Tempo fa vidi l’intervista di Zerocalcare da Cattelan. In
tale intervista scherzosa e scanzonata vi era anche una domanda relativa alle
serie tv viste dal fumettista. Solo ora ricollego le parole di Zero a Wayward
Pines. Egli distingue le serie in tre categorie: quelle scadenti, quelle
scritte meglio ma che si lasciano guardare in sottofondo e quelle impegnative. Con
questo ottavo episodio, Wayward Pines ha definitivamente deciso di associarsi alla
categoria delle serie da guardare in sottofondo. È possibile fare ciò solo
quando tutto ciò che avviene sullo schermo e al di là dello schermo viene
spiegato da una voce narrante o dai personaggi stessi. La voce esterna, che all’inizio
di ogni episodio fa un rapido recap, poteva già essere un presagio (di morte),
ma è con la scena di Jason accanto al letto di morte di Megan: per rendere la
serie perfettamente in linea col modello “laguardomentremangioeaggiornolahomedifacebook”,
il despota mette da parte la logica comune per rivolgere un discorso banale e
stereotipato alla mentore defunta e uccisa dall’Abby donna. Una tristezza
inenarrabile.
E mentre il giovane leader medita vendetta contro le
aberrazioni, la situazione globale si appiattisce sulle differenze di genere e
sulle categorie consuete di bene e male. Le possibilità di dare vita a
personaggio tridimensionali, combattuti al loro interno, ha lasciato posto alla
caratterizzazione dei libri per bambini in cui i cattivi hanno su di loro tutte
le colpe perché hanno peccato in origine e i buoni invece vengono assolti da
tutte le loro colpe dopo la rivelazione dell’origine dei mali. Nel 2016 siamo
abituati a ben altro, siamo figli di John Locke e Walter White, due
meravigliosi esempi del livello di profondità che hanno raggiunto i personaggi
delle serie tv al giorno d’oggi. Provare ancora a far generare ogni male dall’invasione
di un territorio avvenuta decenni prima e credere di poter far derivare l’intera
caratterizzazione morale dei personaggi da questo elemento di trama è ormai
storia passata. Wayward Pines 2 era già superata prima di cominciare, se le
premesse alla rivolta sono queste. Nel nuovo quadro generale gli Abby hanno
dalla loro la ragione di aver agito per secondi e gli uomini le colpe delle
generazioni precedenti, che come sempre ricadono sui posteri. Troppo facile,
troppo scontato.
Rimane invece interessante la scelta di ampliare e rendere
vivo il contesto distopico in cui gli scongelati si sono ritrovati. Ancora una
volta, con la scusa dell’armamento della popolazione civile, abbiamo assistito
a tensioni e scontri diretti tra le varie fazioni che compongono una società
fallita negli intenti e nei risultati. Come dice Yedlin “Questa città non
funziona!”, e non funziona proprio per la sua vicinanza ai peggiori regimi del
Secolo Breve. Momenti interessanti che sono stati però diluiti troppo nel corso
della seconda stagione, risultando meno trainanti di come sarebbero potuti
essere.
Sostanzialmente questo terzultimo episodio potrebbe
essere riassunto in una forsennata caccia alle streghe che non ha dato gli
esiti sperati. Margareth ha messo in scacco decine di soldati armati ed è
riuscita a raggiungere i suoi, venendo però ferita. Come sia arrivata in città
rimane ancora un mistero, quello che è certo è lo scontro aperto che si
prospetta all’orizzonte. Come anticipato nei precedenti capitoli, vedo tre
fronti distinti, a meno che non cambino alcune dinamiche interne alla città:
gli Abby, i rivoltosi e l’esercito. L’anima ribelle dei costretti alla
crioconservazione non è sopita affatto e presto esploderà nuovamente, in attesa
del ritorno di Ben. Il ritorno di Ben rappresenta sempre più una possibilità
concreta, dopo che è stata svelata la vera natura delle aberrazioni, in realtà
pacifiche e riservate, a differenza di quanto ci era stato mostrato per due generazioni.
Ben potrebbe essere stato catturato e posto in una buca profonda, oppure
potrebbe essere stato accolto nella comunità dei nuovi umani in ogni caso vedo
difficile un totale distacco tra il finale della prima e quello della seconda
stagione. Qualcosa tornerà dal passato, altrimenti sarà un flop senza
precedenti.
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