martedì 30 ottobre 2018

CUCCARINI, MONTESANO E LA DISUMANITÀ DALL'ALTO


Dopo il gioco delle parti e un nuovo governo che punta costantemente ad abbassare l’asticella della dignità ideologica, iniziano a formarsi delle fazioni pubbliche. Non confondiamo: qui non si sta discutendo del ruolo dell’intellettuale nel panorama politico odierno, ma non dobbiamo sminuire un processo in atto che coinvolge figure considerate di spicco per l’orizzonte popolare italiano. Una svolta c’è stata: se prima il mondo dello spettacolo amava schierarsi con l’apertura e con la mondialità, tanto che ricordiamo maggiormente le poche eccezioni alla regola - leggi Buzzanca e Lauzi -, oggi è decaduto il timore di abbracciare un pensiero populista e per l’attuale governo gialloverde si sono spalancate le porte del consenso che conta.


Prima Lorella Cuccarini si è scoperta fine statista (perfino lei), poi Francesco DJ Facchinetti che inneggia alla ghigliottina più reazionaria e infine Enrico Montesano, storico personaggio pubblico di Sinistra che giustifica pensieri, parole, opere e omissioni del vicepremier Salvini. Non si tratta di giudizi assoluti che spostano l’opinione pubblica, né di autorevoli interventi utili a sbrogliare la matassa indefinita dell’attuale situazione economica italiana, ma le parole delle persone più in vista riescono nell’intento di normalizzare una linea di pensiero. Si tratta dello stesso processo inconscio che Salvini porta avanti attraverso le sue pagine social, quando tra una notizia fake sugli immigrati e un’assunzione di merito ingiustificata ci regala il suo volto rilassato a fine serata, posta foto della sua cena, si dice vicino ad un bambini rimasto senza amici. Se non ci fosse anche questo Salvini, probabilmente saremmo concordi nel parlare di un invasato. E invece Salvini è questo e quello, e quello serve abilmente a normalizzare questo. È un pensiero retrogrado, fascista, violento, pericoloso, razzista, sessista, ma viene da uno di loro che è uno di noi, allora tutto va bene. Il Ministro dell’Intero riesce ad essere contemporaneamente un leader dal pugno di ferro e un amabile genitore. Un esponente dell’upper class che la pensa come noi. 
Lo stesso processo mentale segue le dichiarazioni dei presunti vip di cui sopra, che mostrano come dall’alto della loro posizione privilegiata la faccia dell’Italia sia la stessa e sia quindi naturale, se non necessario, sposare una linea di pensiero reazionaria a tal punto. Quando invece la posizione di rilievo è sempre andata a braccetto con una visione estemporanea che potesse cogliere le reali necessità del paese, ed è dunque accettabile che la rabbia personale di una famiglia disagiata possa rivolgersi ad un pensiero populista, lo è meno quando il populismo viene invocato da chi ha avuto la possibilità di conoscere meglio il mondo. Perché la risposta resta NON il populismo, checché ne dicano i cugini brasiliani.


Enrico Montesano, nell’intervista rilasciata al programma “Confessioni” di Peter Gomez ha dichiarato riguardo l’integrazione culturale:

È bello dirlo a parole però mettiti vicino a uno che tutti i giorni cucina con l’aglio forte forte e ti entra dentro casa […] L’integrazione è molto bella a parole, poi nella pratica…

Ed è subito il 1980, ed è subito un mondo di barriere che l’umanità ha cercato, non senza difficoltà, di trasformare negli ultimi decenni. In questo caso specifico la discussione regredisce su un piano fuori tempo massimo, senza possibilità di ribattere rimanendo ancorati ad un presente universale. E per rispondere ad un gretto qualunquismo quale quello mostrato da Montesano bisognerebbe scendere ad un livello di umanità troppo inferiore rispetto a quello a cui potremmo ambire per una discussione pubblica.
Bisogna combattere la battaglia ideologica del progresso sociale anche per chi non ha i mezzi per affrontarla. Quindi è difficile colpevolizzare chi non potrebbe pensarla diversamente, perché ogni vita è una storia differente e alcune terminano per non lasciare alternative; ma è impossibile giustificare chi, dato un ventaglio di possibilità più ampio, reale, sceglie autonomamente di rinnegare un pensiero di umanità per normalizzare per sé e per gli altri una disumanità di fondo che sta lentamente corrodendo le nostre coscienze. Quello è razzismo, all’occorrenza fascismo, come quello mostrato dallo stesso Montesano in merito alla figura di Mussolini:

Pensi sia stato un uomo che ha voluto bene agli Italiani, che li voleva aiutare, ma ha una macchia indelebile troppo grave che sono le leggi razziali, su questo non lo perdono. Ed essersi alleato con un pazzo furioso che ha portato l’Italia in guerra. Sapeva benissimo che non eravamo in grado, voleva solo sedersi al tavolo della pace, pensando che Hitler avrebbe vinto.

Quindi da oggi diventa normale anche riscoprirsi fascisti oltre che razzisti?

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