lunedì 17 settembre 2018

UNA CARTOLINA MIA E DI UN MIO AMICO

Questa storia è un po’ mia e un po’ di un mio amico che a ripensarci c’ha perso quasi tutti i capelli.


Era l’estate del 2009 e avevo da poco finito gli esami di terza media e mi sentivo con una ragazza (sentirsi è un po’ d'ingenuità e un po’ di vergogna. Che le cose poi le sai le sa anche lei ma fate finta di non saperlo). E quindi estate del 2009. Come ogni estate prima dei diciotto ero in procinto di partire per le vacanze con la mia famiglia. Un impossibile viaggio in camper fino in Normandia e ritorno. Ora, nel 2009 sentirsi era più complicato ma anche più esaltante, aveva qualcosa di magico. Di sicuro più costoso e la tariffa Vodafone summer non contemplava coppie di tredicenni sparpagliati per l’Europa. Io e lei avevamo deciso di mandarci un solo messaggio al giorno, ma quando c’è trasporto un messaggio al giorno è una parola sbiascicata detta sovrappensiero

partimmo e giorno dopo giorno cresceva in me la voglia di parlarle per dirle tutto. Per rispettare il patto del messaggio quindi il quinto giorno decisi di comprare una cartolina della scogliera per colpirla a lei che piacevano i viaggi e i paesaggi e per scriverle quello che avevo provato in quei giorni e mettere le parole sul non-detto e i silenzi. Presi quattro cartoline: tre per gli amici e una per lei. Anche se a dirla tutta degli amici mi interessava niente in quel momento. Ero preso. Ma mi vergognavo anche di mostrarmi così ai miei genitori e quattro e si nasconde bene e via

la sera stessa presi per mano la sua cartolina e cominciai a scrivere. La mano andava che era una bellezza e più scrivevo e più tornavo sui miei passi a correggere e cancellare. E cercavo le parole con qualche disegnino abbozzato, era arte astratta. La differenza con i messaggi è questa: oggi il ricordo di un messaggio mai arrivato resta in uno sta scrivendo mancato, sulle cartoline invece gli errori restano e rovinano il bianco

mezzo soddisfatto del risultato, la mattina dopo mi recai alla buca delle lettere della stazione di posta più vicina. Imbucai le cartoline degli amici e poi rimasi a fissare i miei scarabocchi per lei. Pensavo e ripensavo a quello che avevo scritto se fossero le parole giuste se lei avrebbe capito i miei sentimenti o avrebbe frainteso se lei stesse ancora pensando a me. E mentre riflettevo mi lasciai prendere dalle paure. Accanto alla buca delle lettere c’era un cestino. Partì convinto di imbucare la cartolina ma qualcosa di magnetico non so la gettai nel cestino tirando anche un sospiro di sollievo.

Inutile dire che quella ragazza non l'ho più rivista

oggi sono passati nove anni e vorrei anche aver imparato qualche lezione. Ogni giorno ci ripetiamo che quell'errore non lo ripeteremo più ma ogni giorno è il MIO errore e di nessun altro. Vorrei smetterla di cancellare i messaggi prima di inviarli e domandarmi se lei ha visto il mio sta scrivendo e cosa ha pensato se ci è rimasta male se voleva scrivermi lei se le manco. E lei mi manca (?)
Vorrei trovare il coraggio di comprare una cartolina e imbucarla.

Grazie anche al mio amico che mi ha dato la storia e qualche buona parola.