Sovvertendo l’ordine naturale rispettato finora, Fox
decide di allungare questo brodo annacquato e di scaglionare le prossime
puntate in maniera da portare Wayward Pines fino a metà ottobre. Poco male,
avremmo più occasioni di analizzare lo spreco di potenziale che la serie sta
proponendo da un più di un anno a questa parte.
Anche in questo lentissimo e antiadrenalinico quinto
episodio, gli sceneggiatori non riescono a trovare un filone narrativo che, tra
i tanti riesca, a sorreggere l’intera narrazione e la suspance creata dalla
fine del quarto episodio svanisce come nulla nelle molteplici e poco ispirate
sottotrame. Dovrebbe interessarci la questione sentimentale del ragazzo
dubbioso riguardo la propria sessualità e della ragazza titubante all’idea di
riprodursi? No. Dovrebbe interessarci la situazione matrimoniale di Theo,
tradito tre anni prima del risveglio, ma duemila anni dopo essere caduto in un
sonno profondo? No. Dovrebbe interessarci una lotta ristretta per la
leadership? No. Dovrebbe interessarci invece la vicenda dell’Abby femmina e
dello sviluppo della nuova razza? Forse. Tirando le somme, solo quest’ultima
sottotrama dimostra di avere la forza di trainare la serie alla triste
conclusione, ma la gestione dei tempi, la volontà di allargare lo spettro su
narrazioni secondare slegate dal mistero principale, porta l’intera serie a
perdere di mordente nei confronti del pubblico.
Ma proviamo a prendere quello che di buono Wayward Pines
ha messo in gioco finora. Da una parte abbiamo una ricostruzione non immediata
del periodo trascorso tra le due stagioni e soprattutto del progetto iniziale
di Pilcher. Il Flashback dedicato all’architetto del progetto, nonché compagna
del nuovo protagonista, è stato costruito in maniera intelligente, aggiungendo
dettagli alla linea narrativa di fondo e caratterizzando discretamente i
personaggi coinvolti nella storia. Rimangono però gli interrogativi riguardanti
il reclutamento nel progetto di Yedlin. Sono nebulose le circostanze che hanno
portato il gruppo di Pilcher a voler rapire il dottore; sembra che ci sia
qualcosa oltre il legame che lo lega alla moglie, anche perché, in quel caso, i
governanti li avrebbero dovuti svegliare nello stesso momento, o comunque a
distanza di poco tempo. Non avrebbe senso crioconservare due coniugi per farli
ritrovare in un futuro remoto per poi svegliarli a distanza di tre anni l’uno
dall’altro e nel mentre assegnare alla moglie di Yedlin un nuovo marito. Credo ci
sia un piano costruito attorno a Theo, qualcosa che ci verrà svelata solo in
seguito seguendo il doppio filo della narrazione futuro-passato.
Dall’altra parte abbiamo invece gli Abby in piena
evoluzione. La previsione del precedente commento potrebbe rivelarsi inesatta. Avevo
immaginato si potesse presagire uno scontro razziale tra gli ultimi umani
rimasti in vita e gli Abby, sviluppatisi in maniera da raggiungere un livello d’intelligenza
considerevole. Avevo sopravvalutato il potere dell’evoluzione, per cui le
aberrazioni, ripresentatesi sullo schermo dopo un episodio di assenza, hanno
dimostrato di aver compiuto dei passi in avanti nella loro linea evolutiva, ma
non così importante da rendere plausibile uno scontro per il dominio del
pianeta. Sono ancora allo stato brado, nonostante l’agguato finale lasci
intendere la loro rinnovata
pericolosità.
Interessante è, come detto, anche la questione dell’unico esemplare
femminile. Tutte le femmine di Abby sono così o ci troviamo di fronte ad una
mutazione dell’aberrazione? È possibile che sia nel gene femminile la chiave
dello sviluppo delle mutazioni verso una soluzione umana? Cosa si cela dietro
il nome Margareth, pronunciato da Megan con una significativa enfasi?
Questa seconda stagione sembra ancora lontana dall’ingranare
la marcia decisiva che accenda la fantasia degli spettatori. In una serie del
genera il coinvolgimento è fondamentale, per questo Lost riusciva a mantenere
milioni di telespettatori incollati allo schermo, per la capacità di gestire i
tempi, le risorse e di non farsi trovare mai impreparata, mai un momento morto.
Al di là di una trama eccezionale. Wayward Pines invece è un momento morto
continuo che barcolla da tempo. E con questa camminata titubante non mi aspetto
più che riesca a regalare colpi di cosa degni d’interesse.
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