LO STAFF DI INSIDE MAD BLOG CERTIFICA CHE IL SEGUENTE
ARTICOLO È
PRIVO DI SPOILER. BUONA LETTURA.
Lasciamo perdere l’hype immenso che circondava questo film, lasciamo perdere le speculazioni e le
fan theory più assurde sulla possibile trama, lasciamo perdere l’operazione di marketing
colossale che la Disney ha messo in piedi per pubblicizzarlo, lasciamo perdere
gli incassi record che il film ha avuto solo con le prevendite dei biglietti, lasciamo
perdere l’impatto smisurato sulla cultura popolare che ha avuto la saga di Star
Wars, lasciamo perdere la più grande comunità mondiale di fan che un franchise
possa vantare, lasciamo perdere le action figure, le spade laser di plastica, i
cosplay di Chewbecca e le maschere da Stormtrooper in vendita a 9,99 $ da
Walmart. Dovrei lasciar perdere tutto questo e concentrarmi solo sul film parlandone
come ne parlerei se fosse un film “normale”. Impossibile. Semplicemente impensabile trattare l’evento
cinematografico dell’anno come un film qualsiasi, non sono in grado di farlo né
avrebbe senso farlo. Perché quando si parla di Star Wars bisogna tener conto
che i film sono solo una parte del successo del franchise. Lo aveva capito
George Lucas quando nel ’77 chiese ai produttori della Fox di avere il 100% dei
diritti futuri sul merchandising della serie: quei diritti sono il motivo per
il quale oggi Lucas è un miliardario e non un milionario. L’amore dei fan per
questa serie ha reso Lucas ricco (attualmente è al 309esimo posto della lista
dei miliardari di Forbes) ma forse ha anche decretato la sua rovina. Cercherò
di spiegarvi il mio punto di vista e spero di riuscire ad essere abbastanza
chiaro.
Come molti di voi, anche io nelle settimane che hanno
preceduto l’uscita de “Il Risveglio della Forza” mi sono andato a riguardare
tutti e sei gli episodi precedenti della saga. Una cosa è risultata chiara, evidente
e inconfutabile: la trilogia dei prequel è diversa
dalla trilogia originale (quale sia la migliore e quale sia la peggiore tra
le due per il momento non importa). Quando dico diversa non parlo dell’uso
della CGI invece degli effetti speciali tradizionali o cose di questo tipo,
parlo dell’impostazione di fondo, dei temi trattatati, della struttura della
sceneggiatura. Lucas basa la trilogia originale su una guerra tra un gruppo di
ribelli e l’Impero Galattico mentre nei prequel gira tutto attorno alla
trasformazione del personaggio di Anakin Skywalker. Sono due storie ben diverse
e vengono quindi raccontate in modo diverso. Lucas nel 1999 non ha voluto
prendere la trilogia originale e proporne una copia, ha voluto sperimentare, ha
voluto avventurarsi su nuove strade ma, come dice il proverbio, chi lascia la
strada vecchia per quella nuova sa quello che perde ma non sa quello che trova.
Infatti le idee di Lucas non hanno avuto successo tra i fan: i prequel hanno
sbancato il botteghino ma la fanbase li ha odiati perché erano troppo diversi
dalla trilogia originale.
Quando nel 2012 Lucas vendette la Lucasfilm e tutti i
diritti annessi e connessi alla Disney non aveva alcuna intenzione di
abbandonare completamente Star Wars, voleva ancora essere coinvolto come
regista nella realizzazione della futura trilogia e aveva nel cassetto molte
idee che avrebbe voluto inserire nei nuovi film. Gli executive della Disney però,
dopo aver dato un’occhiata alle sue idee, gli dissero: “Vogliamo fare altro, qualcosa che sia per i fan" e
quindi Lucas venne allontanato dal progetto e subentrò J. J. Abrams. L’amore
dei fan per Star Wars ha reso George Lucas ricco ma gli ha tolto la possibilità
di innovare, di sperimentare e questo per un artista rappresenta la rovina, come afferma lui stesso in questa intervista.
Ma perché la Disney ha voluto mettere da parte Lucas?
