giovedì 22 dicembre 2016

TOP 15 FILM 2016 - TERZA PARTE




5 - Kubo e la Spada Magica
Kubo è un bambino con un solo occhio che vive nell’incavo di una scogliera con la madre e ogni giorno raggiunge il paese più vicino per trovare un contatto umano e rallegrare la popolazione del luogo con il suo potere, quello di raccontare storie servendosi di origami animati con la magia. Quando il sole sta per tramontare, il piccolo Kubo deve però tornare dalla madre perché questa lo protegga dal male che vuole l’altro occhio del figlio.
Kubo e la Spada Magica è una storia di racconti e leggende, descrive l’epopea di un bambino solo e sottolinea l’importanza fondamentale del racconto nel racconto. Abbiamo la necessità vitale di continuare a narrare per continuare a vivere restando diversi dagli altri. Il tutto è realizzato attraverso una tecnica mista di CGI e stop motion tra le migliori mai viste sul grande schermo. La regia riesce a rendere giustizia della cura del dettaglio messa in atto nel realizzare ogni singolo elemento, ogni singola foglia, ogni granello di sabbia.

Uno stile unico, elegante e nostalgico che ricorda l’Oriente e strizza l’occhio al mondo videoludico. Un film profondissimo, potenzialmente aperto a molte chiavi di lettura, vivace al punto giusto, triste quanto basta. Non un prodotto per bambini, ma una grande opera per adulti, anche per coloro che hanno preferito girare al largo alla vista dell’animazione. L’animazione è una tecnica, non il senso più profondo di un’opera meravigliosa come questo Kubo e la Spada Magica.


4 - Sully
Sully è la perfezione. Può essere criticato per quello che non è, ma mai per quello che è e sarà nella storia del cinema. Poteva essere anche più di quello che già è, ma ciò che è non pecca di nulla. Ancora una volta Clint Eastwood riesce a dare un senso all’enorme equipe che sta dietro la realizzazione dei suoi film, ancora una volta il vecchio uomo senza nome è riuscito a narrare alla perfezione la storia di un miracolo visto dal punto delle detrazioni e della frustrazione di aver compiuto un gesto malsano.
Il 15 gennaio 2009, il volo US Airways 1549, in seguito alle difficoltà occorse dopo l’incontro con uno stormo di uccelli, mentre sorvolava Manhattan, riuscì a compiere un ammaraggio d’emergenza sull’Hudson. Evento che ancora oggi è ricordato come “Il Miracolo sull’Hudson”. Sully è la storia di ciò che avvenne dopo, ovvero il processo intentato al pilota e al copilota dell’aereo per non aver seguito le indicazioni della stazione radio. Tom Hanks è un Sully stanco, travolto dalla pressione mediatica e dal senso di colpa di aver raggiunto un fine positivo percorrendo una via negativa. Ad essere a rischio è la sua carriera come pilota e quella come consulente, nonché la sua figura, ormai sdoganata a livello mondiale.
Eastwood riesce a costruire un film su un evento della durata di appena duecento secondi. Per fare ciò è ricorso all’escamotage di riproporre più volte la stessa scena, quella dell’ammarraggio, riuscendo sempre a trasmettere una sensazione diversa ad ogni nuova visione. Dare profondità alla piattezza del tempo muto. Un’altra opera che nasconde molto più di quello che mostra.


3 - Animali Notturni
Tom Ford stupisce riuscendo a portare uno stile e una raffinatezza propri del mondo della moda sul grande schermo. Animali Notturni è un sottile gioco di luci che ricerca l’originalità in un ambito complesso.
Amy Adams è Susan, artista alla ricerca di un senso, infelice con l’uomo che ha sposato lasciando Edward, interpretato da uno stratosferico Jake Gyllenhaal. Il film in realtà si compone di tre storyline differenti: il passato della coppia, il presente buio e la storia alternativa introdotta con il libro dello stesso Edward. Questa struttura tripartita cerca di comprendere e spiegare le cause di una rottura drammatica, ma lo fa aggiungendo elementi completamente esterni alla narrazione romantica, andando a sfociare in pieno nel genere thriller. La storia narrata nel libro è un meraviglioso film nel film composto da momenti adrenalinici, sequestri e violenza gratuita. Tutto ciò poi assume un senso differente alla luce del finale che riprende le fila del discorso e si concentra sulla questione dell’abbandono e della vendetta. Il film è un misto di realismo, situazioni asfissianti e metafore intelligentemente velate. Un prodotto finalmente originale che in un futuro remoto ancora distingueremo dalla massa di prodotti commerciali fatti con sciatteria. Animali Notturni lascia l’inquietudine degli occhi dell’animale che spiccano nella notte più buia.


