venerdì 18 novembre 2016

X FACTOR, CRANIO RANDAGIO E I DAIANA LOU

Ricapitoliamo: la puntata di ieri di X Factor si è aperta con un omaggio sincero a Cranio Randagio, rapper ventiduenne scomparso pochi giorni che aveva tentato la fortuna alle scorse audizioni del programma, arrivando fino agli Home Visit. La serata era divisa in tre manche dalle quali sarebbero stati estratti i tre cantanti meno votati, di cui solo uno sarebbe rimasto in gara. Doppia eliminazione, se non fosse stato per i Daiana Lou, duo della categoria del novello Soler, i quali hanno deciso, pochi secondi prima del verdetto finale, di abbandonare lo show adducendo a mio parere due motivazioni distinte, una personale e una legata alla costruzione del programma: sarebbero infatti stati eccessivamente caricati di aspettative al punto da smarrire loro stessi nel corso delle ultime settimane e non avrebbero apprezzato l’introduzione del commiato al defunto Cranio nel contesto commerciale di XF. Se sulla prima motivazione non possiamo esprimerci, la seconda ha acceso gli animi degli spettatori e dei giudici, specialmente in seguito agli imbarazzanti momenti morti che hanno seguito l’annuncio del ritiro. In pochissime ore se ne sono dette tante, forse troppe, senza aver probabilmente colto il nocciolo della questione.


La critica può essere più profonda, e passa dall’idea del talent, dalla nostra concezione di celebrità e dalla sottile differenza tra ciò che è giusto e ciò che è accettato. Dove XF mostra il fianco di una costruzione artistica ineccepibile è nei daily, ossia l’appuntamento quotidiano in cui ci vengono mostrate le (dis)avventure dei giovani aspiranti artisti e al contempo ci viene proposta una loro immagine, quella che i produttori e i responsabili del programma vogliono che venga associata ad ogni singolo concorrente. Ed è da questa che si sviluppa poi l’empatia naturale che proviamo per i ragazzi e che ci spinge a votare con il tasto verde del telecomando. Un’empatia naturale che quindi naturale non è. Tutto ciò per promuovere a livello commerciale un programma che si pone due scopi primari: guadagnare dallo show e favorire la nascita di nuove proposte della musica pop; obiettivo, questo secondo, che a sua volta nasconde uno scopo commerciale a favore delle Sony, che detiene i diritti dei concorrenti. Possiamo quindi riassumere che l’intero sistema XF sia una macchina costruita per produrre denaro e che i concorrenti potrebbero trovarsi nelle condizioni favorevoli di emergere attraverso lo show, ma nella maggior parte dei casi rimangono schiacciati dall’ingranaggio della macchina che diventano loro stessi. Contribuiscono, con la svendita della loro immagine e con la fatica di un’aspettativa popolare crescente, ad arricchire le tasche delle stesse persone, guadagnando talvolta un briciolo di visibilità.


In questo sistema, come in generale nel nostro moderno e capitalistico impianto televisivo, tutto è concesso, dalle urla alle risse, dall’esaltazione di storie familiari che fanno audience alla censura nei confronti di Danilo D’Ambrosio, dalle celebrazioni della morte di un  ragazzo ventiduenne al product placement delle Fonzies. Tutto è giusto ciò che porta guadagno, ciò che rimane in linea con la logica dello spettacolo. I Daiana Lou hanno denunciato anche questo, la mercificazione dell’uomo al commercio. La stessa mercificazione che, abbracciando lo show in Toto, ha inglobato nella vendita di prodotti commerciali anche un’iniziativa che voleva essere sincera e trasparente. Il duo di Berlinesi si è posto di traverso rispetto al fiume di denaro che ieri scorreva frusciante e il sistema gli si è rivoltato contro, accusandolo di non saper stare al gioco, di non avere chiare le regole che la competizione comporta, di non avere rispetto per Cranio Randagio - citato, a detta dei detrattori, come giustificazione poco convincente - e per tutti coloro che contribuiscono alla produzione di XF dietro le quinte. Fedez li ha criticati, dimostrando di essere la parte più lubrificata di questa macchina, Agnelli ha provato a giustificare la loro scelta, Soler è rimasto spiazzato, Arisa ha gioito per la sopravvivenza di Loomy, suo adepto. Nessuno si è messo in discussione di fronte ad un’accusa che, pur essendo poco strutturata nella forma, prendeva di mira tutti, giudici compresi, spettatori compresi.
Che ci siano delle regole per stare al gioco della televisione è chiaro, che si debba scendere a patti con questo sistema è ovvio, che questo sistema abbia in sé la verità è alquanto discutibile. Non è un caso che la critica più profonda rivolta a XF sia arrivata da una coppia di ragazzi che finora avevano vissuto nell’accesa Berlino, cantando per strada, senza regole e senza sovrastrutture. È comprensibile come l’animo libero di due persone che hanno scelto di non stare alle norme del consumismo della nostra società malata sia poi emerso alla lunga in un processo asfissiante. Si potrebbe obiettare che due individui così al di là delle convenzioni avrebbero dovuto pronosticare questo percorso forzato, ma tentare e sbagliare fa parte della vita; la perseveranza della sistematicità è ben più condannabile. E se il sistema corrente non fosse l’unica via per l’espressione artistica? E se su quel palco ieri sera due ragazzi avessero avuto ragione e il resto dell’arena torto? Se ciò che è socialmente tacitamente accettato perché all’interno dell’ottica corrente sia profondamente sbagliato?
Ma il complesso è più grande, si sostiene da sé con i numeri e con il contributo di ciò che ruota attorno, come l’articolo di Domenico Naso del Fatto Quotidiano, che definisce la scelta dei Daiana Lou una “Mossa fin troppo ‘Paracula’”, mancando il bersaglio di qualche miglio. Oppure il commento di Michele Monina, sempre dal Fatto.
E pensare che la serata si era aperta con un bel pezzo e con un gran testo che prendeva di mira proprio quel sistema in cui chi è in grado si cedere può vendersi, chi invece non cede è messo da parte, come ha fatto Fedez con i Daiana Lou, come Cranio Randagio.



