giovedì 6 agosto 2015

NBT: WHAT WE DO IN THE SHADOWS

Un documentario è un film che presenta degli elementi stilistici particolari che sono immediatamente riconoscibili dal pubblico. Quando si inseriscono questi elementi in un film comico volendo andare a creare un finto documentario si ottiene un mockumentary. Ora, il mockumentary quando è di qualità è un genere che personalmente apprezzo moltissimo. Per farvi capire meglio di che tipo di film sto parlando vi porto 3 esempi.
Prendi i soldi e scappa (1969): uno dei film più conosciuti ed apprezzati del grande Woody Allen. Con lo stile di un documentario il film racconta le disavventure di un inetto criminale.
This is Spinal Tap (1984): un rockumentary che documenta il tour americano della band fittizia Spinal Tap. Caposaldo del genere. 11/10.
Borat - Studio culturale sull'America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan (2006): un giornalista kazako viaggia negli Stati Uniti e documenta gli usi e i costumi americani. Film geniale e dissacrante.
Se avete visto almeno uno dei tre film sopracitati avete capito cosa intendo per mockumentary.


Come avrete intuito il film che vi presento oggi è proprio un mockumentary e a dirla tutta è uno dei migliori che abbia mai visto. “What We Do in the Shadows” è un film del 2014 scritto e diretto da Taika Waititi e Jemaine Clement. Il film ci fa osservare da vicino la vita quotidiana di quattro vampiri ultracentenari che convivono in un appartamento a Wellington in Nuova Zelanda (ma dov’è la vecchia Zelanda ve lo siete mai chiesto? La risposta è alla fine dell’articolo).  Per un vampiro l’ideale sarebbe vivere in solitudine in un antico maniero dal fascino gotico magari provvisto di guglie e torrioni, decorato da enormi vetrate e raccapriccianti gargoyle, pieno di segreti e scricchiolii e provvisto di dipinti inquietanti e ragnatele grandi come arazzi. Certo un castello di tal guisa sarebbe perfetto ma con i tempi che corrono bisogna sapersi accontentare e i quattro vampiri protagonisti del nostro film devono adattarsi ed imparare a convivere in armonia in un piccolo appartamento.  Il film ci mostra gli inconvenienti che i vampiri devono affrontare ogni giorno (pardon, ogni notte) e le difficoltà che incontrano nella convivenza tra coinquilini (ad esempio i litigi per lavare i piatti o per mettere i fogli di giornale per terra prima di mordere le vittime).


I quattro coinquilini sono: Viago (Taika Waititi) un dandy del diciassettesimo secolo, Vladislav (Jemaine Clement) un vampiro medioevale, Deacon (Jonny Brugh) un vampiro giovane ed esuberante che è stato morso solo un paio di secoli fa e Petyr (Ben Fransham) un vampiro di 8000 anni che ricorda nell’aspetto fisico Nosferatu  il protagonista del celebre film muto “Nosferatu, eine Symphonie des Grauens” (1922). Quando Petyr morde al collo il giovane umano Nick (Cori Gonzalez-Macuer) questi, diventato vampiro, rischia di mettere a repentaglio il fragile equilibrio del gruppo intromettendosi negli affari dei quattro assieme al suo amico umano Stu.


C’è molta improvvisazione in “What We Do in the Shadows”, infatti il regista/sceneggiatore/attore Jemaine Clement (che è il sosia perfetto di Benicio Del Toro) ha dichiarato che la maggior parte dei dialoghi del film sono stati improvvisati al momento. Inoltre Stu (il tecnico informatico) è stato interpretato non da un attore bensì da un tecnico informatico di nome Stu, che essenzialmente ha dovuto impersonare sé stesso, senza neppure sapere che il suo personaggio sarebbe stato fondamentale nel finale del film.
Il film però centra il bersaglio. Sa divertire ed i tempi comici sono azzeccati in ogni scena. La comicità del film mi ha ricordato per certi versi gli sketch dei Monty Python. Le commedie degne di nota negli ultimi anni purtroppo sono state rare quindi film come questo sono un vero sollievo. Complimenti a questi ragazzi che ci hanno confezionato un mockumentary a regola d’arte, divertente ed inconsueto. Mi hanno fatto venire voglia di vedere un serie tv spin off di questo film in cui le gag classiche delle sit-com “da appartamento” vengano riviste in chiave vampiresca. Chissà forse in futuro mi accontenteranno.
La Zelanda  è una provincia dei Paesi Bassi (io l’ho scoperto oggi).
Antonio Margheriti

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