domenica 24 luglio 2016

STRANGER THINGS - COSA ASPETTARSI DALLA SECONDA STAGIONE?

Nell’ultimo commento agli episodi conclusivi della prima stagione avevo posto l’attenzione sugli ultimi dieci minuti dell’ottavo capitolo in cui, in maniera a dire il vero un po’ raffazzonata, gli sceneggiatori hanno tentato di inserire una serie di elementi di continuità interrotta che potessero dare un senso ad una seconda stagione e che generassero un sentimento d’attesa nel pubblico. In questo articolo, dopo aver sviscerato gli elementi significativi del finale, fino alla scena della scomparsa di El, vorrei focalizzarmi sulla preparazione della seconda stagione, ipotizzando ciò che potrebbe essere dei nostri ragazzini preferiti.


Innanzi tutto la gestione della logicità temporale: riguardando l’ultimo episodio mi sono accorto del particolare montaggio di un paio di scene in successione. Se volessimo prendere in un tempo continuato, caratterizzato dalla successione naturale, le scene che ci vengono mostrate, avremmo l’azione telecinetica ultima di El antecedente al ritrovamento di Will nell’Upside down. In seguito a questo evento, veniamo direttamente trasportati all’istante in cui i genitori riabbracciano i figli scappati e Will si ritrova in ospedale con la madre e il fratello. Dobbiamo quindi presupporre che Hop, Joyce e Will siano usciti dall’Upside down attraverso un portale soltanto dopo la scomparsa di El, la quale non avrebbe definitivamente chiuso i collegamenti fisici tra le due dimensioni, ma soltanto scacciato e probabilmente ucciso il mostro che minacciava i protagonisti. Per cui, nella seconda stagione, i legami con l’alta dimensione sarebbero ancora presenti e significativi, al di là della presenza dei mostri (o del mostro) che prima popolavano il bosco negativo. Una scelta complessa, quella di voler mantenere in piedi l’elemento giustificatore del filone narrativo della prima stagione in questo modo, senza dare spiegazioni chiare, ma lasciando degli indizi nel montaggio delle scene.


Dopo la fantastica scena in cui i ragazzini si ritrovano finalmente attorno al letto d’ospedale di Will per raccontare all’amico scomparso i fantastici eventi occorsi in sua assenza, la telecamera si sposta su Hopper, incamminatosi presumibilmente sulla via di casa. Lo sceriffo viene fermato da due uomini in nero che riportano inevitabilmente il pensiero ad un’organizzazione statele, come quella del dottor Brenner. Questi uomini lo invitano a salire in macchina con loro e l’azione si sposta ad un mese dagli eventi correnti. Per capire questa scena, anche noi ci spostiamo in avanti nel tempo per vedere Hopper lasciare delle provviste e dei pancakes in una scatola di legno fissata nel bosco, probabilmente lo stesso bosco che era stato cornice degli eventi del mese precedente. I pancakes ci ricordano volontariamente una delle ossessioni di El, facendoci intendere che la ragazzina sia ancora viva e che si aggiri per il bosco. A questo punto possiamo dedurre che gli uomini in nero avrebbero assegnato a Hopper il compito di vegliare su El, lasciandola allo stato brado nella boscaglia, ma perché tutto ciò? Sorvolando sulla questione della scomparsa di El, evento che, in una serie incentrata sul paranormale, può trovare spiegazioni altre che noi non riusciremmo mai ad immaginare prima di averle viste sullo schermo, perché lasciare che una bambina, seppur dotata di poteri sovrannaturali, passi un rigido inverno dell’Indiana sola nel bosco, quando, attraverso le ricerche di Hopper e Joyce, siamo venuti a conoscenza dell’esistenza della madre di El e soprattutto della zia, decisamente più adatta ad occuparsene? Probabilmente devono esserci dei motivi per trattenere la ragazzina in zona, nello stesso luogo in cui i portali si sono aperti per la prima volta e non sono mai stati richiusi. Riflettendo sulla questione ho ipotizzato che El possa essere la chiave attraverso cui l’organizzazione statale riesca a tenere a freno le incursioni di esseri dall’altra dimensione, una sorta di tappo tra i due mondi, ma per fare ciò è necessaria la sua presenza nella zona esatta della comparsa del primo portale. L’isolamento invece potrebbe essere una scelta della ragazzina stessa, probabilmente intimorita dai suoi stessi poteri, manifestatisi nel momento della scomparsa, durante l’attacco del mostro, e per questo intenzionata a preservare l’incolumità dei suoi giovani amici e delle loro famiglie tentando di vegliare su di loro senza davvero intrattenere dei rapporti diretti con la civiltà locale.


Presa per plausibile questa teoria, ci troveremmo in una situazione di stallo abbastanza delineata, la quale potrebbe essere rotta solamente da un evento improvviso e inaspettato, un’incursione dell’altra dimensione attraverso un canale secondario e imprevisto. Per cercare di spiegare anche quest’ultimo elemento, ci viene in aiuto la sequenza finale dell'ultimo episodio, in cui vediamo la famiglia Byers riunita per celebrare il Natale. In questa circostanza, l’equilibrio venutosi a creare nelle scene ambientate un mese dopo la resa dei conti si rompe inesorabilmente nel momento in cui Will, assentatosi momentaneamente dalla cena, sputa una sorta di tentacolo che ricorda molta da vicino quello attraverso cui era stato intubato nell’Upside down, prima che Joyce e Hopper lo trovassero. Questo significa che qualcosa, di quella vegetazione viva, è ancora dentro di lui e, anche se al momento non lo condiziona nella quotidianità, potrebbe farlo in futuro. Interessante è anche la scena in cui, per qualche attimo, Will rivede le pareti del suo bagno come se si trovasse all’intero dell’altra dimensione. Questo particolare si ricollega alla necessità, espressa poc'anzi, di avere un elemento di rottura nell’equilibrio delle dimensioni, qualcosa che rompa gli schemi che avevamo ormai imparato a conoscere nel corso della prima stagione. Non so se questa presenza nel corpo di Will si rivelerà un principio di trasformazione, se faranno di lui un prototipo del mostro ma certo è che sarà il suo personaggio a portare la serie ad una seconda stagione, aggiungendo il mistero e riallacciando i rapporti tra i nostri piccoli eroi e l’Upside down. In ogni caso questo trapianto all’interno del corpo del ragazzino rapito potrebbe spiegare perché il mostro abbia scelto di non uccidere subito Will, ma di risparmiarlo, a differenza di Barb. Un interrogativo che ci trasciniamo da qualche tempo.

Stranger Things, una serie conclusa in maniera frettolosa, che potrebbe in realtà mostrare un potenziale di mistero ancora inespresso, tra nuovi portali, nuovi mostri e vecchi meravigliosi protagonisti.

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