martedì 29 novembre 2016

LE CARTE SBAGLIATE

Il sette di cuori

Il re di picche

Il tre di bastoni

Un disegno imbrobabile

Un cavallo svogliato

In assenza di altro giocai la mia carta




Avevo un pensiero e solo quello in mano, un pensiero mio era quello che restava. Giocavamo da molto, il fumo invadeva la stanza e sbiadiva i colori. Il grigiore unificava il tavolo lercio. Giocai la mia mano, sollecitato da destra, poi da sinistra. Giocai impaurito, poggiai con cautela per non infastidire il signore sulla carta di sotto, ma il pensiero mi tornò in mano. Ancora un invito. Ripresi il pensiero, lo fissai e lo scagliai con forza, convinto di averlo ben impresso al centro dell’attenzione, ma come un boomerang il pensiero mi tornò in mano. Una voce si alzò spazientita. Imbarazzato e colla fronte corrucciata presi deciso il pensiero mio e lo sbattei con forza sulla cima di carte usurate,e lì rimase. Alzai lo sguardo nella nebbia per cercare qualcuno, ma ognuno si guardava bene dal mostrare gli occhi sotto i copricapi sgualciti. Abbassai allora lo sguardo sul tavolo e non trovai più la mia carta; era scomparsa, resasi invisibile sulla pila delle altre. Il gioco continuò. La mia carta si era persa nel fumo di sigaretta e alcool, unificata col tavolo lercio di giocatori perduti.

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