venerdì 3 luglio 2015

COMMENTO WAYWARD PINES EPISODIO 7

Ci sono stati degli errori, questo è evidente. Una serie mystery che si rispetti dovrebbe essere in grado di sostenere il peso di soli dieci episodi. Non si possono chiudere sottotrame interessanti o modificare la psiche di personaggi in questo modo. Non si può gettare al vento due episodi (il terzo e il sesto - di cui vi invito a leggere i relativi commenti) per poi cercare di recuperare tutto negli episodi conclusivi. Ciò che deve essere presente in una serie di questo genere è un mistero unico che coinvolga tutti i protagonisti e che resista fino alla fine. In WP invece il mistero principale era la città, poi gli Abbie, poi l’anno in cui si svolgono gli eventi e ora la botola (ehm, Lost vi dice qualcosa?). Troppi cambi, troppi alti e bassi, troppe svolte che non lasciano spazio ad una linea unica e coerente. Bene, dopo aver detto ciò posso ammettere di ritenere il settimo episodio il migliore in assoluto finora, ma andiamo con ordine.


Dopo aver ormai tacitamente accettato il progetto biblico di Pilcher, Burke torna in città e, rispettose delle linee guida impostegli dall’alto, comincia a svelare a tutti i concittadini che incontra tutti i misteri che avevano affollato le loro menti fino a quel momento. Evviva la coerenza. Ma la moglie non gli crede e comincia delle indagini nell’oscurità approfittando del suo impiego. Contemporaneamente i sovversivi hanno ultimato la preparazione degli ordigni, ma si rivela l’anima plurima e frastagliata del gruppo. Una bomba viene infatti nascosta nella vettura del nuovo sceriffo che misteriosamente, guardando l’autoradio, riesce a scoprire l’imminente pericolo. Ciò porterà Burke a cercare i colpevoli e quindi ad arrivare alla mente dei sovversivi: l’amica Kate. Kate, oltre ad essere a capo delle operazioni, è anche il personaggio chiave dell’episodio, ossia la persona che fa da collegamento tra le indagini dello sceriffo, i dubbi di Theresa e le scorribande del giovane Ben. L’intera puntata è un climax ascendente ben congeniato che sfocia nel colpo di scena finale forte e sconvolgente. L’ansia, la tensione e la claustrofobia provata dal gruppo di rivoltosi sono percepibili e perfettamente amalgamati nel contesto.


Il mistero si riapre: cosa c’è sotto la botola? Chi ha ucciso Ray Velcoro? Chi c’era dall’altra parte del telefono quando Kate, appena arrivata, aveva cercato di chiamare la sede della CIA? In che anno siamo realmente? Dopo una puntata in cui i dubbi presenti erano stati sciolti senza sostituirli con altri nuovi e all’altezza, torniamo sui binari canonici. E il duo Pilcher? Dalla scena in cui i due rimangono soli in una stanza dell’ospedale in cui si risvegliano le vittime possiamo intendere che gli interessi personali del dottore e dell’infermiera potrebbero andare oltre la semplice sopravvivenza della razza umana. È come se ci fossero una serie di veli di Maya a nascondere la vera verità che aspettiamo di conoscere da quasi due mesi. Con il quinto e il sesto episodio il velo superficiale è stato vigorosamente squarciato, ma tanti altri ne restano. La “loro” verità potrebbe non essere l’unica o potrebbe essere solo una visione ristretta della cosa. I dubbi restano.


Altri due grandi punti a favore del settimo episodio sono un intelligente ritorno alle origini e l’inversione dei ruoli. L’inizio della serie era caratterizzato dall’identificazione dello spettatore nelle azioni del protagonista. Questo aspetto ritorna in parte nelle indagini di Theresa che tenta, senza farsi scoprire dalle telecamere, di scoprire la sua verità e di fuggire da WP e in parte nelle azioni autoritarie di Ethan contro i sovversivi. L’inversione dei ruoli invece comprende il parco personaggi in senso più lato; personalmente non riesco più a distinguere i buoni dai cattivi, se una divisione del genere possa realmente esistere. Pilcher, Kate e l’infermiera sono passati troppo spesso da una parte all’altra senza preavviso. Lo stesso protagonista si è dimostrato essere in linea con le idee del creatore del progetto, ma in questo modo si è trovato a scontrarsi sia con la moglie che con la stessa Kate. A questo punto non so più chi sostenere. Sinceramente nel settimo episodio ho sperato che i rivoltosi riuscissero nel loro intento e che quindi il protagonista fallisse. Sorry Burke.



Il finale poi lascia attoniti. Potrebbe essere davvero morto nell’esplosione come l’ultima immagine ci ha fatto credere? Non so, ma, venuto a mancare Ben, gli equilibri potrebbero cambiare radicalmente. Da una parte Ethan non avrebbe più nulla da perdere e potrebbe tranquillamente appoggiare la moglie nella ricerca di una via di fuga, ma dall’altra i due coniugi non rappresenterebbero più una priorità per la risparmiosa comunità di WP e quindi potrebbe essere eliminati dal sistema stesso, ma come si può far valere la legge contro colui che in città detiene in sostanza in tre poteri? Il mistero continua.

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