mercoledì 28 giugno 2017

TWIN PEAKS 3 - EPISODIO 8

Alla puntata più immanente segue quella più trascendentale. L’intento speculativo e cosmologico della serie, che propone di sciogliere i dubbi più profondi, che attanagliano gli appassionati da venticinque anni, si mescola in modo inimitabile con l’essenza astratta dello spirito di Lynch. La tela bianca assegnatali da Showtime diventa lo spazio della mente in cui ogni immagine può ambire a toccare le coscienze degli spettatori. E la sostanza si arricchisce di una forma onirica sublime che tende a coinvolgere fin dai sensi, per risalire i nervi e ricreare l’immagine di una creazione. In questa puntata Lynch è anche creatore, perché con la sua fantasia produce il fondamento creazionista dell’opera, andando a fornire un sostrato molto più che plausibile per le origini del mito. Ciò che colpisce maggiormente sono le modalità d’espressione in un contesto che non era abituato a cotanta innovazione, ma che andava stabilizzandosi da tempo su compromessi stabili e duraturi tra cinema e televisione. Ma Lynch, che nasce pittore e non morirà regista, riversa la sua visione dell’arte nel mezzo del popolo, per tirarne fuori la perla dell’eccezionalità.


Estrapolare un contesto televisivo classico da questo episodio, andando a ridurre l’essenza alla ricerca di spunti narrativi, è davvero un’operazione innaturale, perché l’esperienza di “Part 8” andrebbe vissuta in prima persona, ma, per una coerenza con gli intenti della nostra serie di commenti, andiamo ad analizzare cosa è possibile dedurre da questo delirio metafisico.


L’episodio si apre con l’omicidio di Mr. C per mano del suo sottoposto Ray. Ma un omicidio nel caso di entità sovrannaturali del calibro di Bob non può certamente rientrare in categorie di pensiero comuni, e infatti, nell’istante successivo all’esplosione dei due proiettili, Ray vede un gruppo di uomini truccati di nero avvicinarsi al corpo del morente Cooper. Si tratta degli stessi individui che avevamo visto nel commissariato di Buckhorne nel primo episodio, e poi nel sesto e nel settimo, sempre in circostanze legate all’omicidio di Ruth Davenport. Possiamo dedurre alcuni caratteri di questi esseri: evidentemente appartengono alla schiera delle entità della loggia, ma essi riescono misteriosamente a vagare nel mondo reale mantenendo il loro corpo, anche se non è chiaro se gli umani possano in qualche modo vederli. Nel caso del primo episodio appare evidente che il preside di Davenport non fosse in grado di vedere l’uomo nella cella adiacente alla sua; nel caso di Ray, invece, egli intravede l’azione di questi spiriti sul corpo di Cooper. Ma in cosa è consistito la loro azione? Per un attimo vediamo che una sfera raffigurante il volto di Bob viene allontanata dal corpo di Cooper, mentre altri spiriti sembrano dilaniare il corpo mortale. Bob sorride, soddisfatto, compiaciuto e sicuro di ciò che sta accadendo, per cui non metterei in dubbio il legame tra le entità. Successivamente il corpo di Cooper si risveglia, senza confermare la presenza di Bob al suo interno. Io credo che gli spiriti truccati di nero siano intervenuti a salvare l’anima di Bob dalla morte - o dal ritorno forzato nella loggia nera, in caso di morte del corpo - espellendolo dalle spoglie umane e accelerando il decesso di Coop. Per poi reintrodurre Bob in un corpo che ha subito i danni degli spari solo nel momento in cui non era presente il simbionte, salvaguardando così l’incolumità dell’entità e garantendogli la sopravvivenza. Non c’è dubbio che questi spiriti siano una componente attiva della loggia nera sul mondo reale, come viene anche dimostrato nel prosieguo della puntata, e che abbiano la funzione di indirizzare alcuni eventi in modo che questi accadano secondo un ordine prestabilito. Bob non doveva perire in quel modo, e il loro intervento ha sventato la minaccia.
Questo evento si pone solo come prologo del fulcro della puntata, ossia un viaggio onirico alla scoperta della nascita di Bob. L’azione si sposta in New Mexico, nel 1945, durante uno dei primi test nucleari. Nel fungo atomico sembrerebbe delinearsi il volto di Bob,che ha quindi in questo evento specifico la sia genesi primaria. Mentre la scena della pompa di benzina sembra invece voler lasciar intendere la creazione del corpo degli spiriti truccati di nero dietro le finestre opache della struttura. Una duplice e contemporanea nascita.


Vediamo poi un essere somigliante sia alla donna senza occhi del terzo episodio, sia all’efferato omicida della scatola di vetro, vomitare un fiume di garmonbozia in uno spazio privo di gravità, e all’interno della sostanza la telecamera ci mostra una sfera con il volto di Bob, un uovo e la creazione di un oggetto dorato, che richiama da vicino gli anelli e la sfera usata da Bob - o chi per lui - per ricreare l’anima di Dougie Jones.
Veniamo quindi condotti nuovamente nel mare viola del terzo episodio, ma stavolta in una struttura soprelevata, che richiama solo per alcuni particolari quella in cui era finito Coop nella sua rimaterializzazione. Gli unici due personaggi che vengono mostrati sono il gigante e una donna, riconosciuta nei titolo di coda come senorita Dido. Qui, in un’atmosfera fortemente evocativa e autocitazionista, una campana suona sola, come fosse un allarme che muove i due personaggi, i quali si spostano in un’altra stanza dell’edificio. In essa è presente uno schermo che mostra loro sostanzialmente gli stessi eventi mostratici in precedenza: la genesi di Bob e la produzione degli uomini truccati di nero. Il gigante quindi si solleva dal suolo e produce con la mente una sfera dorata raffigurante il più famoso sorriso di Laura Palmer. La donna poi bacia la sfera in segno di speranza e la invia sulla terra.


