Buondì gentaglia,oggi mi sento in vena di consigliarvi
qualche buon album musicale che probabilmente non avete sentito o di cui magari
non avete neanche sentito parlare. Il genere e l’ordine sono puramente casuali
e la scelta dei dischi è interamente basata sui miei gusti personali, quindi
potrebbe capitare dentro di tutto. Ok pronti? Partiamo...
Iron
Maiden – Somewhere in Time (1986)
“Gli Iron Maiden? Che scelta originale!” Si si, so a cosa
state pensando stronzetti, ma non ho potuto resistere e quindi eccoci qui.
L’album in questione è del 1986 e non è di certo uno dei più conosciuti della
Vergine, eppure è in assoluto uno dei più complessi e meglio realizzati che
Harris e soci siano mai stati in grado di realizzare. Questo Somewhere in Time
è un vero e proprio concentrato di pezzi fantastici ed è stato il primo disco
dei Maiden ad introdurre l’utilizzo dei synth alle chitarre ed al basso; ciò,
assolutamente all’avanguardia per il periodo, fece in modo che il suond fosse
glaciale, con sovra incisioni su sovra incisioni di chitarra che andavano a
formare dei pezzi corposi ma spigolosi e taglienti come rasoi. Piccoli
capolavori come Caught Somewhere In Time, Wasted Years, Stranger In A Strange
Land, The Loneliness Of the Long Distance Runner e la maestosa Alexander The
Great (gli assoli presenti in questo pezzo sono capaci di curare il cancro) non
dovrebbero mancare nella playlist di chiunque.
New York
Dolls – New York Dolls (1973)
Caratterizzati da un look da puttanoni di strada e da un
sound che si rifà sia agli Stooges sia ai Rolling Stones, i New York Dolls
possono tranquillamente essere definiti come i padrini del glam punk, e questo
disco, ovvero il loro debutto discografico, il migliore in assoluto del genere.
Il pezzi sono casinisti, confusionari, quasi depravati in alcuni frangenti, ma
mai banali e mai ridicoli; non stiamo parlando di un semplice disco, qui si è
fatta la storia del punk e si sono gettate le basi per quello che sarà il look
principale di ogni artista che suoni roba glam, rock, punk o metal che essa
sia. Ah a proposito, nella line up del gruppo spicca il mitico chitarrista
Johnny Thunders...Come dite?Non sapete chi sia? Dai, Johnny Thunders! Quello di
Born To Lose! Ah, non ne avete mai sentito parlare? Vabbè dai niente.
Eskimo Callboy – Crystals (2015)
Gli Eskimo Callboy sono il gruppo più assurdo (sia in
senso positivo sia negativo) in cui mi sia mai capitato d’imbattermi. Il loro
ultimo disco, Crystals, è uscito da sole due settimane ma è già alle vette
della mia classifica personale dei dischi più senza senso che abbia ascoltato.
Questi giovani ragazzi tedeschi mischiano in una maniera geniale (?) il
metalcore alla Asking Alexandria con musica dubstep o electrocore alla Enter
Shikari, per intenderci. Il risultato è quanto di più geniale, devastante,
stupido, assurdo e coinvolgente che voi possiate ascoltare e questo ultimo loro
lavoro (a mio parere il loro migliore) ne è la summa perfetta. Sono
relativamente giovani, quindi chissà cosa potrebbero avere in serbo per il
futuro, ma per ora godiamoci (?) Crystals. Gli Eskimo Callboy sono gruppo
perfetto da mettere su per far incazzare le persone con voi in macchina, ve
l’assicuro.
The
Vintage Caravan – Voyage (2013)
Psychedelic
rock dall’Islanda. Non basta questa frase a invogliarvi all’ascolto? No?
Beh allora vi dico anche che i Vintage Caravan sono un trio che suona in
maniera fantastica, prende spunto da tutti i mostri sacri degli anni sessanta e
settanta e vi farà sciogliere il cervello dalla felicità e dalla nostalgia.
Hard rock e psichedelia, mescolati con perizia ed incanalati in un sound
eplosivo e graffiante che pochi gruppi di adesso sono capaci di produrre. Il
cantante e chitarrista Óskar Logi Ágústsson è un animale, suona come un fuoriclasse
ed ha una voce sensazionale ed abrasiva. I superlativi sono riduttivi, questa è
una chicca da non perdere assolutamente.
Santa Cruz – Santa Cruz (2015)
Album dell’anno, album dell’anno, album dell’anno. Non
riesco a non pensarla così, dato che l’omonimo disco dei finlandesi Santa Cruz
(anche se non il è primo ma il secondo) è un capolavoro. Aaaah quante volte
questa parola è stata usata a sproposito, ma non è questo il caso: stiamo
parlando di un hard rock scintillante, bombastico, pompato ed adrenalinico a
dir poco. Archie (voce e chitarra) e Johnny (chitarra) massacrano le corde
delle loro Gibson tra assoli alla velocità del suono e riff granitici che
tirano giù i muri; le melodie poi sono quanto di più azzeccato abbia mai
ascoltato, con cori esaltanti e coinvolgenti in una maniera assurda, roba da
pazzi. Non mi capita spesso di sbilanciarmi in tale maniera, ma questo disco è
davvero una delle cose più belle su cui abbia mai avuto l’opportunità di
mettere le mani negli ultimi tempi, sembra uscito direttamente dagli anni
ottanta. Questo è uno di quegli album che tutti dovrebbero ascoltare, ma
proprio tutti, per capire cosa si intende per davvero quando si parla di hard
rock.
Spero di aver allietato il vostro sicuramente produttivo
pomeriggio con questi simpatici consigli, cari lettori. Ora vi lascio alle
vostre faccende, a presto!
Cristiano Chignola
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