giovedì 4 giugno 2015

NBT: TALE OF TALES

Il racconto dei racconti - Tale of Tales (2015) è un film co-scritto e diretto da Matteo Garrone e presentato in concorso al 68esimo Festival di Cannes
Il film è tratto dalla raccolta di fiabe di Giambattista Basile “Lo cunto de li cunti”. Il libro di Basile è composto da ben 50 fiabe napoletane mentre  il film di Garrone ne riporta sullo schermo solamente tre. 
La prima è la storia di un re (John C. Reilly) e di una regina (Salma Hayek) che non riescono ad avere un figlio (incipit classico di molte fiabe famose) e si rivolgono ad un losco figuro che consiglia loro di uccidere un drago marino e farne mangiare il cuore alla regina.  La regina riuscirà alla fine a rimanere gravida ma...
La seconda è la storia di una principessa (Bebe Cave) che vorrebbe trovare marito , il re suo padre (Toby Jones) non è però disposto a perderla. Alla fine il re cede, indice un torneo per la mano di sua figlia ed escogita una prova così difficile che è sicuro che nessuno sarà in grado di superarla ma...
La terza è la storia di un re lussurioso (Vincent Cassel) che non è mai sazio dei piaceri della carne. Un giorno sente un dolce canto e ne rimane stregato. Credendo che si tratti della voce di una vergine si reca a bussare alla casa dalla quale provengono le note leggiadre ma...  


“Il racconto dei racconti” è molto diverso rispetto ai film precedenti di Garrone eppure in realtà sotto alcuni aspetti è anche simile. In film come “Gommora” e “Reality” lo stile usato era iperrealistico, in alcuni casi quasi grottesco e quindi verrebbe da pensare che un registro stilistico simile non sia  adatto per un film fiabesco,  ma se si guarda con attenzione anche in questo film sono presenti elementi di realismo ad esempio  nei volti dei personaggi, negli abiti, nella scelta di usare castelli e palazzi reali e non creati al computer. Il regista ha usato il suo stile particolare anche qui operando un rinnovamento generale, più che un film fantasy in questo caso si può parlare di un film fiabesco all’italiana. Garrone con questo film reinventa il genere fantasy. “Il racconto dei racconti” può essere definito come uno “spaghetti fantasy” perché pur mantenendo invariati i temi chiave del film fantasy classico propone uno stile estetico e narrativo diverso.


Garrone non prende spunto per il suo film da tradizioni fantastiche nordiche o  anglosassoni ma si rifà ad un libro di fiabe napoletano, fa riferimento quindi a storie e racconti della sua terra ed è per questo che il film risulta così autentico e particolare. Se Garrone avesse deciso di imitare pedissequamente gli stilemi del fantasy americano a mio parere ne sarebbe uscita una schifezza, per fortuna ha scelto di osare sperimentando nuove vie ed il risultato è spettacolare. Con questo film Garrone ci dimostra che si può fare un film fantasy anche senza budget esagerati e che le fiabe napoletane possono essere meravigliose tanto quanto quelle nordiche.
Il film è originale e insolito e si discosta dal fantasy convenzionale anche per esigenze pratiche, come spesso accade infatti è proprio la necessità che aguzza l’ingegno. Garrone non poteva contare sui budget stellari dei blockbuster americani e ha dovuto quindi inventarsi delle soluzioni alternative  per ovviare a questo problema e devo dire che ci è riuscito egregiamente: gli effetti speciali sono realizzati molto bene e le scenografie sono magnifiche. Le ambientazioni sono incredibili e le location scelte per il film sono azzeccatissime: i castelli, i villaggi di contadini e i boschi hanno un fascino magico unico.
Il finale è forse l’unico punto debole del film. Alla fine infatti il film si conclude all’improvviso lasciando in sospeso le sorti di alcuni personaggi, rimane quindi allo spettatore il compito di immaginare una conclusione per le loro vicende. Un finale forse affrettato che però non riesce a  rovinare un’opera così splendida.



La scelta degli attori è stata egregia: Toby Jones, Salma Hayek e John C. Reilly sono perfetti per i loro ruoli e recitano in modo eccellente ma mi ha colpito più di ogni altra la prova di Vincent Cassel che risulta molto a suo agio nel ruolo del re libidinoso. Questo era il primo film di Garrone in lingua inglese e posso assicurarvi che ha superato la prova e si è dimostrato in grado di dirigere non solo cast di semisconosciuti come nei suoi film precedenti  ma anche un cast di attori internazionali. Garrone si conferma uno dei registi italiani più in forma del momento e con questa perla del cinema ci ha rappresentato egregiamente all’ultimo Festival di Cannes.

Antonio Margheriti

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