domenica 20 dicembre 2015

STAR WARS: IL RISVEGLIO DELLA FORZA (NO SPOILERS)

LO STAFF DI INSIDE MAD BLOG CERTIFICA CHE IL SEGUENTE ARTICOLO  È
  PRIVO DI SPOILER. BUONA LETTURA.

Lasciamo perdere l’hype immenso che circondava questo  film, lasciamo perdere le speculazioni e le fan theory più assurde sulla possibile trama, lasciamo perdere l’operazione di marketing colossale che la Disney ha messo in piedi per pubblicizzarlo, lasciamo perdere gli incassi record che il film ha avuto solo con le prevendite dei biglietti, lasciamo perdere l’impatto smisurato sulla cultura popolare che ha avuto la saga di Star Wars, lasciamo perdere la più grande comunità mondiale di fan che un franchise possa vantare, lasciamo perdere le action figure, le spade laser di plastica, i cosplay di Chewbecca e le maschere da Stormtrooper in vendita a 9,99 $ da Walmart. Dovrei lasciar perdere tutto questo e concentrarmi solo sul film parlandone come ne parlerei se fosse un film “normale”. Impossibile. Semplicemente impensabile trattare l’evento cinematografico dell’anno come un film qualsiasi, non sono in grado di farlo né avrebbe senso farlo. Perché quando si parla di Star Wars bisogna tener conto che i film sono solo una parte del successo del franchise. Lo aveva capito George Lucas quando nel ’77 chiese ai produttori della Fox di avere il 100% dei diritti futuri sul merchandising della serie: quei diritti sono il motivo per il quale oggi Lucas è un miliardario e non un milionario. L’amore dei fan per questa serie ha reso Lucas ricco (attualmente è al 309esimo posto della lista dei miliardari di Forbes) ma forse ha anche decretato la sua rovina. Cercherò di spiegarvi il mio punto di vista e spero di riuscire ad essere abbastanza chiaro.



Come molti di voi, anche io nelle settimane che hanno preceduto l’uscita de “Il Risveglio della Forza” mi sono andato a riguardare tutti e sei gli episodi precedenti della saga. Una cosa è risultata chiara, evidente e inconfutabile: la trilogia dei prequel è diversa dalla trilogia originale (quale sia la migliore e quale sia la peggiore tra le due per il momento non importa). Quando dico diversa non parlo dell’uso della CGI invece degli effetti speciali tradizionali o cose di questo tipo, parlo dell’impostazione di fondo, dei temi trattatati, della struttura della sceneggiatura. Lucas basa la trilogia originale su una guerra tra un gruppo di ribelli e l’Impero Galattico mentre nei prequel gira tutto attorno alla trasformazione del personaggio di Anakin Skywalker. Sono due storie ben diverse e vengono quindi raccontate in modo diverso. Lucas nel 1999 non ha voluto prendere la trilogia originale e proporne una copia, ha voluto sperimentare, ha voluto avventurarsi su nuove strade ma, come dice il proverbio, chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa quello che perde ma non sa quello che trova. Infatti le idee di Lucas non hanno avuto successo tra i fan: i prequel hanno sbancato il botteghino ma la fanbase li ha odiati perché erano troppo diversi dalla trilogia originale.
Quando nel 2012 Lucas vendette la Lucasfilm e tutti i diritti annessi e connessi alla Disney non aveva alcuna intenzione di abbandonare completamente Star Wars, voleva ancora essere coinvolto come regista nella realizzazione della futura trilogia e aveva nel cassetto molte idee che avrebbe voluto inserire nei nuovi film. Gli executive della Disney però, dopo aver dato un’occhiata alle sue idee, gli dissero: “Vogliamo fare altro, qualcosa che sia per i fan" e quindi Lucas venne allontanato dal progetto e subentrò J. J. Abrams. L’amore dei fan per Star Wars ha reso George Lucas ricco ma gli ha tolto la possibilità di innovare, di sperimentare e questo per un artista rappresenta la rovina, come afferma lui stesso in questa intervista.


