giovedì 21 maggio 2015

NBT: MAD MAX: FURY ROAD

Mad Max: Fury Road (2015) è un sequel di un franchise di successo degli anni ’80. Suona familiare questa frase no? In effetti in questi anni sono usciti o stanno per uscire molti sequel di gloriosi film anni ’80: Robocop (2014), Terminator Genesis (2015), Jurassic World (2015), Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della Forza (2016).  Ma, a differenza di questi ultimi, Fury Road è diretto dallo stesso regista dalla trilogia originale: George Miller, il geniale creatore del mondo di Mad Max.
George Miller ha voluto fare questo film alla sua maniera. Aveva un’idea in testa e l’ha portata sullo schermo senza scendere a compromessi (basti pensare che ha fatto costruire delle telecamere ad hoc per questo film). Ne è uscito un film assurdo, esagerato, dinamico, grandioso, originale, esplosivo, adrenalinico, violento, divertente, sfrenato, esuberante, apocalittico, epico.
Mad Max: Fury Road dura due ore e, ad eccezione di pochi e ben posizionati momenti di tregua, sono due ore frenetiche, convulse e deliranti. Questo film riesce ad intrattenere lo spettatore in modo unico per tutta la sua durata. Malgrado tutti i suoi eccessi, nonostante l’azione non si fermi quasi mai, a dispetto dei continui climax di follia rombante non si ha mai la sensazione che il film stia andando troppo oltre, non si avverte mai il desiderio di rallentare. Ci si ritrova esaltati su di un ottovolante di forsennata violenza dal quale non si vuole più scendere.


Quello che stupisce è la cura e la precisione con la quale sono state realizzate anche le scene d’azione più esagerate. Il film rallenta con spettacolari sequenze in slow-motion per farci ammirare meglio alcune sequenze, poi accelera in alcuni punti per accentuare la frenesia del momento. Nelle scene dinamiche il regista non rimane quasi mai sui canonici 24 frame per secondo, ma li aumenta o diminuisce in continuazione. Il lavoro di rifinitura in post-produzione è stato certosino, la maggior parte di Mad Max è stata girata nel 2012 mentre il film è uscito a metà 2015: vuol dire quasi tre anni di massiccia post-produzione. In questi quasi tre anni il film è stato sistemato con un paziente lavoro di cesello fino a farlo diventare quello che è adesso. Questo lavoro di rifinitura è stato fondamentale per poter conferire al film quell’atmosfera particolare che lo caratterizza. Il setting post apocalittico  è curato e credibile nella sua folle assurdità. Ogni luogo viene reso magnificamente e ogni ambiente è intriso del sapore inconfondibile del mondo di Mad Max: sembra quasi di poter avvertire il sapore metallico del sangue in bocca, l’odore pungente della benzina nelle narici, lo scricchiolio della sabbia tra i denti.


Il film non ha un solo protagonista, ne ha due. Infatti, nonostante il suo nome non compaia nel titolo, l’Imperatrice Furiosa (Charlize Theron) è alla pari di Mad Max (Tom Hardy) coprotagonista del film, anzi spesso è proprio Furiosa a rubare la scena a Max. Parlando dei due coprotagonisti mi sento di dire che entrambi hanno fatto un ottimo lavoro anche se devo ammettere che ho apprezzato di più Charlize che con la testa completamente rasata e un braccio amputato interpreta alla perfezione il personaggio di Furiosa. Tom Hardy dal canto suo raccoglie con abilità l’eredità di Mel Gibson e ci consegna un Mad Max poco loquace che spesso si esprime con lamenti e grugniti, ma che nonostante questo non manca di lasciare il segno. Ho apprezzato molto anche il giovane Nicholas Hoult nel ruolo di un “Figlio di Guerra” che combatte con dedizione al servizio di Immortan Joe ( è il villain principale, leader dei Figli di Guerra che lo idolatrano come un semidio) con la speranza di morire in battaglia e poter entrare così nel Walhalla a banchettare con i guerrieri di ogni tempo.


Questo film rappresenta anche una pietra miliare per come vengono concepiti i personaggi femminili nei film d’azione. In Mad Max ci sono parecchi personaggi femminili: oltre a Furiosa ci sono un gruppo di ragazze dette Riproduttrici (giovani dell’Harem di Immortan Joe) e un gruppo di anziane saggie. Queste donne combattano e muoiono esattamente come gli uomini né più né meno. Una delle ragazze finisce sotto le ruote di un camion? Nessuna musica struggente, il protagonista non giura di vendicarla con il pugno rivolto verso il cielo. Ci si comporta esattamente come se fosse morto un personaggio maschile. Il film, colpevole di mettere e donne sullo stesso piano degli uomini, è stato addirittura accusato di eccesivo femminismo. Per quanto mi riguarda ho apprezzato molto la scelta del regista di allontanarsi dalle strade battute del genere action per dare nuova importanza ai ruoli femminili. Ci voleva un cambiamento di rotta in questo senso.


Un altro aspetto che mi è piaciuto particolarmente è stata la scelta di non soffermarsi troppo sulla narrazione. Molte cose non vengono spigate (non sappiamo ad esempio come Furiosa abbia perso il braccio) mentre altre ci vengono solo accennate. Non penso che queste siano debolezze del film anzi credo che siano punti di forza. Volersi focalizzare troppo sulla storia in un film di questo tipo sarebbe stato sbagliato e avrebbe spezzato inutilmente il ritmo. La trama ci viene fatta intuire al volo e poi siamo subito catapultati in un’altra sequenza adrenalinica. Lo spettatore non rimane spaesato dato che il film riesce a far capire il contesto in cui si sviluppa la vicenda e le motivazioni dei personaggi senza rallentare neanche un po’.

In genere sono scettico nei confronti dei sequel perché li considero figli di una mancanza di ispirazione ma con questo film George Miller mi ha dimostrato che non tutti i sequel vengono per nuocere. Mad Max: Fury Road è un film fantastico e se tutti i sequel avessero la qualità di questo film non ci sarebbe nulla di male a produrne in continuazione. Questo film andava fatto perché George Miller non aveva finito di raccontarci l’epica storia di Mad Max, aveva ancora un capitolo da scrivere e questo capitolo si è rivelato essere il più spettacolare di tutti.

Antonio Margheriti



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