Undici anni più tardi, nel 1956, nello stesso luogo dell’esplosione atomica, un uovo si schiude lasciando fuoriuscire un essere a metà tra una rana e un insetto alato. Una ragazza adolescente si scambia un bacio di congedo con un ragazzo e rientra in casa. Intanto alcuni uomini truccati di nero si aggirano per le strade buie del New Mexico, alla ricerca di un accendino. Uno di loro entra in una stazione radiofonica, uccide un uomo e una donna e comincia a ripetere senza sosta una serie di frasi all’apparenza sconnesse:

Questa è l’acqua e questo è il pozzo
Bevi fino in fondo e calati
Il cavallo è come il bianco degli occhi e oscuro al’interno

Queste parole fanno cadere la ragazza di prima in un sonno profondo e l’essere uscito dall’uovo, dopo essersi intrufolato dalla finestra nella camera della ragazza, può approfittarne per entrare nell’adolescente attraverso la bocca.


Facciamo ordine. La genesi appare chiara, ma è ciò che succede contemporaneamente ad essa a destare un certo interesse. Nello specifico la scena nella struttura sul mare viola, che a questo punto potrebbe rappresentare la celebre loggia bianca, che aspettiamo invano da ventisette anni.  Il gigante infatti, personaggio chiave tra le entità della loggia, esiste ancor prima della venuta di Bob e agisce quasi a voler contrastare l’operato futuro dello spirito maligno. La sua creazione della sfera di Laura sembra essere la risposta alla venuta di Bob. Ma cosa potrebbe essere la sfera di Laura? Per comprendere il senso dell’analisi di questo elemento, dobbiamo definire la possibilità che tutta la serie sia stata governata dalla predestinazione. Partiamo dal prequel, FWWM. In una scena famosa, Laura ha una visione in cui Annie Blackburne, ferita e provata, le appare per chiederle di scrivere nel suo diario che il vero Coop è rimasto rinchiuso nella loggia nera, evento che si verificherà solamente nel finale della seconda stagione. Tutti gli eventi che vanno dal prequel al finale, e quindi presumibilmente anche ciò che è avvenuto successivamente, seppur non trasposto in pellicola, potrebbero essere stati predeterminati da un gioco di entità. La sfera di Laura potrebbe quindi essere il microcosmo all’interno del quale è riassunta l’essenza dei predicati che Laura potrà esprimere nel corso della sua esistenza. Uno specchio parziale dell’universo dal punto di vista della ragazza, che quindi comprende anche tutte le persone che sono entrate in contatto con la sua sfera personale. Un percorso già definito in partenza, quindi, oppure no? Perché dall’altra parte, i neonati esseri della loggia nera hanno a loro volta preparato il terreno per le future azioni di Bob. Per provare ciò, dobbiamo accettare che la ragazza del 1956 sia Sarah Palmer, la quale potrebbe perfettamente inserirsi nel personaggio dal punto di vista cronologico. Ricordiamo quindi che Sarah era, e probabilmente lo è tuttora, una delle poche persone in grado di vedere lo spirito di Bob nella realtà. Lo stesso era in grado di fare Laura, prima della morte. Avevamo sottovalutato quest’aspetto, riconoscendo al personaggio di Sarah solamente una particolare sensibilità agli eventi della loggia, ma a questo punto dobbiamo presumere che sia entrata in contatto precedentemente con le entità maligne, le quali, attraverso l’essere uscito dall’uovo, hanno probabilmente condizionato l’esistenza di Sarah perché conoscesse Leland, perché partorisse Laura. Tutto ciò si traduce in una doppia predestinazione, che si annulla in un contesto sempre più simile ad una partita a scacchi tra entità della loggia bianca e della loggia nera. Siamo solo pedine inermi, destinate ad assistere allo scontro nel quale siamo coinvolti.


Il gigante, che dimora in un luogo dotato di un allarme, sembrerebbe quindi essere un guardiano della rettitudine nel mondo reale, ed è costretto ad intervenire proprio quando forze maligne minacciano l’incolumità del libero arbitrio umano. Egli quindi si serve di Cooper, durante la serie originale, fornendogli indizi da decifrare per rovesciare la situazione a favore della loggia bianca. Ma proprio quando Coop sembrava essere vicino alla verità, ecco che la sua posizione viene assunta da una delle entità maggiori della loggia nera. Possiamo parlare di Bob come uno degli spiriti cardini della loggia nera, ma a questo punto anche lui rientra nel piano riguardante l’uovo e l’oro, tutti elementi contenuti nella garmonbozia vomitata dall’essere senza occhi, che potrebbe risultare anche superiore, per grado, allo stesso Bob.
Gli uomini truccati di nero sono invece il braccio armato della loggia nera, perché - e ormai ne abbiamo la certezza - possono presentarsi nel mondo reale anche con una tangibilità fisica naturale.

E il quadro metafisico s’infittisce e si adombra, s’incupisce e ci meraviglia. Nella miglior ora di televisione dell’anno.



Piccole note a margine:
- il fungo atomico raffigurato dietro Gordon nel settimo episodio non fa che rincarare la dose, sia dal punto di vista del personaggio, che da quello del regista. L’FBI sa molto più di quanto non dia a vedere. Rosa blu.
- il bianco e nero della puntata richiama quello della prima sequenza del primo episodio, in cui il gigante svela a Cooper i tre nuovi indizi. Che si possa trattare della loggia bianca anche nel caso della prima puntata?

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