martedì 5 aprile 2016

TOP 10 SERIE ANIMATE CARTOON NETWORK - SECONDA PARTE

E rieccoci a distanza di più di un mese per concludere il momento nostalgico dedicato alle serie animate originali Cartoon Network. Se avete perduto sciaguratamente la prima parte potete ritrovarla puntando con il vostro mouse a rotella del ‘98 e cliccando con il tasto sinistro, insudiciato dai batteri del tempo, su QUI. E perché più di un mese per pubblicare mezza classifica (fatta anche maluccio a dire il vero)? beh perché gli impegni, l’università, le abbuffate di Pasqua. Faccio cose, vedo persone. E poi comunque in questo lasso di tempo ha avuto inizio una serie che avevo in mente da molto: l’analisi puntigliosa e attenta delle metafore presenti nei film di Hayao Miyazaki. E se vi siete persi anche questi, oltre a dovervi vergognare un po’, potete leggere l’ultimo uscito “Il Mio Amico Totoro” QUI.
Dopo il momento della reclame direi che potremmo anche appropinquarci alle prime posizioni.



5° POSIZIONE: Ed, Edd ed Eddy
Andavi a scuola elementare controvoglia, passavi ore di disegnamento di cornicette che alla fine riuscivano anche a farti dimenticare il tuo nome, mangiavi un tristissimo panino pane e marmellata (che tua mamma si scordava sempre di togliere le croste amarognole) e poi tornavi a casa. E cosa poteva tirarti su meglio di tre scavezza collo pronti al decollo (no, aspe… SPOILERISSIMO)? Non si può certo dire che “Ed, Edd ed Eddy” fosse un bel cartone animato per antonomasia. Effettivamente era realizzato in maniera alquanto grezza e probabilmente, anche a livello di contenuti, lo stesso canale poteva offrire un intrattenimento migliore, ma erano incredibilmente divertenti. Una comicità bassa, ma anche nonsense, che riusciva a coprire più fasce d’età, dai quattro ai quattordic’anni. Cioè credo quattordic’anni. Io almeno ricordo di averlo visto fino a quell’età.
In ogni caso, in mezzo alle facce imbruttite e deformate dei vari bambini che componevano la gang del quartiere, alcune sono rimaste indelebili, come Tavoletta, i protagonisti con le caramelle un tantino eccessive in bocca, il folkloristico Rolf, le sorelle Panzer, Jimmy, e tanti altri. Un tripudio di personaggi storici, caratteristi unici. Un quadro sfocato che all’epoca sembrava la nostra idea di apice del divertimento, e forse lo è ancora, ma abbiamo dimenticato come si fa.



4° POSIZIONE: Mucca e Pollo
Lo stesso inconfondibile stile grafico sporco e infantilmente volgare della posizione precedente, ma stavolta con un nonsense che supera di gran lunga le altre componenti della serie. Tutto il resto passa spesso in secondo piano per lasciare spazio ai deliri coinvolgenti di una mucca e un pollo parlanti, figli di due esseri umani che guidano l’automobile con i piedi, perché se decidi di non inquadrarli mai dal ginocchio in su e sei una persona coerente non può che andare a finire così.
Grande punto a favore di Mucca e Pollo sono gli elementi ricorrenti che vanno a costituire un vero e proprio mondo a parte, in cui la sospensione dell’incredulità è inizialmente indotta non senza qualche difficoltà, ma successivamente diventa parte integrante della comicità differente della serie.
E come parlare di Mucca e Pollo senza tirare in ballo il Rosso? Un personaggio odioso, arrogante, malvagio e menefreghista che sprizza epicità da tutti i pori. Un vero e proprio emblema di un periodo, di uno stile e una comicità non ricercata, ma alternativa che fu e poi non fu più. E non c’è Tennison che tenga; il Rosso rimane il Rosso di Cartoon Network.



3° POSIZIONE: Le Tenebrose Avventure di Billy e Mandy
Da qui in poi potreste anche ribaltare completamente le prime tre posizioni che mi andrebbe bene comunque. Billy e Mandy (costola di Hector Polpetta - che mi ha rubato preziose ore d’infanzia con i suoi innocui giochini sul sito di Cartoon Network) è tendenzialmente indefinibile come cartone animato. Riesce a fondere contemporaneamente comicità gretta (Billy), black humor basilare (Mandy), gotico, avventura, fantastico e altri generi che forse ancora non esistono (come quei testi che Lo Stato Sociale posta ogni sera per dare la buonanotte agli statini). Un mix insomma che soddisfa tutti senza però abbassare il livello d’intrattenimento a livello Casa di Topolino.
Ciò che mi ha sempre stupito di questo cartone sono indubbiamente le storie che sorreggono perfettamente una comicità non sempre autoreferenziale: intrecci di vita, morte, misticismo, alchimia e dei greci. Una serie indubbiamente irriverente e divertente che intrattiene senza stancare mai, da zero a novantanove anni.



2° POSIZIONE: Il Laboratorio di Dexter
Questo era il cartone della domenica mattina su Italia 1, quelle domeniche mattina che si poteva restare a letto a dormire, ma alle 8, dopo un giretto nel lettone di mamma e papà si finiva davanti alla televisione. Rigorosamente sul sei. E si partiva con il volume basso per non disturbare la famigliola felice, ma ogni 10 minuti si aumentava di 5, in modo da arrivare a 112 spaccatimpani prima della messa.
“Il Laboratorio di Dexter” era la materializzazione degli innocenti e fantasiosi viaggi mentali dei bambini degli anni ’90. E se si potesse fare? E se fosse possibile premere un bottone per scatenare tutto ciò? Dexter, dal suo laboratorio sotterraneo, rendeva possibile la fantasia e premeva quel bottone rosso che avevamo solo immaginato. Puntate epiche, personaggi carismatici e invenzioni sempre più innovative. Una serie senza la quale probabilmente non avremmo la disneyana Phineas e Pherb, e molti altri cartoni affini. E poi quella sigla. Quella Sigla! Ma non fatemi dilungare oltre che per parlare di sigle di tempo ce ne sarà (spoiler).



1° POSIZIONE: Leone il Cane Fifone
E qui andiamo totalmente oltre le più rose aspettative in presenza di un cartone animato. “Leone il Cane Fifone” rompe gli argini non delineati del filone corrente e risale il fiume per ricongiungersi al cinema da cui tutta l’animazione ha avuto origine. Leone è parodia, è comicità irriverente, è citazionismo sfrenato e divertimento spassionato.
Ricalcando la struttura di X-Files del mostro della settimana, Leone riprende molte storie mitologiche o storiche del cinema mondiale e le traspone in uno show per bambini a metà tra l’horror e il grottesco, senza paura di eccedere e di impressionare, ma rimanendo fedele ai proprio cardini comici inimitabili.
Una serie che tuttora cerco e riguardo con enorme piacere e passione, nonostante il progressivo calo qualitativo dovuto al tempo. Ma cosa chiedere di più? il traino dalle favole Disney al mondo dell’orrore attraverso un cane rosa, due anziani coniugi e una casetta sperduta nella città di Altrove. E, ad essere sinceri, qualche puntata ancora mi inquieta.



E ci siamo. Un’altra classifica è faticosamente giunta al termine. Spero di aver risvegliato in voi momenti più che ricordi, attimi d’infanzia, riti fanciulleschi e spensieratezza libera. Spero che anche voi ricordiate con piacere le vostre serie. Se non dovessimo vederci prima, ci rivediamo quindi alla prossima classifica (vedi spoiler).

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