Buonasera genti. Il mio me del passato si sta
scervellando da venti minuti davanti alla tastiera cercando un incipit
d’effetto. Con scarsi risultati come potete vedere. Dategli una soddisfazione e
fingete di aver letto l’incipit migliore di sempre dopo quello di Cent’anni di
solitudine, quindi passiamo subito al dunque. Il nome di questa piccola rubrica
gentilmente ospitata da InsideMAD lo sapete già, è scritto qui sopra. Il mio di
nome lo trovate invece in fondo all’articolo. In mezzo a questi due nomi
troverete ogni quindicina di giorni a partire da oggi una manciata di canzoni -
lascio a voi indovinare quante - il più possibile recenti e il più possibile
slegate fra loro, che sono piaciute a me e penso possano piacere anche a voi.
Scrivere di
musica però “è come danzare di architettura” disse ragionevolmente un celebre
musicista col nome di un altrettanto celebre attrezzo agricolo. Per cui il
punto non sarà tanto l’analisi di questi brani, ma la condivisione e l’ascolto.
Che detta così sembra una comunità di recupero.
Ad ogni
modo, per ogni canzone trovate il link per ascoltarla su Youtube o su un
servizio di streaming, io uso prevalentemente SoundCloud.
Le cose
importanti le sapete quindi non dilunghiamoci oltre, cominciamo:
Deafheaven –
Come Back
I Deafheaven
sono un gruppo californiano e suonano…be’ non so esattamente cosa suonano, ma
lo fanno dannatamente bene. Potremmo dire che fanno black-metal, ma in realtà
relegarli a questo unico genere sarebbe riduttivo e probabilmente improprio:
insieme allo screaming del vocalist George Clark e alle percussioni aggressive
incorporano anche elementi decisamente melodici e arrangiamenti che rimandano
ad altri generi quali post-rock e shoegaze. Ad un primo ascolto del loro terzo
album “New Bermuda”, in uscita il 2 ottobre ma che potete già ascoltare in
streaming su NPR, sembra che abbiano
accentuato in egual misura entrambe le loro personalità, compiendo un ulteriore
passo avanti rispetto all’enorme “Sunbather” del 2013. Come Back è il loro
ultimo singolo ed è nettamente diviso in due parti: una prima feroce cavalcata
metal e una lunga coda piena di atmosfere evocative e ugualmente emozionanti.
Ascolta su SoundCloud/Youtube
Alex G – Bug
Alexander
Giannascoli, sul palco Alex G, è un giovanissimo e prolifico cantautore di
Philadelphia. Classe 1993, l’anno scorso ha piacevolmente sorpreso critica e
pubblico con il suo sesto(!) album, “DSU”. In seguito ha firmato per la stessa
label di Elliott Smith, la Domino Records. Le analogie con il compianto
cantautore non si fermano all’etichetta discografica e parte della critica lo
ha difatti indicato come suo promettente erede. In effetti, come Smith, Alex ha
uno stile compositivo semplice e delicato, quasi minimale, ma mai scontato. Usa
prevalentemente la chitarra acustica, ma non mancano altri strumenti più
esotici e trovate originali. Bug, come tutte le sue canzoni, è stata registrata
in camera sua senza grande strumentazione, donando al pezzo intimità e
naturalezza tipiche del lo-fi. Il suo nuovo album, “Beach Music”, esce questo ottobre.
Ascolta su SoundCloud/Youtube
Joanna
Newsom – Leavin The City
Gli album di
Joanna Newsom sono tanto rari (l’ultimo risale al 2010) quanto preziosi nella
loro finezza. L’arpista statunitense ha uno stile particolarissimo,
difficilmente catalogabile; lei stessa afferma che la sua musica non appartiene
ad alcun genere specifico. Leaving The City è il secondo singolo estratto dal
suo terzo album “Divers”, prossimo alla pubblicazione. È un pezzo bellissimo e
per certi versi un po’ più rock, se confrontato con altri suoi lavori. A
dispetto della delicatezza del suono dell’arpa, alcuni passaggi sono di una
potenza emozionante che difficilmente vi lascerà indifferenti. È qualcosa di
magico. Vi suggerisco di ascoltarlo con attenzione e più volte per permettervi
di cogliere tutte le caleidoscopiche sfumature a cui ritmi e linee melodiche
differenti danno vita intersecandosi e sovrapponendosi.
Ascolta su Youtube
Algiers –
And When You Fall
Sintetizzatori
e calda voce afroamericana, post-punk e gospel: è questo l’esperimento sonoro
degli statunitensi Algiers, ed è pienamente riuscito. Il loro ottimo album di
debutto eponimo in realtà è uscito, un po’ in sordina a dire il vero, lo scorso
giugno, ma qualche giorno fa Matador Records ha pubblicato il video del singolo
And When You Fall e non potevo non cogliere l’occasione per parlarne. Il brano
comincia con un’introduzione carica di sentimento e densa di passione soul, poi
l’atmosfera si fa d’improvviso angosciante: il basso incalza, quasi rincorre la
voce e la tensione cresce fino ad esplodere nella stupenda e potente voce del
cantante. Senza dubbio tra i miei album preferiti di quest’anno.
Ascolta su Youtube
Deerhunter –
Breaker
La band di Badford
Cox non sembra avere alcuna intenzione di interrompere l’amena evoluzione
inaugurata dal precedente album, “Monomania”; continua imperterrita spingendosi
anzi verso sempre nuovi orizzonti musicali. Se con il precedente singolo
Snakeskin avevano esplorato fantasiose atmosfere funk, con Breaker espongono
invece uno stile delicato e vivace, quasi pop. Il suono è pulito e definito, le
parti ben amalgamate a far risaltare una melodia che continuerete a
fischiettare per un po’, garantito. Insomma, un commiato più che definitivo dal
“vecchio” e giustamente osannato “Halcyon Digest” che riconferma l’inesauribile
creatività di questa band capace di reinventarsi ogni volta con successo.
L’album da cui è stata estratta Breaker esce il 16 ottobre via 4AD, si intitola
“Fading Frontier” e potete già iniziare a esplorarlo su questa mappa.
Ascolta su Youtube
È tutto per
oggi, a presto con altre canzoni e non solo.
Marsha Bronson
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