nel mezzo madri apparentemente morte, relazioni con le mamme
dei migliori amici, la mafia lituana e qualche grammo di meth (non blu) che non
guasta mai. Un film che mai mi sarei sognato di guardare, ma, convinto dai
primi minuti della pellicola in cui un apparentemente simpatico giovinotto
rompe gli schemi e parla alla telecamera di come la sia vita sia andata allo
strafascio, ho commesso l’errore di farlo. E che errore! Un’accozzaglia
indefinita di teen movie, volgarità, gangster movie, non-sense e battute
davvero tristi. La volontà di cambiare canale era notevole, ma io non
recensisco film di cui non termino la visione, per cui ho buttato un’ora e
mezza della mia vita per non buttare dieci minuti. Viva la logica. VOTO: 3.5
1 commento:
Hai perso solo un'ora e mezza? Non 10 anni di vita?!
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