FILM: Colpa delle Stelle (2014)
E alla fine l’ho visto anch’io. Parlare di un film così
emotivamente carico e potente potrebbe essere rischioso. Una receimpressione che
si rispetti deve anche analizzare gli aspetti tecnici del prodotto che tratta,
ma in questo caso il valore sentimentale è oltremodo superiore e ingombrante,
per cui cancellate la parola “recensione” dalla vostra mente e lasciate “impressione”.
Questa la mia impressione sul film che ha commosso il mondo nel 2014,
ovviamente senza voto.
Sinceramente partivo abbastanza prevenuto nei confronti
di questa pellicola considerandola principalmente un prodotto per giovani
ragazzine che ascoltano musica dozzinale, oggi leggono storie strappa lacrime
(o strappa storia lacrime, l’ordine lo decidete voi) e domani leggeranno
romanzi Harmony; ma avevo torto. Avevo torto in partenza perché il film non è
rivolto solamente al pubblico descritto da me sommariamente qui sopra: il
destinatario di Colpa delle Stelle è chiunque che abbia un minimo di cuore a
questo mondo. La trama (che immagino ormai conosciate tutti a menadito) parla
della storia d’amore quasi impossibile tra una ragazza malata di cancro e un
giovane senza gamba, persa anni prima per lo stesso male. Il film si divide in
due due grandi parti: nella prima abbiamo la protagonista, Hazel Grace, che
tenta invano di allontanare il ragazzo per evitare di ferirlo, nella seconda
invece veniamo a sapere dell’aggravarsi della malattia sopita del ragazzo,
Augustus, e, prima che il pubblico se ne renda conto, la situazione degenera
verso il dramma reale e tangibile, atmosfera perfettamente ricreate grazie alle
interpretazioni struggenti dei due protagonisti. Quel discorso sulla panchina
ad Amsterdam colpisce lo spettatore al cuore, ma una speranza ancora persiste
in fondo all’anima. La scena che davvero taglia le gambe ad ogni pensiero
positivo è senza dubbio quella in cui Augustus chiama Hazel Grace nel cuore
della notte perché lontano da casa, fisicamente provato ed immobilizzato dal
terrore di morire. Una scena forte e terribilmente realistica che uccide
definitivamente il perfetto amante a cui ci si era affezionati in precedenza.
Crisi, perdita di forze, risultati negativi, interruzione
della terapia. Tutto orribile, tutto vero.
Il finale chiuso ma aperto, incentrato su quella mail che
non avremmo mai voluto leggere, poi, strappa fiumi di lacrime e fa riflettere
sull’importanza della vita, sul poco tempo che ci è concesso rispetto all’infinito,
sui piani, sui sogni infranti e sul ricordo. È importante essere ricordati da
tutti? Quanto durerà il nostro ricordo? Quanto contano le ultime parole? Di Bob
Marley ne è esistito solo uno e Ziggy lo sa. Nella realtà le persone si
ammalano, soffrono, perdono un po’ di dignità e se ne vanno in silenzio. Senza preavviso.
Senza discorso finale. Di fronte alla morte non ci sono eroi. Ciò valorizza la vita.
Un film che sa toccare le corde giuste, non per tutti, ma
consigliato a tutti.
FILM: School of Rock (2001)
Un classico moderno che sta invecchiando meglio ogni anno
che passa. Il one man show Jack Black (di cui avevamo già parlato in relazione
a The Brink) si carica sulle spalle l’intera pellicola riuscendo a non far mai
stancare lo spettatore. Tutti i personaggi, in particolar modo i bambini
prodigio, sono caratterizzati in maniera perfetta e ciò li rende immediatamente
riconoscibili ed adorabili. Zack il chitarrista, Freddy Jones, Lawrence e la
sua pistola, Summer presidente degli Stati Uniti, le coriste, lo stilista, i
bodyguard e il tecnico delle luci. Tutti fantastici e indimenticabili.
La trama forse non mostra grandi aspetti innovativi, ma l’argomento
della musica è trattato in maniera encomiabile e unica, mostrando realmente
quanto tale magnifica arte possa valere per la vita di un uomo che la società
considera uno sconfitto e per dei bambini innocenti incatenati dall’istruzione
e dalle regole benpensanti. Il finale, inteso come liberazione da tutti i
pregiudizi, le catene e la maldicenze, si mostra a noi in tutta la sua potenza
emotiva. Un tripudio di musica, rivincita e ottimo cinema.
In realtà questa receimpressione avrei potuto postarla
già qualche tempo fa: in casa mia School of Rock è d’obbligo una volta ogni 2/3
mesi e ormai io e mio fratello non sappiamo più in che lingua guardarlo per
poter rendere la cosa più interessante. Ormai sappiamo tutte le battute e
cantiamo a squarciagola le fantastiche canzone che scandiscono il perfetto
ritmo del film; specialmente quelle originali. Forse non un capolavoro, ma
indubbiamente uno dei film che sento più miei. VOTO: 9
FILM: Mal è il Nostro Produttore Segreto (2015)
Quando mi sono imbattuto in questo documentario sugli
esordi degli Elii pensavo si trattasse di un lavoro semiserio: eventi veritieri
narrati con la scanzonata comicità nonsense che da sempre contraddistingue il
gruppo di Stefano e i suoi amici. La storia ci viene presentata da un inedito
Mal che, decisamente a sorpresa, si presenta a noi come produttore segreto
degli Elio e le Storie Tese, ossia mente geniale che ha guidato nell’ombra la
band al successo tra gli anni ’80 e i ’90. Al momento c’ho creduto. Ho davvero
pensato che il frontman dei Primitives potesse aver avuto un ruolo così
importante nella nascita e nella crescita di una delle band più talentuose e al
contempo sottovalutate d’Italia. Quando invece sono venuto a sapere della
montatura alla base di tutta la storia mi sono sentito poco intelligente, molto
poco intelligente. Oltretutto questa storia di Mal l’ho anche raccontata in
giro finché l’ho ritenuta plausibile. Povero me, che figuracce che mi fai fare, Stefano.
Per il resto la solita spensieratezza e la solita
bravura. Semplicemente EELST. Anche se la modella pochissimo vestita che talvolta
si alternava al grande Mal proprio non l’ho capita. Forse ho perso un
passaggio. Anche se il fatto che questa signorina fosse presentata come direttrice
dell’ufficio stampa, o simili, del gruppo poteva in minima parte farmi
sospettare di qualcosa. Che ragazzo sbadato. VOTO: 7
ALBUM: Bad Blood (2013)
Album di maggior successo dei Bastille, ovvero la colonna
sonora degli ultimi tre Fifa. Più della metà delle canzoni contenute in quest’album,
infatti, sono ormai di dominio pubblico tra singoli, pubblicità e appunto
videogiochi simulativi di calcio. Il tono scelto dalla band londinese è
decisamente leggero e i brani scorrono in maniera semplice, mai tediosa. Indubbiamente
non ci troviamo di fronte ad un capolavoro della musica contemporanea, ma se
adattate ad un contesto corretto, le musiche dei Bastille possono essere assai
piacevoli. Nei brani di Bad Blood infatti si respira chiaramente l’odore del
mare, delle vacanze, delle amicizie giovanili, delle sere tarde e delle notti
infinite, degli amici. Racchiudere tutte questi profumi in un solo album non è
cosa da tutti, pur riconoscendo poca inventiva e originalità. Pompeii, Flaws,
Laura Palmer, Oblivion, tutte colonne sonore di un’estate. La citazione a Twin
Peaks, poi, è qualcosa di spettacolare. VOTO: 7.5
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