Dopo il gioco delle parti e un nuovo governo che punta
costantemente ad abbassare l’asticella della dignità ideologica, iniziano a formarsi delle
fazioni pubbliche. Non confondiamo: qui non si sta discutendo del ruolo dell’intellettuale
nel panorama politico odierno, ma non dobbiamo sminuire un processo in atto che
coinvolge figure considerate di spicco per l’orizzonte popolare italiano. Una svolta c’è stata: se prima il mondo dello spettacolo amava schierarsi con l’apertura e con la mondialità, tanto che ricordiamo maggiormente le poche eccezioni alla regola - leggi Buzzanca e Lauzi -, oggi è decaduto il timore di abbracciare un pensiero populista e per l’attuale governo gialloverde si sono spalancate le
porte del consenso che conta.
Prima Lorella Cuccarini si è scoperta fine statista
(perfino lei), poi Francesco DJ Facchinetti che inneggia alla ghigliottina più
reazionaria e infine Enrico Montesano, storico personaggio pubblico di Sinistra
che giustifica pensieri, parole, opere e
omissioni del vicepremier Salvini. Non si tratta di giudizi assoluti che
spostano l’opinione pubblica, né di autorevoli interventi utili a sbrogliare la
matassa indefinita dell’attuale situazione economica italiana, ma le parole
delle persone più in vista riescono nell’intento di normalizzare una linea di
pensiero. Si tratta dello stesso processo inconscio che Salvini porta avanti
attraverso le sue pagine social, quando tra una notizia fake sugli immigrati e un’assunzione
di merito ingiustificata ci regala il suo volto rilassato a fine serata, posta
foto della sua cena, si dice vicino ad un bambini rimasto senza amici. Se non
ci fosse anche questo Salvini, probabilmente saremmo concordi nel parlare di un
invasato. E invece Salvini è questo e quello, e quello serve abilmente a
normalizzare questo. È un pensiero retrogrado, fascista, violento, pericoloso,
razzista, sessista, ma viene da uno di loro che è uno di noi, allora tutto va
bene. Il Ministro dell’Intero riesce ad essere contemporaneamente un leader dal
pugno di ferro e un amabile genitore. Un esponente dell’upper class che la
pensa come noi.
Lo stesso processo mentale segue le dichiarazioni dei presunti
vip di cui sopra, che mostrano come dall’alto della loro posizione privilegiata
la faccia dell’Italia sia la stessa e sia quindi naturale, se non necessario,
sposare una linea di pensiero reazionaria a tal punto. Quando invece la
posizione di rilievo è sempre andata a braccetto con una visione estemporanea
che potesse cogliere le reali necessità del paese, ed è dunque accettabile che
la rabbia personale di una famiglia disagiata possa rivolgersi ad un pensiero
populista, lo è meno quando il populismo viene invocato da chi ha avuto la
possibilità di conoscere meglio il mondo. Perché la risposta resta NON il
populismo, checché ne dicano i cugini brasiliani.
Enrico Montesano, nell’intervista rilasciata al programma
“Confessioni” di Peter Gomez ha dichiarato riguardo l’integrazione culturale:
È bello dirlo a parole però mettiti vicino a
uno che tutti i giorni cucina con l’aglio forte forte e ti entra dentro casa […]
L’integrazione è molto bella a parole, poi nella pratica…
Ed è subito il 1980, ed è subito un mondo di barriere che
l’umanità ha cercato, non senza difficoltà, di trasformare negli ultimi
decenni. In questo caso specifico la discussione regredisce su un piano fuori tempo
massimo, senza possibilità di ribattere rimanendo ancorati ad un presente
universale. E per rispondere ad un gretto qualunquismo quale quello mostrato da
Montesano bisognerebbe scendere ad un livello di umanità troppo inferiore
rispetto a quello a cui potremmo ambire per una discussione pubblica.
Bisogna combattere la battaglia ideologica del progresso
sociale anche per chi non ha i mezzi per affrontarla. Quindi è difficile
colpevolizzare chi non potrebbe pensarla diversamente, perché ogni vita è una
storia differente e alcune terminano per non lasciare alternative; ma è
impossibile giustificare chi, dato un ventaglio di possibilità più ampio,
reale, sceglie autonomamente di rinnegare un pensiero di umanità per
normalizzare per sé e per gli altri una disumanità di fondo che sta lentamente
corrodendo le nostre coscienze. Quello è razzismo, all’occorrenza fascismo, come
quello mostrato dallo stesso Montesano in merito alla figura di Mussolini:
Pensi sia stato un uomo che ha voluto bene
agli Italiani, che li voleva aiutare, ma ha una macchia indelebile troppo grave
che sono le leggi razziali, su questo non lo perdono. Ed essersi alleato con un
pazzo furioso che ha portato l’Italia in guerra. Sapeva benissimo che non
eravamo in grado, voleva solo sedersi al tavolo della pace, pensando che Hitler
avrebbe vinto.
Quindi da oggi diventa normale anche riscoprirsi fascisti
oltre che razzisti?