domenica 25 ottobre 2015

RECENSIONI DELLA SETTIMANA 19 - 25 OTTOBRE


FILM: Suburra (2015)
Uno dei film italiani più attesi della stagione cinematografica. Il regista di ACAB e Gomorra - la serie torna nel suo territorio preferito per raccontare una storia di droga, mafia, corruzione e vendetta. Se avete amato la serie tv basata sull’opera di Saviano (e soprattutto se l’avete fatto prima che i fantastici ragazzi di The Jackal la sdoganassero e la rendessero una parodia di se stessa), amerete questo secondo lungometraggio di Sollima.
Il film in sè mostra molti picchi di notevole qualità, spessore e densità scenica, ma purtroppo non è esente da difetti che potrebbero rendere l’intero prodotto appannaggio di pochi pazienti spettatori. Il ritmo di Suburra è infatti molto lento e il regista si propone di approfondire alcuni personaggi a mo’ di serie tv senza però riuscirci appieno. Elio Sebba Germano e Samurai infatti risultano più macchiette piatte e classiche che rappresentazione realistica del sottomondo corrotto romano. Tutto ciò porta ad un appesantimento di alcuni momenti che, considerando l’opera nella sua totalità, non hanno grande motivo d’esistere. Nella narrazione e nella caratterizzazione dunque un ibrido tra cinema e televisione che non sa né di carne né di pesce. Oltre a questo aspetto negativo ho notato anche una caricaturalità in alcune azioni che, se andate al cinema con amici, potrebbe portarvi a ridere di situazione in realtà drammatiche.
La trama invece coinvolge e riesce discretamente a tenere vive ed interessanti tutte le sfumature che compongono un quadro futurista ma neoclassico, minimalista ma barocco. Il pretesto perché tutto accada è in verità ingegnoso e ammirevole nella sua scrittura. Una sorta di cerchio che comincia a delinearsi in sordina e nel finale, in un tripudio di emozioni ravvicinate, si doppia, deraglia e porta alla conclusione tragica che chiunque si sarebbe potuto attendere ma che probabilmente nessuno sperava si avverasse. Una struttura perfetta, invidiabile e finalmente innovativa per il thriller all’italiana.
La fotografia stupisce per la sua forza visiva e riesce a rendere credibile una situazione sporca e cupa attraverso colorazioni caricate e perfettamente bilanciate. I montaggi sonori invece, grazie soprattutto alle musiche incalzanti ed evocative dei francesi M83 (grazie Davide Quercia), rappresentano i veri apici della pellicola. Midnight City all’inizio ci catapulta con grazia violenta nel mondo della corruzione italiana, Outro da brividi.
Il vero fulcro del film sono però i contenuti di denuncia sociale. Bande di criminali che tentano di governare il paese attraverso la corruzione in parlamento e nel Vaticano. A mio parere, Sollima si sarebbe potuto spingere oltre nella descrizione della vita parlamentare, ma quantomeno ciò che viene mostrato rappresenta fedelmente la realtà. Suburra era il quartiere più sudicio e malfamato dell’antica Roma. Tutto quel putridume si è solo rintanato dentro.
Una volta usciti dalla sala dopo la visione di Suburra ci si sente sporchi, colpevoli di crimini verso l’umanità. Ci si sente come ad aver intascato una mazzetta da un imprenditore. Ci si sente dei traditori. Questo film riesce perfettamente a rinnovare una mancanza di fiducia in una generazione di politici ingranaggio di un sistema più grande. La politica nel film è solo l’appendice di un intero movimento che non disdegna la delinquenza, ma che la pratica come stile di vita alle spalle di coloro che invece ancora credono in un mondo migliore. L’umore è nero fuori dalla sala perché finisce la speranza. VOTO: 8.5



ALBUM: Hurry up, We're Dreaming (2011)
E dopo il film contenente una loro colonna sonora, mi sembrava doveroso rece impressionare il loro ultimo (ma comunque stranamente datato) lavoro. Hurry up, We Are Dreaming è un doppio album composto da ben ventidue brani, e ciò potrebbe essere tradotto con la noia, ma non è affatto così. Le sonorità puramente elettroniche vengono spesso abilmente smorzate con accenni indie, alternative e soprattutto pop. L’eterogeneità, unita all’integrità di intenti e atmosfere ricercate, riesce a produrre qualcosa di meravigliosamente armonizzato. Non si tratta di un capolavoro che resterà negli annali, ma di un ottimo prodotto imperdibile per gli amanti del genere. I singoli estratti,e non solo quelli, trascinano l’album e lo rendono facilmente fruibile da chiunque.
Un appunto particolare per Outro, singolo di cui ho parlato già nella recensione di Suburra. Descrivere la musica è difficile, ma le emozioni che questo brano riesce a produrre sono uniche. Il crescendo di epicità, il testo minimale e le tonalità che toccano l’anima. Semplicemente la perfezione.
Commovente Raconte-moi une histoireVOTO: 8.5



ALBUM: Britalian (2014)

E dopo gli Osc2x torniamo a parlare dei grandi esclusi dell’ultima edizione di X Factor. Stavolta è il turno dei Van Houtens, duo pop punk italo britannico. Anche loro, a mio parere, avrebbero meritato un posto ai live del programma per qualità indiscutibili e componente di novità. Avevano anche raggiunto una discreta fama e un moderato consenso di pubblico alle audizioni con l’esilarante John Frog, ma tutto è andato in fumo per un atteggiamento un po’ spocchioso del duo che ha indispettito oltremodo il pubblico. Ma Fedez è giudice e la folla sceglie sempre Barabba; io c’avrei riflettuto meglio prima di non farli accomodare sulle sedie. Dopo tutte queste belle parole mi ritrovo però a dover parlare male del duo modenese: Britalian, EP uscito appena un anno fa, non riesce a mostrare le doti del duo e crolla subito al pari di un castello di sabbia in tempeste. I brani sono troppo differenti per sembrare frutto delle stesse menti. Alcuni momenti paiono proprio scadenti a livello musicale e in alcuni pezzi del punk tanto sbandierato neanche l’ombra. Non il modo giusto per farsi conoscere, ma le indubbie qualità rimangono. Speriamo di risentirli presto. VOTO: 5

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