sabato 28 novembre 2015

COSA ASPETTARSI QUANDO SI ASPETTA? - PILOT

Dopo aver riflettuto sull’importanza delle aspettative nella valutazione di un prodotto (film o album che sia), ho deciso di aprire una nuova rubrica, a cadenza casuale (cioè quando mi pare), per esprimere le mie aspettative verso un opera prima di approcciarmicivi, approcciarmivici, di guardarla o ascoltarla insomma. Tale rubrica sarà ospitata eccezionalmente solo oggi sul blog, mentre continuerà imperterrita eimperturbabile sulla pagina Facebook (che trovate qui - mettete mi piace, mi raccomando), in quanto il formato flash mi sembra più adatto al tono e alla lunghezza dell’articolo.


Oggi parliamo de “Il Viaggio di Arlo”, in originale “The Good Dinosaur”, film Pixar del 2015 per la regia di Peter Sohn, all’esordio dietro la macchina da presa. Il fatto che la Pixar, almeno qui in Italia, abbia deciso di far uscire due film nell’arco di pochi mesi, dopo una pausa di quasi due anni dall’ultimo ("Monster University"), potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio, specialmente considerando la qualità assoluta di Inside Out, cartone animato dalle vesti infantili ma dal contenuto assai adulto e profondo. Dai trailer rilasciati in questi mesi ho potuto notare che The Good Dinosaur opta decisamente per una linea più bambinesca mirando direttamente a quel pubblico e quindi senza lasciar intendere direttamente la presenza di messaggi secondari velati e scrutabili sono con occhio critico, magari adulto. L’ambientazione appare molto più colorata, luminosa e giocosa; anche i protagonisti, Arlo e il bimbo dall’igiene personale discutibile di cui ancora non conosco il nome, ma credo si chiami Spot, ci vengono presentati in maniera semplice e immediata, sono caratterizzati con poche linee sinuose e assomigliano, specialmente il dinosauro, a quei giocattoli approssimativi che più o meno tutti abbia posseduto anni or sono. Personalmente ho rivisto nel dinosauro un aspetto giocattoloso che mi ha ricordato direttamente la trilogia (presto quadrilogia) di Toy Story, nella quale, ricordiamolo per gli sciagurati che non lo sapessero, sono presenti due dinosauri: Rex e Trixie. I movimenti sono indubbiamente più fluidi rispetto ai giocattoli di Andy, ma la linea infantile mi pare sostanzialmente la stessa.


Nel film, come suggerisce il titolo italiano dell’opera, si narra appunto di un viaggio compiuto dal piccolo Arlo per ritrovare qualcosa o qualcuno. Le mie aspettative sono quindi incentrate su un road movie, rivolto ad un pubblico pre-adolescenziale, caratterizzato dagli usuali stilemi del cinema di viaggio, ossia la crescita dei protagonisti. Mi immagino dunque un Arlo inizialmente spaventato dal mondo che lo circonda, timido e impacciato (anche fisicamente), che riesce a prendersi una rivincita sulla società esigente solo attraverso la maturazione conferitagli dal viaggio. In questo processo credo che venga collocata anche la figura del bambino selvaggio; una doppia crescita incrociata mi sembrerebbe però eccessiva alla luce del target, quindi suppongo il comprimario venga parzialmente accantonato nel momento in cui si tirano le somme dell’avventura.
Dal punto di vista grafico mi aspetto invece un capolavoro, uno dei migliori lavori Pixar. La luminosità, il realismo nella finzione delle immagini cartoonesche, la costruzione dei modelli poligonali, tutte caratteristiche che mi sembrano sopra la media, a giudicare dalle prime immagini.
Ciò che più mi aspetto è però il momento commovente: ogni Pixar ha il suo momento in cui la lacrimuccia è d’obbligo, e "The Good Dinosaur", vista la fragilità propria del protagonista, promette di non fare eccezione. Io comunque i fazzoletti me li porto.
Un film Pixar meno stratificato e complesso del solito, ma in ogni caso un prodotto sopra la media.


Queste le mie impressioni e aspettative dunque. E le vostre? Avete già visto il film? Lo andrete a vedere? Detestate i film Pixar? Avete avuto un’infanzia difficile? Ditelo con un commento qua sotto o sui social. Io invece perlerò in maniera più approfondita del film in questione solo dopo averlo visto (credo martedì) nella consueta rubrica delle Recensioni della Settimana. Vi ricordo inoltre di mettere mi piace a QUESTA PAGINA se l’articolo vi è piaciuto e se volete continuare a leggere “Cosa aspettarsi quando si aspetta?”. Piccolo spoiler: il prossimo sarà sull’ultimo album dei Coldplay.

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