Ciao facce di merda. Oggi vorrei parlarvi di "Humandroid" (non
temete non ci vorrà molto tra poco potrete riprendere ad ascoltare Fedez). Humandroid
(Chappie) è un film del 2015 diretto da Neill Blomkamp e scritto da Neill
Blomkamp e Terri Tatchell. Dopo District 9 ed Elysium il regista Neill Blomkamp
con il suo terzo film si concentra sul problema dell’intelligenza artificiale e
sulla possibilità per i robot di sviluppare una coscienza come gli esseri
umani.
Il film è ambientato a Johannesburg in Sudafrica in un
futuro prossimo. Questo setting futuristico nel quale si svolgono le vicende
sembra avere poca coerenza. Se da un lato infatti la tecnologia robotica sembra
essere era ben sviluppata, in quanto sono presenti dei robot da combattimento
così avanzati da aver quasi soppiantato gli umani nelle forze di polizia,
dall’altro tutto il resto delle tecnologie (computer, cellulari, auto eccetera)
sembra fermo ai giorni nostri. L’unica vera differenza con il presente sembra
essere che i criminali in questa Sudafrica del futuro hanno una predilezione
per le armi colorate di giallo. VABEH
Vediamo la trama in breve: un nerdaccio “di quelli giusti” riesce
a creare un’intelligenza artificiale capace di esercitare il libero arbitrio ma
un gruppo di criminali lo rapisce e ruba il robot sul quale ha impiantato la
coscienza, i criminali sono in debito con il rastone più cattivo di
Johannesburg e usano il robot per cercare di guadagnare denaro in fretta, la
storia si complica quando interviene un ingegnere militare che vuole
disabilitare tutti i robot della città per poter…. Ok basta così non mi piace
rivelare troppo la trama ma vi posso dire che la coppia Neill e Terri che pure
aveva fatto un bel lavoro con la sceneggiatura di District 9 questa volta ci
consegna una storia fiacchetta anzichenò.
Il nerdaccio in questione è coso (come si chiama?) il
protagonista di The Millionaire, in questo film troviamo anche Hugh Jackman che
interpreta il villain di turno (secondo me poteva essere usato
meglio, qui è solo un personaggio bidimensionale), nel film recitano anche due membri
del gruppo elettrorap sudafricano Die Antwoord (mi ha colpito molto la somiglianza impressionante del cantante con Enzo Salvi ).
Il punto centrale del film riamane comunque la coscienza del
robot Chappie: la sua capacità di distinguere tra il bene e il male e la sua capacità
di provare emozioni umane. Appena viene
attivato Chappie si comporta esattamente come un bambino perché proprio come un
bambino deve ancora capire e comprendere il mondo che lo circonda ma la sua
capacità di apprendimento è prodigiosa e presto inizia a parlare e ad elaborare
concetti anche complessi come “promessa” oppure “crimine”. Chappie ha un
modello di apprendimento che si basa sull’imitazione ma qui sta il problema: gli
unici modelli che può imitare sono i suoi rapitori, questi cercano di
inculcargli il loro stile di vita insegnandogli come sparare, come muoversi e
come camminare come un gangsta. Qui troviamo uno degli aspetti meglio riusciti del film: mostrare come
chiunque se messo in un certo ambiente finirà con il conformarsi ai modelli comportamentali
di quell’ambiente. Da qui il film prende anche degli spunti comici: è assurdo vedere
un robot con al collo 4/5 collane d’oro che parla con il gergo del ghetto e
cammina con le movenze di un rapper.
Per quanto riguarda la realizzazione del robot in sé a mio
avviso su questo punto non si possono trovare pecche. Chappie è stato costruito
molto bene, ha dei movimenti credibili e pur non avendo una faccia prettamente
antropomorfa è in grado di trasmetterci i suoi stati d’animo mediante delle
espressioni del volto molto caratteristiche. E’ un peccato che non vi possa
parlare del finale che per certi versi rappresenta la parte più stimolante del
film, ma siccome non voglio fare spoiler vi rileverò solo che nel finale si
esplorano le possibili frontiere della robotica e vengono posti degli
interessanti interrogativi su quali possano essere i confini tra ciò che è
umano e ciò che è meccanico.
Questo film ha delle idee interessanti che però non sono
sufficienti per poterlo definire un prodotto completo. In generale, secondo
me, non funziona appieno; siamo di fronte ad un buon film che però a mio parere
non è stato sviluppato completamente e avrebbe potuto essere migliorato sotto
molti punti di vista primo fra tutti quello narrativo. Peccato perché il
regista con i suoi primi due film aveva intrigato anche me che non sono un
amante dello sci-fi, con Humandroid invece non riesce ad entusiasmarmi. Spero
che con i prossimi lavori si faccia perdonare.
Vi linko il trailer del film così se avete voglia potete dare un’occhiata e vedere se vi può interessare.
Antonio Margheriti
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