Non mentirò: la scelta dei titoli da inserire nella Top,
per una questione di abbondanza, mi ha rubato molto più tempo, ma anche questa
flop mi ha impegnato, nel senso opposto però. Ho trovato delle difficoltà nella
scelta dei film perché faticavo ad arrivare alla cifra tonda. Ho deciso così di
allargare il senso di flop anche a delle riflessioni più ampie che contengono
il film in questione.
Buona lettura dunque!
Cosa sono quei forconi? Perché avete acceso le fiaccole?
10 - Captain America: Civil War
Partiamo discretamente male. Ecco il primo esempio di
allargamento del senso di flop. Sorvolando su alcuni problemi minori, Civil War
non è un film cattivo in sé, risulta invece godibile, divertente e ben
costruito per intrattenere nella sua durata. Ciò che rimane in negativo è però
la deludente sensazione di incompiutezza: le storie cinematografiche della
nostra generazione non terminano, continuano e si ripetono a ripetizione. Le
trame ormai sono inflazionate e i nuovi capitoli delle saghe ormai storiche non
riescono quasi mai ad aggiungere qualcosa di nuovo. Situazioni già viste
ritornano e cercano di prendere come la prima volta, ma sono sinceramente
stanco di questo cinema spezzatino. Ci hanno dilazionato il campionato, ora lo
fanno col cinema. Io continuo ad emozionarmi sempre più per le storie che
riescono a compiersi nella compitezza del linguaggio cinematografico. La
serialità lasciamola alla TV.
Rogue One Insegna.
Per approfondire: Civil War e i 5 Buchi di Trama
9 - The Pills - Sempre Meglio che Lavorare
Avrei davvero voluto che questo film finisse a sorpresa
nella Top, ma il gruppo romano dei The Pills non riesce ad abbandonare del
tutto il suo format classico e cede dopo un inizio molto promettente.
Il clima è lo stesso degli sketch della rete, il problema
è la costruzione di una trama che possa legare assieme una serie di gag
divertenti e mestamente vere. Il film si fonda sulla crisi d’identità dei tre
componenti del gruppo, ma le situazioni trascendono dalla realtà romana e
finiscono rapidamente in un surreale sconnesso e poco ispirato. Lo spettatore
perde interesse nella narrazione e le scene smettono di intrattenere come
dovrebbero. Il film scivola così nell’anonimato dopo premesse interessanti. Un
esperimento riuscito a metà, che mostra potenzialità già palesi, ma anche molti
limiti.
“Non lo uso più quel coltellaccio”.
8 - Suicide Squad
Altro cinecomic. Altro discorso da fare.
Suicide Squad è un film realizzato con un certo budget e
una struttura vagamente cinematografica, ciò che manca è un senso. E un Joker
degno. Tutto nasce da una situazione venutasi a creare in seguito alle
iniziative dell’azione governativa. Un serpente che si morte la coda,
estraniandosi così dal resto dell’universo DC. Se non fosse per il Joker e per
la sua consorte Harley Quinn, questo film risulterebbe totalmente inutile,
oltre ad essere sceneggiato male e montato a mo’ di trailer super accattivante.
E quando ad un film che dovrebbe fondare il suo appeal sulla continuity della
serialità cinematografica togli la serialità resta purtroppo un prodotto scialbo
. Non metto in dubbio che questo film possa essere piaciuto a qualcuno, anch’io
non ho completamente disprezzato lo sviluppo simile ad un cabinato vecchia
scuola, ma se Civil War mi aveva lasciato poco, pur essendo un prodotto ben
fatto, qui il senso di incompiutezza è ancora maggiore.
7 - XOXO
Come promesso all’inizio della Top 15, eccoci a parlare
di uno dei cavalli di battaglia del nuovo cinema, o di quello che vorrebbe
spacciarsi per il nuovo cinema, Netfix. XOXO è stato uno dei film originali più
pubblicizzati con video all’apertura della piattaforma, banner e perfino
pubblicità di rimando su altri siti. Mamma Netflix voleva tentare di produrre
qualcosa di alternativo, raccontando gli eventi di un festival di musica
elettronica statunitense, ma il risultato è stato banale, noioso e deludente,
soprattutto rispetto alle aspettative stilistiche che il film proponeva. La
storia si declassa subito a ritrita favola moderna e la rotta diventa
incontrovertibile verso la perdita di ogni tipo di interesse. Sai fare di
meglio, Big N!
6 -The Accountant
Un contabile autistico aiuta i malviventi a riciclare il
denaro sporco. L’FBI gli è alle calcagna ma non riesce a collegare i tasselli.
