Aquarius ha perso l’equilibrio narrativo che aveva
mostrato di avere nelle prime puntate, andando ad evidenziare lacune di
scrittura abbastanza evidenti. Abbiamo ormai perso di vista il vero obiettivo
delle serie, ossia quello di riportare in vita il caso Manson e gli
psichedelici anni ’60, con le loro contraddizioni, ma soprattutto con la loro
rivoluzionaria forza dirompente. Niente di tutto ciò. Acquarius preferisce
aggiungere, confondere e abbondare. Alla trama principale legata al malvivente
folk si sono aggiunte, nel corso delle puntate, troppe sottotrame troppo poco
interessanti per dare consistenza ad un sacco di juta sostanzialmente vuoto, se
non per qualche insetto.
Ci sono storie di troppo che rovinano l’esperienza
e dimostrano l’immaturità degli individui a capo del progetto. Obiettivamente
l’intera storia riguardante il figlio di David è parsa fuori luogo e forzata.
C’era già abbastanza elementi su cui lavorare e attraverso cui costruire la
serie e ricostruire gli anni ’60; non vedevo la necessità di muovere una
critica all’esercito attraverso una linea narrativa così ingombrante e vicina a
quella principale.
Lo stesso protagonista, a furia di cambiamenti repentini
e sbalzi d’umore, sta diventando progressivamente sempre più vittima degli eventi, snaturando i suoi principali connotati all’inizio della serie. Sta
perdendo credibilità insomma. L’alcool, che sembrava un tabù infrangibile fino
al terzo o quarto episodio, è diventato parte integrante del personaggio senza
fare il minimo rumore. Senza mostrare davvero una caratterizzazione
sentimentale convincente, Fox ha ristabilito una relazione potenzialmente
duratura con la sua vecchia fiamma, nonché madre della ragazza scomparsa
all’inizio, e poco dopo i rapporti tra i due si sono raffreddati nuovamente per
poi riaccendersi al ritmo di un brano anni ’40. Una serie di eventi che non
riesce a toccare lo spettatore, ma che scivola nel più totale disinteresse.
Il precedente commento si era chiuso con il blitz dei
vecchi giovani innamorati per salvare la stupefatta Emma. Una volta sottratta dalle grinfie del perfido manipolatore, la madre decide di allontanarsi
nuovamente la lei per affari personali lasciandola nelle mani di un burbero
babysitter. Un’idea assai azzeccata e decisamente comprensibile direi. Chi di
voi, dopo aver recuperato la figlia rapita, si allontanerebbe da lei? Io non
saprei, probabilmente dipenderebbe dalla figlia. Tutto ciò per sottolineare un
altro enorme problema della serie: la gestione dei tempi. Tutto è affrettato,
confusionario, inconsistente. Nello stesso episodio un personaggio cambia umore
innumerevoli volte e ciò lo porta a fare scelte diametralmente opposte. True
Detective e Breaking Bad ci hanno insegnato quali siano effettivamente i
tempi scenici perfetti per rendere un personaggio credibile. Aquarius, in
questo senso, perde completamente di vista l’obiettivo andando ad infrangersi
contro l’onda generata dai suoi predecessori, un’onda che ha smosso l’intero
mondo delle serie tv.
L’unico personaggio che probabilmente si salva dopo sei
episodi è il giovane agente Shafe che,a parte una parentesi incoerente negli
alloggi del ricercato genio del male, mantiene ancora un minimo di coerenza e
assume dei connotati sempre più realistici attraverso la sottotrama riguardante
il colore della pelle della compagna.
Sinceramente non so più cosa aspettarmi. Mi piacerebbe se
la serie fosse parzialmente snellita da ricami arzigogolati superflui e
tornasse a ricalcare le orme che la stavano portando verso lidi ameni fino ad
un paio di settimane fa, ma credo anche che, una volta intrapresa una strada
così complessa e travagliata, tornare indietro sia quasi impossibile. Mi piacerebbe
rivedere i protagonisti investigare su Manson alla ricerche di prove che
possano incastrare quello che all’alba dei tempi era stato etichettato come principale
antagonista della serie. Mi piacerebbe se ci fosse più ordine in modo da
valorizzare i molti spunti positivi che, pur nel marasma generale, Aquarius
continua a mostrare. Ciò che probabilmente genera più sdegno negli spettatore
che, come me, ancora ci credono, sono appunto le potenzialità che la serie sta
sistematicamente sprecando. Non ne interrompo la visione commentata, ma le aspettative
ormai sono estinte.
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