giovedì 13 ottobre 2016

WAYWARD PINES 2 - COMMENTO EPISODIO 9

Con questo nono episodio alcuni filoni narrativi cominciano a giungere ad una conclusione. Si tirano le somme sugli eventi descritti, si cercano di riallacciare i rapporti tra la prima interessante stagione, la seconda confusionaria e il passato dal quale tutto ha avuto origine. È proprio dal passato che arriva il più importante colpo di scena di questa seconda stagione, ovvero la parentela stretta, e quindi l’incesto, che si cela dietro il rapporto tra Jason e Kerry. Il twist è, come detto, d’effetto: prende, coinvolge e lascia per qualche attimo interdetti; ma allo stesso tempo dimostra ancora una volta le scarse abilità di scrittura degli sceneggiatori. Fino a quel momento infatti il punto chiave della situazione era stato il futuro imminente della popolazione di Wayward Pines, costretta al ricongelamento a causa della minaccia degli Abby. Il problema però sorgeva in merito alla mancanza di capsule sufficienti a garantire un sonno tranquillo a tutta la popolazione. La questione era stata portata avanti con un certo raziocinio, producendo uno scontro ideologico vivissimo tra l’etica del bene comune e la scelta del bene individuale. Tutto ruotava attorno alla figura di Kerry, legata sentimentalmente al despota incaricato di censire la popolazione, ma contemporaneamente inadatta a riprodursi e quindi considerata un peso morto da una società in necessaria espansione. Tutto è ruotato attorno a lei fino al successivo colpo di scena, quello della maternità, che, con le sue conseguenze, ha totalmente distrutto il dilemma etico. La creazione e la devastazione di uno spunto narrativo intelligente in così breve tempo sottolinea ancora una volta lo spreco di capacità che questa serie rappresenta.


I collegamenti col passato, stavolta gestiti in maniera accettabile, sono però passati da una forzatura nel ritmo della puntata. Se nel precedente episodio eravamo stati lasciati sul più bello, quando si prospettava uno scontro aperto tra le tre fazioni, la scelta di concentrarsi nuovamente su Pilcher attraverso l’espediente del flashback ha inevitabilmente gravato sul ritmo delle azioni dei protagonisti nel futuro. Gli Abby sono stati accantonati per lunghi tratti, la popolazione ha dimenticato inspiegabilmente di avere gli strumenti necessari a rivoltarsi contro le autorità e l’intera narrazione futura ha cominciato ad assumere una direzione lenta e prevedibile. Sembra quasi che gli eventi si siano quasi fermati per un’intera puntata, per lasciare allo spettatore la possibilità di assimilare le notizie provenienti dal passato. Un’altra serie che negli ultimi tempi ha fatto un uso discutibile dei flashback è Stranger Things, capolavoro di Netflix in salsa anni ’80. Nel caso di quest’ultima, i flashback, importanti e significativi a livello di trama per lo sviluppo presente dei personaggi, sono stati dilazionati e hanno sempre rappresentato un punto attivo della trama, un movimento ritmicamente in linea con gli eventi presenti. In Wayward Pines ciò non accade, e ogni flashback è sinonimo di momento morto, talvolta anche inutile ai fini di una conclusione delle vicende.
La morte di Jason è avvenuta in circostanze casuali e per niente credibili. Non è ben chiaro come sia possibile che una coppia arrivi allo scontro fisico pochi attimi dopo l’ammissione del loro amore. Possiamo in qualche modo giustificare una tensione di fondo per i nervi a fior di pelle causati da un lato dalla mancanza di capsule sufficienti, e dall’altro dall’avanzata degli Abby, ma ciò che accade è improbabile per dinamiche e tempistiche. Sulla scia di Game of Thrones e delle nuove serie tv che non sarebbero all’altezza senza un giusto quantitativo di defunti illustri, Wayward Pines ha cercato la strada dell’empatizzazione emotiva, fallendo miseramente per l’incapacità di gestire le morti. La morte è un momento sacro nella televisione, è il momento di massimo pathos, è il momento in cui un personaggio al quale siamo affezionati esce definitivamente di scena. In questa seconda stagione invece la morte è stata solamente utilizzata come cesura rispetto ai personaggi chiave della prima stagione e come colpo di scena. Le premesse però non hanno retto rispetto agli eventi, e Wayward Pines ha eliminato se stessa insieme ai suoi personaggi, lasciando visibile una scarna struttura di fondo che non può resistere senza il sostegno dei volti noti.


Con la morte di Jason si aprono alcune vie percorribili, non tutte battute ma molte rischiose. Da quello che ci viene mostrato non riusciamo a dire con certezza se Kerry sia rimasta ferita gravemente dallo scontro con l’amore della sua vita (in tutti i sensi). Appare intrigante la posizione di Theo e di CJ, ultimi due elementi dotati di un minimo di leadership. Se anche Kerry dovesse ristabilirsi dallo scontro, credo che la sua posizione possa combaciare con quella del dottor Yedlin, almeno rifacendoci alla fiducia con cui avvenivano i dialoghi tra i due personaggi. Restare dunque o lasciare tutto e incontrarci tra cent’anni? Cosa sarà della popolazione prima dell’arrivo dell’apocalisse?

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