Voglio essere sincero con voi, miei fedelissimi seguaci,
non ho resistito oltre, troppe persone me ne hanno parlato e nel bene o nel
male questa è la serie degli ultimi 5/6 anni (dopo quella con l’aereo, l’isola
e la botola mi pare). “Game Of Thrones” mi ha preso molto e ho divorato le
prime due stagioni in una settimana. Ciò ha inevitabilmente influito sulla
quantità di materiale di cui fruisco settimanalmente, quindi mi scuso se le
Recensioni della Settimana di oggi si presentano a voi in forma diversa, ridotta
e per certi versi alternativa (ma continuate a leggere se siete curiosi).
Comunque della serie tratta dalle opere di Giorgio Martino ne parleremo e ne parleremo
assai. State pronti, Winter is Coming.
FILM: 21 Jump Street (2012)
Hill e Tatum, opposti che in un certo senso si attraggono
e funzionano come coppia comica. La trasposizione cinematografica dell’omonima
serie tv degli anni ’80 porta sul grande schermo una comicità che a tratti
sfiora la demenzialità di Seth Griffin, ma si ferma prima e non riesce ad
essere pienamente una commedia nonsense. La struttura è la solita: due
poliziotti appena assunti vengono scelti per infiltrarsi in un liceo locale
alla ricerca di informazioni riguardanti il fornitore di un gruppetto di
giovani spacciatori.
Il film scorre bene in alcuni tratti, ma si dilunga e si
ripete in altri. Buono l’inizio, buone le scene legate alla prova della nuova
droga, buone le sequenze della festa a casa di Hill. La pellicola si perde
leggermente nella parte centrale, ma soprattutto nel finale attraverso un lungo
e ripetitivo inseguimento e un’infinita sparatoria. L’unico elemento che salva
il finale dalla noia totale è un grandissimo ed esilarante cameo legato alla
serie originale (che purtroppo non ho visto) che non voglio spoilerare, ma
merita.
Tutto sommato un film con qualche picco di comicità degna
di nota e troppi momenti morti in cui le risate mancano o dovrebbero esserci ma
le battute sono scontate e poco originali. La coppia funziona, aspettiamo
quindi di vedere se il seguito “22 Jump Street” riesce a risolvere quei piccoli
problemi che limita il prodotto. VOTO: 6
ALBUM: The Magic Wihp (2015)
Mancavano, e mancavano tantissimo. Dopo 12 anni i Blur
tornano con un album per certi versi classico che riprende le sonorità classiche
della band inglese. Torna anche la voce ovattata, intima e personale di Damon
Albarn che ha servito in prestito in questi anni quella band virtuale tanto
famosa. Come detto l’album si presenta in maniera molto classica, molto, troppo
classica. La musica è di qualità, ma manca di picchi interessanti che elevino
il livello del prodotto. Una linea teorica seguita troppo strettamente
probabilmente. Non siamo però di fronte ad un prodotto scadente o poco
godibile, siamo di fronte ai Blur e questo non si discute. “Pyongyang”
movimenta un po’, “Lonesome Street” singolo di qualità, da ascoltare e
riascoltare, “There Are Too Many of Us” testo intelligente e ritmo
coinvolgente. Un ritorno gradito e indubbiamente promettente. Blur is back.
VOTO: 7.5
FUMETTO: Scottecs Magazine 1&2 (2015)
Si, da oggi parliamo anche di albi a fumetti che mi hanno
particolarmente impressionato nella settimana corrente. Oggi è il turno di
Scottecs Magazine, trasposizione cartacea delle migliori strisce e storie brevi
brevissime dell’osannato yotuber italiano (quello che traduce le hit del
momento con google translate; “Così mi chiamano forse” per capirci). Se ve lo
foste persi, il Veronese Simone Albrigi, in arte Sio, ha comiciato una serializzazione
trimestrale per Shockdom (casa produttrice che valorizza intelligentemente i
fenomeni letterari e di costume giovanili) nella quale raccoglie le fiabe brevi
che finiscono malissimo di Muzzopappa, le ricette della signora
Mariangiongiangela, Avventur Land e molto molto altro.
Il livello è medio-alto e, nonostante siano solo 64
pagine che scorrono in brevissimo tempo, il costo dei volumi è più che
giustificato. Se amate una comicità nonsense intelligente e citazionistica,
questo è il prodotto che fa per voi. Il secondo albo probabilmente supera anche
il primo. Ho provato davvero a completare la sezione di enigmistica, ma ho
avuto non poche difficoltà; sfido voi a farlo. VOTO: 8
FILM: Lo Stravagante Mondo di Greenberg (2011)
Il regista cult Noah Baumbach dirige Ben Stiller in una
commedia decisamente alternativa e lontana dagli schemi classici a cui siamo
abituati. Qui non si ride molto, ma quando capita lo si fa in maniera
intelligente e mai banale. Il punto forte della pellicola è indubbiamente lo “stravagante”
protagonista che da solo regge tutta la trama senza voler però rientrare in una
veste predefinita che gli garantisca il successo tra il pubblico medio;
Greenberg è Greenberg, è umano, eccentrico, sopra le righe, antipatico,
scontroso e indubbiamente realistico. Egli impersona un individuo non proprio al
passo coi tempi che soffre di un principio di alienazione dalla società che lo
circonda e non riesce ad intrattenere rapporti sani e naturali con gli altri.
La svolta arriva quando conosce una ragazza più giovane di lui che, afflitta
anche lei da problemi legati ai rapporti interpersonali, decide di provare a
costruire con Ben un’improbabile storia d’amore.
Se da una parte il protagonista convince e funziona, dall’altra
la trama scade troppo spesso nel grottesco e nel ridicolo abbassando il livello
di un prodotto che sarebbe potuto essere una grande commedia agrodolce molto
riflessiva. Ci si chiede per buona parte del film dove il regista-sceneggiatore
voglia andare a parare. Peccato. Occassione sprecata per Noah. Rimandato. VOTO:
5.5
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