mercoledì 3 maggio 2017

ASPETTANDO COVENANT: ALIEN VS PREDATOR

Alien contro Predator, o lucrare sopra i due massimi sistemi del cinema. La scelta di affidare la regia di un film sulla carta confuso ad un mestierante famoso per aver trasposto malamente sullo schermo un paio di videogiochi di successo è stata quantomeno azzardata. Se le premesse lasciavano intendere la possibilità che tutto il progetto sfociasse nel trash più puro, la presenza di Paul W. S. Anderson non ha fatto altro che rendere i timori innegabili certezze.


I film “versus” si fondano sull’immediatezza, sulla fantasia del pubblico più giovane che vorrebbe spesso vedere i grandi colossi del cinema scontrarsi in battaglie epiche. Questa necessità discutibile si trascina probabilmente dall’infanzia, quando tentavamo di riprodurre lotte epocali con diversi giocattoli: Winnie the Pooh vs Optimus Prime, Rex di Toy Story vs Topo Gigio. Tanta voglia di fantasia e nessuna pretesa di plausibilità. Il tempo delle mele, ahimè, è però passato, e se resta divertente perdersi ogni tanto nell’esagerazione degli effetti speciali, lo stesso non si può dire quando a peccare è la base di un film, la sceneggiatura.


“Alien vs Predator” si pone arrogantemente come crossover tra due saghe storiche del cinema d’intrattenimento, senza però spendersi per rendere l’incontro dei due mostri (sacri) una possibilità credibile. Ciò contribuisce alla prima mezz’ora di noia assoluta in cui viene imbastita una trama banale, scontata e soprattutto fuori dal tempo per quanto riguarda le cronologie delle due saghe, prese singolarmente. Un’inutile quanto abusato cliché del mostro che si risveglia tra i ghiacci e dei personaggi umani piatti e insulsi, utili alla sola costruzione di queste basi pericolanti. Una volta raggiunto il momento dell’incontro dei due mostri poi, la trama viene decisamente accantonata per lasciare spazio all’action nudo e crudo, senza fronzoli, senza motivi, senza senso insomma. E a questo punto torna il problema del regista, dimostratosi incapace di dare all’opera un sentore anche minimo della grandezza della saghe da cui nasce questo crossover. Anderson è stato colpevole di aver ridotto la portata del fenomeno attraverso scelte di regia che penalizzano una pellicola dal grande budget, relegandola a prodotto di serie b, segnato da gravi problemi tecnici. Eppure, nascendo come autore di blockbuster tratti da videogiochi (Mortal Kombat, Resident Evil), Anderson avrebbe dovuto sguazzare nell’action più vuoto, con una vena spinta di trash, ma così non è stato e l’amore che il regista probabilmente prova per l’impianto videoludico ha condotto l’intera baracca ad avvicinarsi sempre più ad un’impostazione e ad una messa in scena proprie del mondo a 64 bit.


Questa tendenza esplicita del film non sarebbe un problema insormontabile se si trattasse di un prodotto dell’Asylum, se fosse una copia non licenziata dello xenomorfo di Ridley Scott, ma l’atteggiamento da opera di serie b che trasuda fin dal primo frame di “Alien vs Predator” è insostenibile alla luce della grandezza dei padri. E una produzione del genere, che vede tra i suoi produttori anche Walter Hill, che può vantare lo storico Dan O’Bannon tra gli autori del soggetto, doveva essere corretta o cancellata in partenza, per non infangare il buon nome dei registi, degli sceneggiatori e di tutti i tecnici che hanno preso parte alla quadrilogia originale.
Fondamentalmente, il grande problema di “Alien vs Predator” è che mai sarebbe dovuto essere concepito un abominio di queste dimensioni; ma la distanza dalla saga originale di cui ci siamo occupati in attesa dell’uscita di “Covenant” contribuisce fortunatamente a relegare questo errore cinematografico nel cassetto della memoria volatile, quella che non passa alla storia. Un neo su un percorso quasi netto, che ha saputo risollevarsi con “Prometheus” e che promette di tornare ai vecchi fasti con l’imminente uscita di “Alien: Covenant”.


Ah sì, il protagonista maschile è Raoul Bova, che si ridoppia nella versione italiana. Potevo dire anche solo questo per stroncare il film. Mi sarei risparmiato inutili discorsi.

Alla prossima settimana con l’ultimo appuntamento della rubrica “Aspettando Covenant”. Mercoledì sarà la volta del ritorno il grande stile del padre della saga originale, Ridley Scott, col suo discusso e complesso “Prometheus”.

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