2 - Revenant
Revenant non è solamente il film che passerà alla storia per l’Oscar a DiCaprio, ma dietro la presenza ingombrante di uno dei migliori attori della sua generazione c’è una grande epopea, un viaggio ai limiti della terra conosciuta per tornare indietro nel tempo e narrare la storia di una vendetta che va oltre la morte.
DiCaprio è Hugh Glass, guida di un gruppo di uomini bianchi alla ricerca di pellicce e carni. In seguito all’attacco di un orso grizzly verrà gravemente ferito e sarà abbandonato dalla carovana che lui stesso stava portando in salvo. Da quel momento in poi il film sarà una continua lotta tra la vita e la morte per raggiungere la causa del suo male più grande.
Revenant mostra di essere un film di livello superiore per una regia, quella di Inarritu, ormai matura e stupefacente, e per la fotografia che trasmette un senso di pace e inquietudine allo stesso tempo. Le vaste distese innevate di Lubezki provocano un brivido lungo la schiena ad ogni visione e i movimenti di macchina del regista riescono a valorizzare appieno gli scorci naturali del North Dakota e il lavoro del direttore della fotografia. Revenant è un film che non ha bisogno di parole per avanzare nella sua narrazione o per dare una spiegazione a ciò che avviene, tutto ciò che ci viene offerto sono i versi doloranti del moribondo Hugh, che lotta contro i limiti della natura che lo circonda per dare un ultimo senso alla sua vita. A metà tra il cinema d’autore e l’infallibile intrattenimento. Un film probabilmente finora valorizzato per i motivi sbagliati.
Per approfondire: NBT: The Revenant


1 - The Hateful Eight
L’ultimo film di Quentin Tarantino è un indiscutibile capolavoro. La scrittura perfetta del regista più influente della sua generazione stavolta esonda e sfocia in una forma vicina alla piece teatrale. Otto personaggi in cerca di Daisy tentano di stare lontani dalla morte rinchiusi in una baita di montagna, durante un tempesta di neve, ma tutto diventa più difficile quando dietro la macchina da presa siede Quentin.
La costruzione dell’ambientazione, la caratterizzazione dei personaggi, la scrittura dei dialoghi e il doppio fondo storico rappresentano picchi che nessun altro film è riuscito a raggiungere nel corso di questo 2016. Il film si rivela in realtà essere in controtendenza rispetto agli ultimi lavori del regista e si rifà maggiormente ad un ritmo noir, più vicino a Jackie Brown e alle Iene. Ma la situazione si carica di una tensione palpabile, viva fino al memento in cui la molla scatta e Tarantino muove la sua opera verso gli ultimi lavori. Una sorta di compendio che pare prendere il meglio dai trascorsi del regista per creare arte innovativa, diversa, inarrivabile.
Gli otto attori rendono libidinosa l’attesa della fine con una serie di siparietti indimenticabili. Personaggi che fanno già parte della carrellata dei classici del regista e della storia del cinema. Samuel L. Jackson ancora una volta da Oscar, Kurt Russel di nuovo sulla neve, Walton Goggins sorprendente e Jennifer Jason Leigh meravigliosa. LA colonna sonora inconfondibile di Ennio Morricone è poi il dettaglio che corona l’esperienza definitiva dell’Emporio di Minnie. A volte si premia sempre poco il talento quando non si comprende appieno l’arte e l’innovazione che sta dietro un lavoro del genere. A volte ci si rifà semplicemente ai titoli vinti per poter cominciare a discutere di un’opera. Ma questo The Hateful Eight non ha bisogno di discussioni, né di statuette. Non poteva che essere al primo posto in questa classifica. Unico.
Per approfondire: NBT: The Hateful Eight


Siamo arrivati alla fine. Questi erano i miei 15 film del 2016, soltanto i miei, senza voti, perché ridurre alcuni grandi opere presenti in questa lista ad un numero sarebbe offensivo. A presto con la più attesa, più temuta, più detestabile Flop 10 del 2016. Aspettatevi il peggio, non rimarrete delusi.

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