Ma perché la Disney ha voluto mettere da parte Lucas? Perché ha voluto estromettere quello che è la mente dietro l’universo di Star Wars? È molto semplice: la compagnia aveva speso 4 miliardi di dollari per assicurasi il franchise, non poteva permettersi di lasciare che Lucas continuasse a sperimentare dopo quello che era successo con i prequel . La Disney non  voleva perdere i fan perché sono i fan che fanno girare il business di Star Wars: sono i fan che comprano le magliette KEEP CALM AND USE THE FORCE, sono i fan che si vestono da Darth Vader per Halloween, sono i fan che acquistano le repliche in scala 1:1 dei caccia stellari. Se Lucas avesse continuato a provare nuove idee c’era il rischio che i fan rimanessero nuovamente scontenti e smettessero di comprare il merchandise e questo la Disney non lo poteva permettere, non dopo l’investimento miliardario che aveva messo in  atto. Ecco perché il nuovo film doveva essere un film per i fan.  E così è stato.


“Star Wars: Il risveglio della Forza” è un film creato da un fan per i fan. J. J. Abrams infatti ha dichiarato in una recente intervista a Best Movie che lavorare a questo progetto è stata una battaglia tra il regista e il fan undicenne che è in lui. In effetti guardando il film si nota chiaramente la passione, l’entusiasmo e l’amore di Abrams per la serie. Il film è pieno di citazioni, rimandi e riferimenti alla trilogia originale in particolar modo all’episodio IV, tanto da ricalcarne per certi versi la trama. La direzione artistica de “Il risveglio della forza” è stupenda, la migliore che si sia mai vista in un film di Star Wars: i paesaggi extraterrestri, le astronavi e gli alieni sono resi in modo straordinario e mi è  piaciuta molto la scelta di usare la CGI in maniera ponderata integrandola spesso con effetti speciali tradizionali. Questo film segna il ritorno di personaggi “classici” come Han Solo (Harrison Ford), Luke (Mark Hamill) e Leila (Carrie Fisher), ma al contempo ci presenta nuovi eroi come Rey (Daisy Ridley),  Finn (John Boyega) Poe Dameron (Oscar Isaac),  Kylo Ren (Adam Driver) e Maz Kanata (Lupita Nyong'o).  I nuovi personaggi sono fantastici e gli attori che li interpretano si sono rivelati più che adeguati ai ruoli, sono estremamente soddisfatto sotto questo punto di vista e spero che in futuro questi personaggi possano diventare iconici come ora lo sono Leila, Luke e Han Solo. Sì, avete capito bene Han Solo e non Ian Solo, ma non solo: anche Dart Fener è diventato Darth Vader. Nel doppiaggio di questo episodio infatti  i nomi sono quelli della versione inglese e non quelli italianizzati del doppiaggio originale.



Guardando questo film risulta chiaro e palese che George Lucas non è più coinvolto attivamente nella produzione, questo non è uno Star Wars di Lucas. Lo si capisce ad esempio dal modo con quale viene usata la forza, dai combattimenti con le spade laser e, in generale, da tutta un serie di altri elementi più o meno evidenti. Queste sono le guerre stellari alla maniera di J. J.  Abrams e nella galassia di J. J. si gioca secondo le sue regole. Il regista certamente rende omaggio al glorioso passato della serie ma al contempo lascia il suo marchio e reinterpreta il tutto alla sua maniera. Io sono dell’idea che questa nuova trilogia vada vista come uno spin off: a mio parere i veri Star Wars sono quelli che sono (nel bene e nel male) fedeli alla visione del creatore della serie. Con questo non voglio minimizzare o screditare il film di Abrams o la nuova trilogia, mi piacerebbe però che si tenesse bene separati questi nuovi episodi dai precedenti.




Ciò detto e ciò considerato, questo Star Wars creato da un fan per i fan non mi è dispiaciuto affatto. J. J. Abrams ha saputo far fronte ad aspettative enormi e ha risposto in maniera spettacolare. Solo il tempo però potrà dirci se “Il risveglio della forza” riuscirà a far breccia nel cuore del pubblico e ripagherà la Disney dell’enorme investimento fatto nel 2012.

Antonio Margheriti

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