domenica 6 settembre 2015

RECENSIONI DELLA SETTIMANA 31 AGOSTO - 6 SETTEMBRE


FILM: Tutto Molto Bello (2014)
Perché non vederlo e perdere dieci anni di vita? Detto, fatto. Tra il primo e il secondo lungometraggio del conduttore di Colorado sceglier non saprei. Forse questo “Tutto Molto Bello” riesce a non essere fastidioso come il precedente per la scrittura più oculata e per certi versi umana dei protagonisti. Il problema, come al solito, è la comicità: un film comico che non fa ridere. Situazioni surreali, battute sporche, personaggi disgustosi al limite della decenza umana, Ruffini vestito da Beep Beep. I più fastidiosi però sono in assoluto Scintilla, mai una risata, solo lacrime, e Angelo Pintus, scadente anche e soprattutto a livello di recitazione. Sembra tutto sbaglaito. I tempi, la musicalità delle parole, la regia, la scelta degli attori, Pupo. Ma che ci fa Pupo in questo film? Pupo che oltretutto viene presentato intento a giocare a poker e, visti i suoi trascorsi, ironizzare su una piaga sociale che cresce rapidamente di pari passo con la disoccupazione e che è riconosciuta da anni come vera e propria patologia psichiatrica, beh diciamo che non fa ridere così tanto.
Ruffini, fai altro. Please. #tuttomoltobrutto VOTO: 2.5


FILM: Paycheck (2003)
Opera occidentale e occidentaleggiante del maestro dell’action cinese John Woo. Il film, scritto dallo sceneggiatore di Blade Runner, nonché autore di celebri romanzi di fantascienza, Philip K. Dick presenta un duplice volto legato all’eterogeneità delle due anime che hanno dato vita al prodotto. Da una parte Woo dirige perfettamente le scene d’azione che risultano divertenti, frenetiche e mai monotone; dall’altra la mano di Dick si sente nella scrittura di una trama intricata, complessa e funzionale al modo di fare cinema del regista asiatico. L’apice dell’intrattenimento si ha quando il protagonista, lo smemorato neo Batman, deve riuscire a ricostruire un puzzle temporale attraverso gli oggetti che lui stesso ha depositato nel cavò di una banca. Un biglietto del treno, un pass, un accendino. Tutto servirà a chi sa già il proprio futuro. Alcuni elementi, sia secondari che principali, soprattutto nel finale, però rischiano di rovinare l’intera esperienza facendo calare spaventosamente il livello del film. Sarebbe potuto diventare un classico del genere e invece no. VOTO: 7.5



FILM: Un Natale Stupefacente (2014)
Io di solito evito molto volentieri i cinepanettoni e le loro reincarnazioni moderne (quelle che non hanno più “Natale a…” nel nome, per capirci), ma un’intervista di Lillo e Greg su Sky Cinema in cui Lillo intervista Greg e viceversa mi aveva fatto parzialmente ricredere riguardo l’improbabile qualità del prodotto. Certo però che Vanzina alla regia non si smentisce mai, e ciò che ne viene fuori, manco a dirlo, è il solito film di Natale che parte leggermente meglio degli altri, ma finisce comunque con incesti, finzioni e gente che sta con gente ma ama gente e inganna altra gente per stare con la gente che ama davvero. Solito prodotto scadente in cui neanche i due comici romani, che io apprezzo oltremodo, riescono ad esprimere la loro verve nonsense e rimangono incastrati in una scrittura banale che vorrebbe essere per tutta la famiglia, sì, ma per una famiglia di decerebrati. Ovviamente bocciato. Irritanti e superficiali le figure dei due assistenti sociali prima pro famiglia tradizionali e poi improvvisamente gay, che poi uno di loro è il Libanese di “Romanzo Criminale - La Serie”. Che brutta fine. VOTO: 4



ALBUM: The Geeks and the Jerkin' Socks (2011)
Shaka Ponk (SHK PNK), gruppo francese che conoscevo solo per “My Name is Stan”, singolo di un paio di anni fa che non mi aveva fatto impazzire per l’amalgama rivedibile tra i suoni discordanti e la voce roca della vocalist. Consigliato però da amici ho deciso di concedere comunque loro una possibilità e di ascoltare per intero il lavoro da cui era tratto il controverso singolo. Il riscontro è stato ottimo: il funk anni ’80 e '90 che torna mescolato all’elettronica francese funziona e regala brani decisamente convincenti quali “Run Run Run”, “Brunette Localicious” e “I’m Pick”. Assieme a questi brani di buona fattura, ho però notato anche altri molto meno curati nella scrittura, prevedibili e armonizzati in maniera non eccellente in questo modo la commistione di suoni fastidiosi finisce per stancare l’orecchio dell’ascoltatore anziché stupirlo. Alti e bassi. Ma quella sulla copertina è Tempesta? VOTO: 7

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