venerdì 10 febbraio 2017

GRILLO VS GRILLO E LA POLITICA SU NETFLIX

Ha suscitato un contenuto scalpore l’arrivo sulla piattaforma Netflix dell’ultimo spettacolo partorito dalla mente scissa del comico più politico - sicuramente non del politico più comico - nostrano. Grillo vs Grillo è una summa definitiva dell’esperienza che ha portato il comico genovese a traslare verso il mondo che per anni aveva canzonato nei suoi spettacoli. Da questo mutamento il titolo: Grillo contro Grillo, perché i grilli sono due, i grillini molti di più.


Attraverso un racconto aneddotico, l’anziano Beppe tenta in qualche modo di giustificare la necessità della sua svolta politica, passando soprattutto dalla volontà popolare che, a detta sua, l’avrebbe col tempo portato a dare una forma partitica - si può dire partitica? - alle sue speculazione comiche. Sono due, ma è uno. O trino, se vogliamo coinvolgere in questo percorso l’uomo che ha introdotto la risorsa più importante, la rete. Senza il compianto Casaleggio, infatti, oggi il movimento avrebbe una forma differente e la conformazione della democrazia del (tele)voto concepita da Grillo sarebbe ancora un’utopia lontana nel panorama della nostra maleodorante politica.
Grillo non si scinde nella sola persona nel tempo, ma anche sul palco, con una serie di interventi registrati e proiettati sullo sfondo attraverso i quali squarcia i veli e prende una posizione netta dal punto di vista politico. Lo spettacolo, breve ma intenso, si gioca principalmente su questo dualismo gravido di concetti triti e ritriti, mantra ormai dei comizi pentastellati del Grillo politico. Se fossimo sul canale youtube del movimento, tutto ciò sarebbe nella norma. Se fossimo sul blog di Grillo, questi interventi mirati fatti durate lo spettacolo sarebbero leggere carezze. Ma siamo su Netflix e il punto è un altro: dove si ferma il valore comico e che peso dare a quello politico dello spettacolo?


La comicità che caratterizza lo show è la medesima che Grillo porta avanti da decine d’anni di onorata carriera, ma se negli anni ’90 era possibile godere di uno spettacolo ottenendo come risposta un quadro generalmente realistico dell’Italia dei tempi, in questo caso l’intera struttura è canalizzata nel dare una risposta definitiva al dipinto graffiante offerto dall’autore. C’è una soluzione politica che sorregge ogni battuta e senza di essa lo spettacolo crollerebbe a pezzi, distrutto dal peso degli anni di una carriera che avrebbe limitato il livello comico di chiunque. Se Grillo è ancora in grado di sfoggiare una certa verve è perché il suo ruolo su quel palcoscenico non è solamente di far ridere e riflettere, ma anche e soprattutto di fare proseliti. Gli interventi più divertenti, infatti non coinvolgono in minima parte il politico, ma si concentrano sulla gioventù del comico: dall’esperienze scolastiche alla figura del padre, dall’ingresso nel mondo del lavoro al furto a Pippo Franco. Ma questi interventi si contano sulle dita di una mano. C’è dunque una pesantezza di fondo che impedisce di godere dell’ilarità di un giullare moderno per la sua spiccata indole polemica.


Siamo di fronte ad una domanda narrata con leggerezza che ha però in sé già la risposta, e si tratta di una risposta fortemente violenta, come era la natura del comico, com’è quella del politico. È una risposta che si compone di falsi miti, dati poco attendibile, una generalizzazione colposa e un accanimento mirato contro tutto e tutti. Si tratta di un programma politico che va dalla democrazia diretta della rete al reddito di cittadinanza, passando per l’immancabile complottismo delle macchine ribelli. Perché in questo spettacolo c’è tutto Grillo, il comico e il politico. E godere di una risposta così forte potrebbe risultare complicato, se le basi di partenza immaginano un’altra politica.
È giusto dunque che un prodotto così politicizzato sia su una piattaforma libera come Netflix? Assolutamente sì. Perché la censura è un’arma che abbiamo abbandonato da tempo e la comicità può esprimersi nelle forme più disparate, anche attraverso la politica satira. Se questo spettacolo di un Grillo calante è ciò che il nostro paese è in grado di produrre per stare al passo con la comicità mondiale, che ha ormai da tempo adottato il format dello stand up comedy, è giusto esprimerci per ciò che siamo, anche e soprattutto nei nostri limiti. Con la consapevolezza però di trovarsi di fronte ad un comizio politico del Movimento 5 Stelle, che, come ogni comizio politico che si rispetti, manca della risposta dell’altra parte. È un tentativo finale di slegare il movimento dalla sua figura, ma il carisma dell'uomo renderà vano lo scopo ultimo.

Questo è il sacro Grill, mangiatene tutti. Amen.

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