domenica 23 agosto 2015

RECENSIONI DELLA SETTIMANA 17-23 AGOSTO


FILM: Gremlins (1984)
Classico del cinema per ragazzi (?). L’ormai trentunenne, figlio della collaborazione tra Spielberg, Dante e Columbus, riesce ancora oggi ad intrattenere e a divertire nonostante qualche scena forte che al giorno d’oggi non sarebbe esattamente ben accetta nelle case moderne. La storia la conoscono tutti, le tre regole da non infrangere per far sì che i dolcissimi mogwai in violenti e ripugnanti gremlins. Ciò che stupisce di questa pellicola sono probabilmente gli stessi animaletti protagonisti che, sia nella loro versione buona che in quella malvagia, sono animati in maniera fantastica, realistica e decisamente più credibile dei vari animali creati in computergrafica negli ultimi anni.
Le interpretazioni dei protagonisti, forse sostenute malamente dal doppiaggio di bassa lega, non riescono a sostenere il peso di una sceneggiatura fantasiosa e assai creativa. Un pezzo di storia di un sottogenere evolutosi male che probabilmente viene mitizzato ancora oggi per mancanza di alternative e soprattutto di degni eredi piuttosto che per meriti propri. VOTO: 7.5


FILM: The Hurt Locker (2008)
Sulla scia di Fury mi sono avvicinato nuovamente al genere di guerra alla ricerca di altri lavori interessanti, politicamente impegnati  e schierati. La mia attenzione si è quindi concentrata sui nuovi classici tra cui spicca indubbiamente The Hurt Locker, film diretto dall’ex moglie di James Cameron, Khatryn Bigelow. Il film trionfò agli Oscar 2010 riuscendo a portare a casa ben sei statuette, tra cui miglior film e miglior regia. Probabilmente una singola visione non giustifica critiche profonde al prodotto, ma mi trova in disaccordo con l’Academy: il film cerca il realismo a partire dalle riprese a mano e dalle inquadrature vicine ad un mockumentary, ma annoia, si ripete troppo spesso e non riesce mai a mantenere un livello d’intrattenimento costante. Le scene mediamente adrenaliniche legate alle operazioni della squadra di artificieri si alternano a momenti morti che indagano le vite private dei tre protagonisti, senza però far percepire allo spettatore un senso di proseguimento. E la trama dov’è? Solo il finale riesce a ricollegare alcuni momenti isolati e fino a quel momento inutili dell’intreccio e a dar loro un senso compiuto. Interessante e drammatico il messaggio finale che si lega direttamente alla tagline del film “La guerra è come una droga, crea dipendenza”. Molto bravo invece Renner che, a mio avviso, nasconde abilmente doti attoriali dietro ruoli minori e film d’azione alla Statham in cui la recitazione è uno dei fattori meno considerati. VOTO: 7.5


FILM: Gran Torino (2009)
Clint Eastwood ha l’abilità (probabilmente economica) di attorniarsi di artisti di primissimo livello. Solo lui e pochi altri al mondo possono permettersi una fotografia così curata, nitida e luminoso, un sonoro così pulito, una regia così rigorosa e mai eccessiva. Al vecchio Clint non rimane quindi che farsi condizionare da ciò che legge e vede nei momenti di pausa della sua floridissima carriera cinematografica e unire a queste idee il tema bellico. Perché se c’è Eastwood la guerra c’entra sempre. Questa volta un cinico reduce della guerra in Corea, repubblicano, conservatore e razzista, si troverà a fare i conti con il nuovo vicinato proveniente dall’est. I temi trattati non sono freschissimi e l’intera costruzione pone le fondamenta sull’interpretazione più che convincente del pupillo di Leone. Ciò che stona è la virata graduale verso il buonismo e il finale “in fondo a tutti c’è del buono”. Per il resto sviluppo perfetto della trama e finale riflessivo e appassionante. VOTO: 8.5


FILM: Un Matrimonio da Favola (2014)
Ogni tanto mi capita di guardarle, queste accozzaglie senza capo né coda. Ogni tanto mi capita perché in compagnia non si sa mai cosa vedere e questi mezzi film italiani promettono risate a poco prezzo, inteso come attenzione. Questa volta un gruppo di attori sopravvalutati e fastidiosi si trova a Zurigo per un matrimonio. La location è nuova, le dinamiche e la qualità purtroppo no. Quello che tradisce il marito con quella ma poi lo scopre ma anche la moglie lo tradiva con l’altro che aveva conosciuto il primo ad inizio film che è sposato con una che è innamorata di uno che in realtà è gay che finge di stare con una che… senza punteggiatura, perché questo film non ha una punteggiatura. Solito problema, solita mediocrità. Leggermente meglio di Pio e Amedeo. VOTO: 3.5 

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