Perché ha voluto estromettere quello che è la mente dietro l’universo di Star
Wars? È molto semplice: la compagnia aveva speso 4 miliardi di dollari per
assicurasi il franchise, non poteva permettersi di lasciare che Lucas
continuasse a sperimentare dopo quello che era successo con i prequel . La
Disney non voleva perdere i fan perché
sono i fan che fanno girare il business di Star Wars: sono i fan che comprano
le magliette KEEP CALM AND USE THE FORCE, sono i fan che si vestono da Darth
Vader per Halloween, sono i fan che acquistano le repliche in scala 1:1 dei
caccia stellari. Se Lucas avesse continuato a provare nuove idee c’era il
rischio che i fan rimanessero nuovamente scontenti e smettessero di comprare il
merchandise e questo la Disney non lo poteva permettere, non dopo
l’investimento miliardario che aveva messo in
atto. Ecco perché il nuovo film doveva essere un film per i fan. E così è stato.
“Star Wars: Il risveglio della Forza” è un film creato da
un fan per i fan. J. J. Abrams infatti ha dichiarato in una recente intervista
a Best Movie che lavorare a questo progetto è stata una battaglia tra il
regista e il fan undicenne che è in lui. In effetti guardando il film si nota chiaramente
la passione, l’entusiasmo e l’amore di Abrams per la serie. Il film è pieno di
citazioni, rimandi e riferimenti alla trilogia originale in particolar modo
all’episodio IV, tanto da ricalcarne per certi versi la trama. La direzione
artistica de “Il risveglio della forza” è stupenda, la migliore che si sia mai
vista in un film di Star Wars: i paesaggi extraterrestri, le astronavi e gli
alieni sono resi in modo straordinario e mi è piaciuta molto la scelta di usare la CGI in
maniera ponderata integrandola spesso con effetti speciali tradizionali. Questo
film segna il ritorno di personaggi “classici” come Han Solo (Harrison Ford),
Luke (Mark Hamill) e Leila (Carrie Fisher), ma al contempo ci presenta nuovi
eroi come Rey (Daisy Ridley), Finn (John
Boyega) Poe Dameron (Oscar Isaac), Kylo
Ren (Adam Driver) e Maz Kanata (Lupita Nyong'o). I nuovi personaggi sono fantastici e gli attori
che li interpretano si sono rivelati più che adeguati ai ruoli, sono
estremamente soddisfatto sotto questo punto di vista e spero che in futuro
questi personaggi possano diventare iconici come ora lo sono Leila, Luke e Han
Solo. Sì, avete capito bene Han Solo
e non Ian Solo, ma non solo: anche
Dart Fener è diventato Darth Vader. Nel doppiaggio di questo episodio
infatti i nomi sono quelli della
versione inglese e non quelli italianizzati del doppiaggio originale.
Guardando questo film risulta chiaro e palese che George
Lucas non è più coinvolto attivamente nella produzione, questo non è uno Star
Wars di Lucas. Lo si capisce ad esempio dal modo con quale viene usata la
forza, dai combattimenti con le spade laser e, in generale, da tutta un serie
di altri elementi più o meno evidenti. Queste sono le guerre stellari alla
maniera di J. J. Abrams e nella galassia
di J. J. si gioca secondo le sue regole. Il regista certamente rende omaggio al
glorioso passato della serie ma al contempo lascia il suo marchio e
reinterpreta il tutto alla sua maniera. Io sono dell’idea che questa nuova
trilogia vada vista come uno spin off: a mio parere i veri Star Wars sono
quelli che sono (nel bene e nel male) fedeli alla visione del creatore della
serie. Con questo non voglio minimizzare o screditare il film di Abrams o la
nuova trilogia, mi piacerebbe però che si tenesse bene separati questi nuovi
episodi dai precedenti.
Ciò detto e ciò considerato, questo Star Wars creato da
un fan per i fan non mi è dispiaciuto affatto. J. J. Abrams ha saputo far
fronte ad aspettative enormi e ha risposto in maniera spettacolare. Solo il
tempo però potrà dirci se “Il risveglio della forza” riuscirà a far breccia nel
cuore del pubblico e ripagherà la Disney dell’enorme investimento fatto nel
2012.
Antonio Margheriti
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