domenica 12 luglio 2015

RECENSIONI DELLA SETTIMANA 6-12 LUGLIO




ALBUM: Hybrid Theory (2000)
L’esordio di uno dei gruppi che, nel bene o nel male, hanno segnato l’ambiente della musica commerciale nello scorso decennio; "commerciale" perché, dopo un inizio assai particolare e a tratti incatalogabile, i Linkin Park si sono avvicinati sempre più a sonorità e gusti pop (colonne sonore dei vari Transformers). Il loro primo lavoro però fu davvero sorprendente. Essi riuscirono a fondere l’emergente nu metal, l’hard rock, l’elettronica e, udite udite, il white rap (quello di Eminem, per capirci); e a discapito delle aspettative, quello che ne venne fuori non fu un miscuglio informe e confuso, ma un album breve, conciso e meravigliosamente complesso. Molti brani come “In The End”, “Papercut” o “Crawling” rimangono ancora insuperati. Bennington regala emozioni e raggiunge picchi di rara epicità, picchi mai più raggiunti per un vocalist che sta progressivamente perdendo la voce. Peccato. VOTO: 9



ALBUM: FFS (2015)
Molto bravi gli Sparks, molto bravi i Franz Ferdinand. Perché non metterli assieme allora? Detto, fatto. FFS rappresenta una collaborazione ber riuscita tra due band simili ma dissimili. Nelle collaborazioni musicali la difficoltà sta nel far risaltare le qualità di entrambi i membri che prendono parte al progetto ed evitare che queste vengano eclissate in un prodotto che tiene i bassi e annulla gli alti, un prodotto mediocre insomma. FFS degli FFS (potevate impegnarvi di più però) non è un prodotto mediocre e lo dimostra con una pulizia e una scrittura invidiabili; l’eqilibrio e il rigore regnano sovrani. Tutto sembra perfettamente armonizzato. Unica pecca forse la lunghezza: circa a metà dell’album si sente che non tutti i brani riescono a raggiungere lo stesso trasporto e la stessa qualità musicale, e ciò rischia di pesare sul giudizio finale, specialmente dopo un solo ascolto. La copertina poi ha qualcosa di supereroistico e di 80s. VOTO: 8



FILM: La Tempesta Del Secolo - Terza Parte (1999)
Venerdì notte mi sono svegliato di soprassalto tutto sudato gridando “La Tempesta Del Secolo! Non ho finito di recensirla”. Poi ho riflettuto e mi sono ricordato che la mia intenzione era quella di non recensirla in questa sede, ma di scrivere una articolone di quelli del martedì sull’argomento per esprimere alcune riflessioni che avevo elaborato in seguito alla visione dell’ultima parte. Poi mi sono ricordato anche di aver dimenticato tali riflessioni e ho ripiegato sulle Recensioni della Settimana; per cui scusate il ritardo.
La terza parte risulta essere la più lenta, riflessiva e profonda delle tre. Ciò però risica spazio anche al mistero, alla suspance e al terrore, elementi che ogni opera di King dovrebbe mantenere dall’inizio alla fine. Finalmente il demone Linoge si mostra per quello che è e smette di indossare spoglie umane. Finalmente si scoprono quali fossero fin dall’inizio le intenzioni diaboliche dell’oscuro signore e il protagonista è obbligato dalla popolazione locale a dover accettare la volontà comune. Ma la folla è sempre in grado di scegliere il meglio per la comunità? L’ultima mezzora è profondamente filosofica e a tratti pessimista nei confronti dell’uomo stesso. Dopo tre lunghe parti non è più ben chiaro chi sia nel bene e chi nel male. Il male è parte intrinseca dell’uomo, egli non potrà fare solo bene nella sua vita, e il bene di uno potrebbe essere il male di cento e viceversa. Una miniserie che, al di là dei limiti tecnici consiglio per un discreto livello d’intrattenimento e per le profonde riflessioni proposte nella terza ed ultima parte. Recuperatela se avete tempo. Buona visione. VOTO: 7.5



ALBUM: La Seconda Rivoluzione Sessuale (2007)
Ancora i Tre Allegri Ragazzi Morti, ancora irriverenti e mai banali. Questa volta però dal punto di vista musicale ho notato una monotonia e una ripetitività che minano la buona riuscita della trasmissione dei messaggi dei testi. Ascoltandolo l’album tutto d’un fiato alcuni brani risultano decisamente fastidiosi ad un orecchio meno allenato per una serie di sonorità discordanti, dure e poco armoniche. Altri pezzi come “Il Mondo Prima”, “Lorenzo Piedi Grandi” e “La Sorella di Mio Fratello” invece convincono appieno sia per il testo che per la melodia. In sostanza un album imperfetto che osa ma non riesce infine a raggiungere le vette prefissate a causa di una scrittura non sempre all’altezza e a di alcuni limiti strumentali. VOTO: 6.5


In tanti si sono accorti della penuria di film nelle recensioni delle ultime settimane. Non allarmatevi! Non ho smesso di guardare film, è solo che quelli visionati mi spingono a fare riflessioni più profonde, e quindi gradirei analizzarli in maniera più approfondita in futuro, o fanno parte di filoni tematici a cui vorrei dedicare presto o tardi un TOP/FLOP. Intanto (Spoiler!) il film attorno al quale ruota l’articolo di martedì prossimo è stato scritto ormai tre mesi fa, è stato revisionato e corretto varie volte e vanta “Hey You” dei Pink Floyd come main theme. Ma basta spoiler. A martedì allora. 

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