Una trama sulla carta da thriller di spessore che si
ripiega su sé stessa fino a perdere di credibilità e cadere nell’americanata
facile. Lui si innamora di lei e il film si trasforma nel solito thriller
involontariamente comico in cui la ragazza scopre la seconda vita dell’uomo e
insieme devono scappare dai due fuochi che li braccano. Poi il protagonista
diventa inaspettatamente superman. Poi un colpo di scena finale improbabile
rovina il salvabile che era rimasto.
Ah, il protagonista è Ben Affleck. Molto credibile.
Quando non parla.
5 - Warcraft - l’Inizio
Duncan Jones Bowie (Moon, Source Code) e Blizard, un
connubio meraviglioso. Forse.
Warcraft è la fine del cinema fantasy. Una noia mortale
realizzata in maniera fastidiosa per gli occhi che si sviluppa sui soliti
stereotipi. Il bene e il male, la guerra, il voltagabbana di un personaggio
chiave, i più fragili che risolvono la situazione generata dai governanti, e
poi? E poi un rinvio, perché questo è solo l’inizio della trilogia degli orchi
e degli uomini. A tratti vicino al peggior Eragon, punto di riferimento per lo
squallore fantasy. Un film da evitare
4 - Batman V Superman
Probabilmente la delusione dell’anno. Zack Snyder non perde occasione per provare le tesi dei suoi detrattore e confeziona uno dei peggiori cinecomic di sempre, tra buchi di trama, errori logici, problemi tecnici e una narrazione costruita sui trailer. Tutto questo film è un trailer: personaggi si ritrovano in una particolare situazione, le cose prendono una certa piega e la scena cambia d’improvviso proprio sul più bello. Sembra quasi che il film sia stato girato in modo corretto e in fase di montaggio abbiano scelto di tagliare le sequenze conclusive di ogni scena. Così, per lasciare un po’ di suspance.
Lex Luthor, Martha, Ben Affleck con la corazza, Ben Afflex senza corazza, Wonder Woman. Potremmo andare avanti per giorni a ridere di questo film. Sono riuscito a rimanere in sala solo cominciando a cercare il lato comico di ogni cosa accadesse sullo schermo, ed è stato fantastico. Il film più divertente dell’anno.
3 - Most Likely to Die
Altra scommessa rilanciata da Netflix in Italia. La trama
è la solita del teen slasher: un gruppo di ragazzi si ritrova dieci anni dopo
il diploma. Qualcuno manca però all’appello e un uomo vestito da con una toga
blu comincerà a seminare il panico nella villa dei malcapitati.
Nonostante il mio amore per le atmosfere slasher, questo
film rasenta il trash più basso. Dagli attori alla regia tutto mostra i limiti
del budget con cui il prodotto è stato realizzato. Il classico film da guardare
in compagnia per farsi 44 risate.
Poi l’assassino usa il cappello del diploma come frisbee
per mozzare le teste. Di cosa stiamo parlando?
2 - Bianco di Babbudoiu
Se lo scorso anno la prima posizione era occupata da
quella vecchia volpe di Jerry Calà, poteva quest’anno mancare il cinema
italiano? Certo che no, ed ecco che tornano dalla morte artistica di Colorado
Pino e gli Anticorpi per realizzare una commedia degli equivoci, alla ricerca
di una somma di denaro in Sardegna per ripagare un grosso debito bancario.
A volte si sminuisce un film parlando delle sue
componenti tecniche in relazione al mondo della televisione, ma non è questo il
caso. Se Bianco di Babbudoiu fosse stato realizzato con dei modi televisivi
sarebbe un capolavoro. Questo è solamente il caso in cui per portare un film al
cinema non deve per forza trattarsi di cinema, basta anche Pino e la Lavatrice.
Pino e la Lavatrice, non so se mi spiego.
1 - Shut In
E a regnare in questa classifica dell’orrido è l’ultimo
arrivato. Fresco thriller statunitense che ci prova e non riesce mai. Da un
primo tempo semplicemente inesistente si passa lentamente ad un finale malato,
sconclusionato e incongruente. Tutto il film sarebbe sommariamente migliore di
Bianco di Babbudoiu, se non fosse per l’orripilante colpo di scena che regge
tutta la seconda parte. Ad un certo punto le cose cominciano ad accadere senza
apparenti motivi logici e quello che sembra un horror con le porte che sbattono
diventa un thriller-action alla Man in the Dark, senza la costruzione di Man in
the Dark.
Se per vincere lo scettro della Flop bisognava eccellere
nell’orrido, questo film regala perle di infinito squallore.
La morte di Doug è l’emblema di questa classifica. I
Cinema2days fanno anche brutti scherzi.
Siamo arrivato alla conclusione di questa serie di
articoli. Tra cinecomic stantii, horror non horror e filmacci italiani io vi
saluto, sperando che il 2017 non produca mostri simili. La dura vita del
(quasi) recensore. Molto quasi e poco recensore.
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