FILM: QUEL MOMENTO IMBARAZZANTE (2014)
Commedia molto leggera uscita nelle sale italiane lo
scorso agosto. Tre amici a New York decidono di rimanere single intrattenendo
solo rapporti occasionali con avvenenti ragazze per consolidare il legame tra
di loro, ma non sarà così facile. I punti a sfavore di questo film sarebbero
davvero molti: trama forzata, situazioni esagerate al limite del credibile,
battute scontate e banali, ma soprattutto Zack Efron, belloccio protagonista
della pellicola. Tutto farebbe pensare ad un flop, un prodotto scadente, e
sostanzialmente il film si presenta come tale, solo che funziona. Se preso per
il verso giusto, ossia una commedia fresca rivolta ad un pubblico più giovanile,
questo funziona molto bene. Tempi comici azzeccati, dialoghi credibili tra i
tre protagonisti, personaggi accattivanti e simpatici, colonna sonora
azzeccatissima che sprizza anni ’80 da tutti i pori e che riascolterete
volentieri e molte risate. Il pregio principale sta appunto nel fatto che le
risate, anche se non intelligenti, non mancheranno. Un film discreto per
passare una serata leggera in compagnia di amici. VOTO: 6.5
FILM: UN FANTASTICO VIA VAI (2013)
"I Laureati" del 1995 è secondo me uno dei migliori film di
Pieraccioni e in generale un prodotto carino che con il tempo ha acquisito
degli aspetti cult i quali lo rendono ancora oggi godibile. “Un Fantastico Via
Vai” era stato annunciato dallo stesso regista toscano come un’evoluzione del
sopracitato “I Laureati”; una rivisitazione in chiave più matura, una storia
simile vista dagli occhi di un Leonardo ormai adulto e sistemato. Beh no. Non è
così. Il film prova solamente in due scene autocitazionistiche ad avvicinarsi
al prodotto a cui dice di ispirarsi, per il resto è una serie infinita di
luoghi comuni sul mondo universitario, battute povere di contenuti e ormai
trite e ritrite per chi segue Pieraccioni dagli esordi, regia banale e
personaggi fastidiosi. Il buonismo e le finte riflessioni filosofiche del
protagonista sono alla base della comicità del film. Un prodotto scadente, una
promessa di continuità non mantenuta. Evitabile. VOTO: 4.5
ALBUM: ALL THE LITTLE LIGHTS (2012)
Primo vero successo di pubblico per Passenger, trentenne
cantautore inglese. L’intero album trasuda dolcezza, armonia, grazia, sogno.
Ciò è dato principalmente dalla voce particolare e calda dello stesso cantante
e dai suoni indie folk che popolano ogni pezzo. Forse è questa l’unica pecca di
“All The Little Lights”: la mancanza di effettiva sperimentazione e quindi una
sostanziale sonorità di fondo fatta di chitarre acustiche e cori femminili che
si ripete in tutti i pezzi. Se da un lato ciò può rappresentare un limite per
il successo di pubblico, dall’altra ci troviamo di fronte ad un piccolo
gioiello nel suo genere musicale, talvolta messo in secondo piano da una musica
pop più immediata. “Let Her Go” trascina l’album ma anche “The Wrong Direction”
e gli altri singoli dimostrano di essere ben strutturati e armonizzati. I veri
brani portanti di questo lavoro sono però quelli passati in sordina, ossia “Patient
Love”, “Keep on Walking” e “Holes”. Musica interiore, poco rumore e molti suoni
che ricordano casa, tempi migliori. VOTO: 8.5
ALBUM: AMERICAN IDIOT (2004)
I Green Day abbandonano lo stile che li aveva cotraddistinti fino a quel momento per dedicarsi alla critica dei costumi statunitensi del
nuovo millennio; il risultato è un concept album premiato come miglior lavoro
rock del 2004 ai Grammy Awards. Le sonorità punk sono forti ma non eccessive
rendendo il prodotto accessibile a qualsiasi orecchio, anche il meno abituato.
Billie graffia e si esalta. I singoli dell’album sono ormai storia del genere: “American
Idiot” giganteggia, le altre ballate funzionano e mantengono altissimo il
livello del prodotto. Il vero punto forte è però “Jesus of Suburbia”,
semplicemente un capolavoro. Un brano diviso in cinque sezioni che, unito al
videoclip in versione estesa, rappresenta una particolare forma d’arte moderna.
Pochi punti a sfavore. Copertina provocatoria ed evocativa degna di nota.
Album da consumare a furia di ascolti, tutte le
potenzialità della band californiana in un unico grande capolavoro. VOTO: 9
FILM: L’ULTIMA RUOTA DEL CARRO (2013)
Veronesi scrive e dirige un convincete Elio Germano nella
rivisitazione degli ultimi anni della storia italiana. Il film funziona solo in
parte: le scene che riprendono effettivamente la storia del nostro paese sono
poche ma comunque riescono a dire la loro e a rimandare in maniera precisa lo
spettatore a tali eventi. Le interpretazioni vivono di alti e bassi legati ai
personaggi e alle situazioni narrate, ma Germano e la Mastronardi non cadono
mai mantenendo un livello recitativo più che decente. Ciò che abbassa molto il
livello del prodotto sono i personaggi secondari che di tanto in tanto
interagiscono con quelli principali. Questi sono eccessivamente stereotipati e
statici, macchiette finalizzate al prosieguo della trama e allo sviluppo dei
protagonisti. Un film piacevole che lascia però poco nello spettatore. Finale buonista
e già visto. Comunque uno dei migliori prodotti del regista popolare italiano. VOTO: 6
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