Che Aquarius abbia smarrito la retta via pare ormai
chiaro a tutti. Non perderò il mio tempo quindi a cercare di salvare il
salvabile, perché tra umori ballerini, eventi poco interessanti e confusionari
e pessima gestione dei tempi, trovare il salvabile sarebbe già impresa ardua. Vorrei
invece parlarvi di ciò che Aquarius sarebbe potuto essere, ma che evidentemente
non è stato e non credo possa essere
nelle successive puntate. O meglio, potrebbe essere stato, ma non nel modo
giusto. È un discorso contorto, lo so, ma mi capirete solo leggendo. Quindi Aquarius
sarebbe potuto essere…
… la storia travagliata di un poliziotto moralmente retto,
ma dai modi burberi e con un passato da alcolista, che cede spesso ai piaceri
della carne e non riesce a dare un ordine alla sua vita, ma continua
imperterrito a risolvere casi con le buone o con le cattive, sfruttando le
conoscenze che anni di vita di strada gli hanno garantito. Se poi una storia
del genere fosse stata ambientata negli Stati Uniti durante i turbolenti e
rivoluzionari anni ‘60, allora ci saremmo trovati di fronte ad un prodotto
usuale nella narrazione e nella trama, ma innovativo ed accattivante nello
stile.
… la storia di un giovane agente negli stupefacenti
sixties che contemporaneamente fa uso di droghe illegali (per lo più leggere) e
viene scelto per indagare sul pericoloso narcotraffico messicano, trovandosi
inevitabilmente a nascondere le proprie attitudini tra due fuochi che
rappresentano due aspetti fondamentali della sua vita. Cosa fare
dunque? Quale parte appoggiare? Meglio tenersi saldo un lavoro statale ben
retribuito o far valere le proprie ideologie mostrando l’elemento umano della
macchina? Se a questa simpatica storiella aggiungessimo anche maggiore violenza
e maggiore pathos, a mio avviso, otterremmo una serie da candidatura all’Emmy,
qualità permettendo.
… la storia di un criminale efferato che raggira giovani
ragazze per abusa di loro e per convincere a sostenere il suo sogno di
diventare musicista folk. Questa storia sarebbe più interessante se ci fosse
davvero uno stuolo di poliziotti alle calcagna del malvivente. Una corsa contro
il tempo per scoprire l’ubicazione del circolo giovani amiche e per incastrare
l’antagonista (che, scegliendo un nome a caso dal cappello magico, chiameremo
Charles) magari facendo leva sul possesso e lo spaccio di stupefacenti, sul
sequestro di minore, sull’abuso di minore, sul furto, sulla rapina privata, ecc…
Diciamo che questi ipotetici agenti avrebbero qualche piccolo ed insospettabile
crimine per incastrare il giovane e dannato Manson (ops, mi è scappato anche il
cognome).
… la storia di un
giovane militare appena arruolatosi nella marina statunitense e costretto a
scontrarsi con la dura verità della guerra in Vietnam, che si ribella al
sistema e decide di denunciare al mondo le terribili torture che il popolo
asiatico oppresso è costretto a subire giornalmente da quelli che in patria
sono considerati molto più che eroi. In questo tortuoso percorso di verità
verrà però osteggiato dal governo e dai massimo esponenti dell’esercito fino ad
arrivare alla morte del giovane protagonista, ormai abbandonato anche da coloro
che un volta lo sostenevano. Una storia triste ma comunque storicamente assai
plausibile.
… la storia di un famoso attore di Hollywood trovato
morto, nudo e crocifisso nel suo camerino durante le riprese di un film. Si verrà
poi a sapere che il celebre interprete era omosessuale e i produttori volevano
in tutti i modi nascondere la verità sulla sua sessualità affiancandogli spesso
avvenenti escort che fingessero di essere la sua compagna. Magari si scoprirà
anche, nel corso delle indagini, che l’attore era originario dei territori
filosovietici e che ciò potrebbe essere stato il movente dell’efferato
omicidio, considerando il clima che si respirava negli Stati Uniti durante la
Guerra Fredda.
… la storia di una donna agente di polizia che, negli
anni ’60, quando ancora le donne venivano discriminate per il loro sesso, cerca
di emanciparsi lavorando sottotraccia ai casi più importanti del commissariato
e riuscendo a risolverli prima dei colleghi, mostrando al mondo il futuro.
Perfino la storia del prete poker face sarebbe potuta
essere molto più interessante se approfondita e analizzata con i giusti tempi. Credo
comunque che il fondo lo si sia toccato quando un agente del distretto
pronuncia al protagonista una frase tipo: “Ma poi quella ragazzina scomparsa?”;
e la scena cambia repentinamente. Trame scollegate e sconclusionate che
talvolta si perdono nel marasma generale. Dare un ordine ed un senso a tutto
ciò mi risulta davvero difficile. Neanche il colpo di scena finale è riuscito
in qualche modo a smuovere la mia curiosità nei confronti dei prossimi decisivi
episodi e sinceramente, con The Knick e Fargo da seguire più assiduamente per
meriti palesi, non sono sicuro della prosecuzione di questa rubrica ormai
settimanale. Forse la concluderò, forse scriverò un articolo “Perché non ho
concluso Aquarius”. Chissà.
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