Ho tolto i sassi dalle scarpe
e levigato i calli
da roma nord fino alle Ande
diventando grande
Ho fatto passi in queste lande
degni dei giganti
per ritrovarmi in ogni caso
a casa fra le carte
E cantami il tuo nuovo pezzo
mi diceva mamma
mentre singhiozzava nella stanza
mi chiedeva di portarle il testo
che non mi capiva poverina
aveva testa altrove
affitto e la benzina
Io che mi detesto perché ho perso anche le tracce di me stesso
faccio tracce su me stesso non vedendo mai una lira
ci litigavo ma è normale
lei mi vuole ai talent
dice che il talento vale doppio quando è in copertina
Non ci arriva che mi dovrei ricoprire di mantelli come Harry fino a scomparire
qua la fama è fieno nel fienile
e se il fattore arriva infilza col forcone fotte tutte le tue aspettative
è facile perire

Io volerò, io volerò via 
come un gabbiano pure se il petrolio mi pesa sul dorso smorzando la scia
io volerò via, io volerò via
perché nel cielo c'è molto di più
che in questa terra sbranata da gru
che in questo oceano sempre meno blu
Dammi un motivo per restare
per mollare l'ancora
qui dove tutto è un detestare
ciò che l'altro fa
Ci hanno oppressi per testare
quanto è forte l'anima
per quanto a pezzi possa amare
un giorno spirerà
cammino fra le spighe come Russel
slacciando le corazze perché non mi serviranno, casa mia è sicura
ma quanto può far male dopo anni di battaglie ritornare a casa
e ritrovare gli affetti in cenere scura?
eh? eh? ma quanto cazzo è dura?
In questa stanza sono tutti
il nuovo Ed Sheeran
la bella voce, la chitarra, la faccia pulita
io che stavo ribaltato fino al giorno prima
triturato sopra un marciapiede a rifiutar la vita
Guarda mamma sono in tv come molti divi
fra chi sta senza obbiettivi tranne il flash di un obbiettivo
ma tra 'sti morti vivi c'ho trovato qualche amico
adesso suona insieme a me
accompagnato da buon vino
E ho fatto buon viso a cattivo gioco
riso del maremoto che mi limitava l'aria
ma intanto fra 50 mila
sto tra i primi 24
ma non sarà certo X Factor
a dirmi quanto valgo
La gente si dimentica
si scorda in un secondo
anche soltanto che tu possa stare al mondo
ma come disse un sommo dall'alto del suo intelletto
non puoi fermare il vento
solo fargli perder tempo

Io volerò, io volerò via
come un gabbiano pure se il petrolio mi pesa sul dorso smorzando la scia
io volerò via, io volerò via
perché nel cielo c'è molto di più
che in questa terra sbranata da gru
che in questo oceano sempre meno blu
Dammi un motivo per regnare
mica una corona
voglio spiccate tra la gente
dirgli che funziona
quando dai tutto per qualcosa
fino alla psicosi
prima o poi si esulta,
te lo giuro si
ci spero ancora
dai spalancami le porte
parlo con te il vero sovrano
di sta roba, quello che ascolta e diffonde
io ho qualcosa di importante
da dovervi raccontare
nessun non ce la farai
vale quanto un non mollare

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