Album: Smoke and Mirrors (2015)
Secondo lavoro in studio per gli Imagine Dragons,
promettete gruppo indietronico statunitense giunto alla ribalta con Night
Visions nel 2012. Se con il primo anno la band aveva stupito la scena
pop-elettronica mondiale con singoli orecchiabili e immediati, con il secondo
eccedono nella sperimentazione musicale e falliscono miseramente. L’opera manca
di una linea generale che dia un senso al tutto: la prima metà assomiglia ad un
evoluzione elettro-grunge dell’album precedente, la seconda invece si perde
completamente in brani molto diversi tra loro che denotano ispirazioni
disparate, ma troppo lontane tra loro per poter coesistere in un unico lavoro e
quindi risultare piacevoli all’ascolto. Si salvano solamente il singolo “Shots”
e “It Comes Back to You”.
Suoni alti, troppo, assordanti, arrangiamento confuso. Si
sente sempre di fondo un rumore inizialmente caratteristico, simile alle basi
degli Awolnation, ma che alla lunga si rivela stancante, sia per l’orecchio che
per la mente dell’ascoltatore. Album pretenzioso e fastidioso. Canzoni usa e
getta. Pessimo. VOTO: 5
Film: Snatch (1999)
L’Inglese Guy Richie si conferma e dimostra abilità registica
rara firmando LA black comedy per eccellenza. Movimenti di macchina fantasiosi,
toni fantasiosi, montaggio da oscar, risate assicurate. Talvolta i film
prediligono l’intreccio della trama principale a discapito della
caratterizzazione dei personaggi secondari; qui invece vengono valorizzati
entrambi gli aspetti e il risultato è una storia affascinante e intrigante,
ricco di colpi di scena, e una ventina di personaggi indimenticabili. Cult
indubbiamente da recuperare se ve lo foste perso. Pitt esilarante, Statham
stranamente decente, Ford caratterista indimenticabile a sorpresa. VOTO: 8.5
Film: Burn After Reading (2008)
Un film dei fratelli Coen. Solo questo dovrebbe bastare a
riconoscere un buon film, e di fatto questo lo è, ma una trama forzata, un
cambio di stile a metà del film e un finale sostanzialmente mutilato fanno di
Burn After Reading una delle peggiori pellicole del duo più intellettuale di
Hollywood. Il prodotto si rivela alla fine sostanzialmente inutile: buona
l’intreccio iniziale e i rapporti tra i vari personaggi, ottime le
interpretazioni degli attori, su tutte Pitt e Malkovic, curata la regia, ma
nulla più. VOTO: 6,5
Film: Snowpiercer (2013)
Blockbuster sud-coreano arrivato in Italia in punta di
piedi. Bong Joon-ho dirige per la prima volta un cast occidentale, nel quale
spiccano Capitan America e Tilda Swinton, dando vita ad un’avvincente action
movie che cela neanche tanto velatamente una discreta metafora della società
moderna. La regia incespica inizialmente ma poi si riprende anche se talvolta
manca di mordente e risulta troppo confusa nella scene d’azione. La fotografia passa
dal realistico e crudo al fantascientifico a volte troppo velocemente, ma ciò
non disturba lo spettatore ed è funzionale alla contrapposizione dei due mondi
presentati nel film. L’ambientazione iniziale che richiama l’atmosfera dei
campi di sterminio nazisti è sicuramente più ispirata rispetto alle altre che
si incontrano nel corso della storia. Finale debole rispetto alle accuse mosse
per il resto della pellicola, anche se un colpo di scena interessante salva
parzialmente il tutto. Di fondo si ha la sensazione che ottime idee di fondo
non siano state sfruttate appieno e quello che poteva essere un capolavoro del
genere si è rivelato essere un film solo discreto. VOTO: 7
Album: Brothers (2010)
Probabilmente il miglior album del duo alternative rock
The Black Keys. Sonorità particolari che riportano l’ascoltatore direttamente
nel far west, con armi da fuoco poco affidabili e ammassi di sterpaglia che
rotolano sotto il Sole cocente. Linea concettuale rispettata in ogni brano, con
“Tighten Up” e “Ten Cent Pistol” sopra gli altri. Sound interessante e mai
stancante. Un plauso all'esilarante copertina dell'album. VOTO: 8
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