giovedì 1 ottobre 2015

FIVE BY FIVE #1

Buonasera genti. Il mio me del passato si sta scervellando da venti minuti davanti alla tastiera cercando un incipit d’effetto. Con scarsi risultati come potete vedere. Dategli una soddisfazione e fingete di aver letto l’incipit migliore di sempre dopo quello di Cent’anni di solitudine, quindi passiamo subito al dunque. Il nome di questa piccola rubrica gentilmente ospitata da InsideMAD lo sapete già, è scritto qui sopra. Il mio di nome lo trovate invece in fondo all’articolo. In mezzo a questi due nomi troverete ogni quindicina di giorni a partire da oggi una manciata di canzoni - lascio a voi indovinare quante - il più possibile recenti e il più possibile slegate fra loro, che sono piaciute a me e penso possano piacere anche a voi.
Scrivere di musica però “è come danzare di architettura” disse ragionevolmente un celebre musicista col nome di un altrettanto celebre attrezzo agricolo. Per cui il punto non sarà tanto l’analisi di questi brani, ma la condivisione e l’ascolto. Che detta così sembra una comunità di recupero.
Ad ogni modo, per ogni canzone trovate il link per ascoltarla su Youtube o su un servizio di streaming, io uso prevalentemente SoundCloud.
Le cose importanti le sapete quindi non dilunghiamoci oltre, cominciamo:



Deafheaven – Come Back
I Deafheaven sono un gruppo californiano e suonano…be’ non so esattamente cosa suonano, ma lo fanno dannatamente bene. Potremmo dire che fanno black-metal, ma in realtà relegarli a questo unico genere sarebbe riduttivo e probabilmente improprio: insieme allo screaming del vocalist George Clark e alle percussioni aggressive incorporano anche elementi decisamente melodici e arrangiamenti che rimandano ad altri generi quali post-rock e shoegaze. Ad un primo ascolto del loro terzo album “New Bermuda”, in uscita il 2 ottobre ma che potete già ascoltare in streaming su NPR, sembra che abbiano accentuato in egual misura entrambe le loro personalità, compiendo un ulteriore passo avanti rispetto all’enorme “Sunbather” del 2013. Come Back è il loro ultimo singolo ed è nettamente diviso in due parti: una prima feroce cavalcata metal e una lunga coda piena di atmosfere evocative e ugualmente emozionanti.
Ascolta su SoundCloud/Youtube



Alex G – Bug
Alexander Giannascoli, sul palco Alex G, è un giovanissimo e prolifico cantautore di Philadelphia. Classe 1993, l’anno scorso ha piacevolmente sorpreso critica e pubblico con il suo sesto(!) album, “DSU”. In seguito ha firmato per la stessa label di Elliott Smith, la Domino Records. Le analogie con il compianto cantautore non si fermano all’etichetta discografica e parte della critica lo ha difatti indicato come suo promettente erede. In effetti, come Smith, Alex ha uno stile compositivo semplice e delicato, quasi minimale, ma mai scontato. Usa prevalentemente la chitarra acustica, ma non mancano altri strumenti più esotici e trovate originali. Bug, come tutte le sue canzoni, è stata registrata in camera sua senza grande strumentazione, donando al pezzo intimità e naturalezza tipiche del lo-fi. Il suo nuovo album, “Beach Music”, esce questo ottobre.
Ascolta su SoundCloud/Youtube



Joanna Newsom – Leavin The City
Gli album di Joanna Newsom sono tanto rari (l’ultimo risale al 2010) quanto preziosi nella loro finezza. L’arpista statunitense ha uno stile particolarissimo, difficilmente catalogabile; lei stessa afferma che la sua musica non appartiene ad alcun genere specifico. Leaving The City è il secondo singolo estratto dal suo terzo album “Divers”, prossimo alla pubblicazione. È un pezzo bellissimo e per certi versi un po’ più rock, se confrontato con altri suoi lavori. A dispetto della delicatezza del suono dell’arpa, alcuni passaggi sono di una potenza emozionante che difficilmente vi lascerà indifferenti. È qualcosa di magico. Vi suggerisco di ascoltarlo con attenzione e più volte per permettervi di cogliere tutte le caleidoscopiche sfumature a cui ritmi e linee melodiche differenti danno vita intersecandosi e sovrapponendosi.
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Algiers – And When You Fall
Sintetizzatori e calda voce afroamericana, post-punk e gospel: è questo l’esperimento sonoro degli statunitensi Algiers, ed è pienamente riuscito. Il loro ottimo album di debutto eponimo in realtà è uscito, un po’ in sordina a dire il vero, lo scorso giugno, ma qualche giorno fa Matador Records ha pubblicato il video del singolo And When You Fall e non potevo non cogliere l’occasione per parlarne. Il brano comincia con un’introduzione carica di sentimento e densa di passione soul, poi l’atmosfera si fa d’improvviso angosciante: il basso incalza, quasi rincorre la voce e la tensione cresce fino ad esplodere nella stupenda e potente voce del cantante. Senza dubbio tra i miei album preferiti di quest’anno.
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Deerhunter – Breaker
La band di Badford Cox non sembra avere alcuna intenzione di interrompere l’amena evoluzione inaugurata dal precedente album, “Monomania”; continua imperterrita spingendosi anzi verso sempre nuovi orizzonti musicali. Se con il precedente singolo Snakeskin avevano esplorato fantasiose atmosfere funk, con Breaker espongono invece uno stile delicato e vivace, quasi pop. Il suono è pulito e definito, le parti ben amalgamate a far risaltare una melodia che continuerete a fischiettare per un po’, garantito. Insomma, un commiato più che definitivo dal “vecchio” e giustamente osannato “Halcyon Digest” che riconferma l’inesauribile creatività di questa band capace di reinventarsi ogni volta con successo. L’album da cui è stata estratta Breaker esce il 16 ottobre via 4AD, si intitola “Fading Frontier” e potete già iniziare a esplorarlo su questa mappa.
Ascolta su Youtube


È tutto per oggi, a presto con altre canzoni e non solo.



                               Marsha Bronson

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