venerdì 16 settembre 2016

WAYWARD PINES 2 - COMMENTO EPISODIO 5

Sovvertendo l’ordine naturale rispettato finora, Fox decide di allungare questo brodo annacquato e di scaglionare le prossime puntate in maniera da portare Wayward Pines fino a metà ottobre. Poco male, avremmo più occasioni di analizzare lo spreco di potenziale che la serie sta proponendo da un più di un anno a questa parte.
Anche in questo lentissimo e antiadrenalinico quinto episodio, gli sceneggiatori non riescono a trovare un filone narrativo che, tra i tanti riesca, a sorreggere l’intera narrazione e la suspance creata dalla fine del quarto episodio svanisce come nulla nelle molteplici e poco ispirate sottotrame. Dovrebbe interessarci la questione sentimentale del ragazzo dubbioso riguardo la propria sessualità e della ragazza titubante all’idea di riprodursi? No. Dovrebbe interessarci la situazione matrimoniale di Theo, tradito tre anni prima del risveglio, ma duemila anni dopo essere caduto in un sonno profondo? No. Dovrebbe interessarci una lotta ristretta per la leadership? No. Dovrebbe interessarci invece la vicenda dell’Abby femmina e dello sviluppo della nuova razza? Forse. Tirando le somme, solo quest’ultima sottotrama dimostra di avere la forza di trainare la serie alla triste conclusione, ma la gestione dei tempi, la volontà di allargare lo spettro su narrazioni secondare slegate dal mistero principale, porta l’intera serie a perdere di mordente nei confronti del pubblico.


Ma proviamo a prendere quello che di buono Wayward Pines ha messo in gioco finora. Da una parte abbiamo una ricostruzione non immediata del periodo trascorso tra le due stagioni e soprattutto del progetto iniziale di Pilcher. Il Flashback dedicato all’architetto del progetto, nonché compagna del nuovo protagonista, è stato costruito in maniera intelligente, aggiungendo dettagli alla linea narrativa di fondo e caratterizzando discretamente i personaggi coinvolti nella storia. Rimangono però gli interrogativi riguardanti il reclutamento nel progetto di Yedlin. Sono nebulose le circostanze che hanno portato il gruppo di Pilcher a voler rapire il dottore; sembra che ci sia qualcosa oltre il legame che lo lega alla moglie, anche perché, in quel caso, i governanti li avrebbero dovuti svegliare nello stesso momento, o comunque a distanza di poco tempo. Non avrebbe senso crioconservare due coniugi per farli ritrovare in un futuro remoto per poi svegliarli a distanza di tre anni l’uno dall’altro e nel mentre assegnare alla moglie di Yedlin un nuovo marito. Credo ci sia un piano costruito attorno a Theo, qualcosa che ci verrà svelata solo in seguito seguendo il doppio filo della narrazione futuro-passato.


Dall’altra parte abbiamo invece gli Abby in piena evoluzione. La previsione del precedente commento potrebbe rivelarsi inesatta. Avevo immaginato si potesse presagire uno scontro razziale tra gli ultimi umani rimasti in vita e gli Abby, sviluppatisi in maniera da raggiungere un livello d’intelligenza considerevole. Avevo sopravvalutato il potere dell’evoluzione, per cui le aberrazioni, ripresentatesi sullo schermo dopo un episodio di assenza, hanno dimostrato di aver compiuto dei passi in avanti nella loro linea evolutiva, ma non così importante da rendere plausibile uno scontro per il dominio del pianeta. Sono ancora allo stato brado, nonostante l’agguato finale lasci intendere  la loro rinnovata pericolosità.
Interessante è, come detto, anche la questione dell’unico esemplare femminile. Tutte le femmine di Abby sono così o ci troviamo di fronte ad una mutazione dell’aberrazione? È possibile che sia nel gene femminile la chiave dello sviluppo delle mutazioni verso una soluzione umana? Cosa si cela dietro il nome Margareth, pronunciato da Megan con una significativa enfasi?

Questa seconda stagione sembra ancora lontana dall’ingranare la marcia decisiva che accenda la fantasia degli spettatori. In una serie del genera il coinvolgimento è fondamentale, per questo Lost riusciva a mantenere milioni di telespettatori incollati allo schermo, per la capacità di gestire i tempi, le risorse e di non farsi trovare mai impreparata, mai un momento morto. Al di là di una trama eccezionale. Wayward Pines invece è un momento morto continuo che barcolla da tempo. E con questa camminata titubante non mi aspetto più che riesca a regalare colpi di cosa degni d’interesse.

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