Mad Max: Fury Road (2015) è un sequel di un franchise di
successo degli anni ’80. Suona familiare questa frase no? In effetti in questi
anni sono usciti o stanno per uscire molti sequel di gloriosi film anni ’80:
Robocop (2014), Terminator Genesis (2015), Jurassic World (2015), Star Wars: Episodio
VII - Il risveglio della Forza (2016). Ma,
a differenza di questi ultimi, Fury Road è diretto dallo stesso regista dalla
trilogia originale: George Miller, il geniale creatore del mondo di Mad Max.
George Miller ha voluto fare questo film alla sua maniera. Aveva un’idea in
testa e l’ha portata sullo schermo senza scendere a compromessi (basti pensare
che ha fatto costruire delle telecamere ad hoc per questo film). Ne è uscito un
film assurdo, esagerato, dinamico, grandioso, originale, esplosivo, adrenalinico,
violento, divertente, sfrenato, esuberante, apocalittico, epico.
Mad Max: Fury Road dura due ore e, ad eccezione di pochi
e ben posizionati momenti di tregua, sono due ore frenetiche, convulse e
deliranti. Questo film riesce ad intrattenere lo spettatore in modo unico per
tutta la sua durata. Malgrado tutti i suoi eccessi, nonostante l’azione non si
fermi quasi mai, a dispetto dei continui climax di follia rombante non si ha
mai la sensazione che il film stia andando troppo oltre, non si avverte mai il
desiderio di rallentare. Ci si ritrova esaltati su di un ottovolante di
forsennata violenza dal quale non si vuole più scendere.
Quello che stupisce è la cura e la precisione con la
quale sono state realizzate anche le scene d’azione più esagerate. Il film
rallenta con spettacolari sequenze in slow-motion per farci ammirare meglio
alcune sequenze, poi accelera in alcuni punti per accentuare la frenesia del
momento. Nelle scene dinamiche il regista non rimane quasi mai sui canonici 24
frame per secondo, ma li aumenta o diminuisce in continuazione. Il lavoro di
rifinitura in post-produzione è stato certosino, la maggior parte di Mad Max è
stata girata nel 2012 mentre il film è uscito a metà 2015: vuol dire quasi tre
anni di massiccia post-produzione. In questi quasi tre anni il film è stato
sistemato con un paziente lavoro di cesello fino a farlo diventare quello che è
adesso. Questo lavoro di rifinitura è stato fondamentale per poter conferire al
film quell’atmosfera particolare che lo caratterizza. Il setting post
apocalittico è curato e credibile nella
sua folle assurdità. Ogni luogo viene reso magnificamente e ogni ambiente è
intriso del sapore inconfondibile del mondo di Mad Max: sembra quasi di poter
avvertire il sapore metallico del sangue in bocca, l’odore pungente della
benzina nelle narici, lo scricchiolio della sabbia tra i denti.
Il film non ha un solo protagonista, ne ha due. Infatti,
nonostante il suo nome non compaia nel titolo, l’Imperatrice Furiosa (Charlize
Theron) è alla pari di Mad Max (Tom Hardy) coprotagonista del film, anzi spesso
è proprio Furiosa a rubare la scena a Max. Parlando dei due coprotagonisti mi
sento di dire che entrambi hanno fatto un ottimo lavoro anche se devo ammettere
che ho apprezzato di più Charlize che con la testa completamente rasata e un braccio
amputato interpreta alla perfezione il personaggio di Furiosa. Tom Hardy dal
canto suo raccoglie con abilità l’eredità di Mel Gibson e ci consegna un Mad
Max poco loquace che spesso si esprime con lamenti e grugniti, ma che
nonostante questo non manca di lasciare il segno. Ho apprezzato molto anche il
giovane Nicholas Hoult nel ruolo di un “Figlio di Guerra” che combatte con
dedizione al servizio di Immortan Joe ( è il villain principale, leader dei
Figli di Guerra che lo idolatrano come un semidio) con la speranza di morire in
battaglia e poter entrare così nel Walhalla a banchettare con i guerrieri di ogni
tempo.
Questo film rappresenta anche una pietra miliare per come
vengono concepiti i personaggi femminili nei film d’azione. In Mad Max ci sono
parecchi personaggi femminili: oltre a Furiosa ci sono un gruppo di ragazze
dette Riproduttrici (giovani dell’Harem di Immortan Joe) e un gruppo di anziane
saggie. Queste donne combattano e muoiono esattamente come gli uomini né più né
meno. Una delle ragazze finisce sotto le ruote di un camion? Nessuna musica
struggente, il protagonista non giura di vendicarla con il pugno rivolto verso
il cielo. Ci si comporta esattamente come se fosse morto un personaggio
maschile. Il film, colpevole di mettere e donne sullo stesso piano degli uomini, è stato addirittura accusato di eccesivo femminismo. Per quanto mi riguarda ho
apprezzato molto la scelta del regista di allontanarsi dalle strade battute del
genere action per dare nuova importanza ai ruoli femminili. Ci voleva un
cambiamento di rotta in questo senso.
Un altro aspetto che mi è piaciuto particolarmente è
stata la scelta di non soffermarsi troppo sulla narrazione. Molte cose non
vengono spigate (non sappiamo ad esempio come Furiosa abbia perso il braccio)
mentre altre ci vengono solo accennate. Non penso che queste siano debolezze
del film anzi credo che siano punti di forza. Volersi focalizzare troppo sulla
storia in un film di questo tipo sarebbe stato sbagliato e avrebbe spezzato
inutilmente il ritmo. La trama ci viene fatta intuire al volo e poi siamo subito
catapultati in un’altra sequenza adrenalinica. Lo spettatore non rimane
spaesato dato che il film riesce a far capire il contesto in cui si sviluppa la
vicenda e le motivazioni dei personaggi senza rallentare neanche un po’.
In genere sono scettico nei confronti dei sequel perché
li considero figli di una mancanza di ispirazione ma con questo film George
Miller mi ha dimostrato che non tutti i sequel vengono per nuocere. Mad Max:
Fury Road è un film fantastico e se tutti i sequel avessero la qualità di
questo film non ci sarebbe nulla di male a produrne in continuazione. Questo
film andava fatto perché George
Miller non aveva finito di raccontarci l’epica storia di Mad Max, aveva ancora
un capitolo da scrivere e questo capitolo si è rivelato essere il più
spettacolare di tutti.
Antonio Margheriti
Nessun commento:
Posta un commento