Alla puntata più immanente segue quella più
trascendentale. L’intento speculativo e cosmologico della serie, che propone di
sciogliere i dubbi più profondi, che attanagliano gli appassionati da
venticinque anni, si mescola in modo inimitabile con l’essenza astratta dello
spirito di Lynch. La tela bianca assegnatali da Showtime diventa lo spazio
della mente in cui ogni immagine può ambire a toccare le coscienze degli
spettatori. E la sostanza si arricchisce di una forma onirica sublime che tende
a coinvolgere fin dai sensi, per risalire i nervi e ricreare l’immagine di una
creazione. In questa puntata Lynch è anche creatore, perché con la sua fantasia
produce il fondamento creazionista dell’opera, andando a fornire un sostrato
molto più che plausibile per le origini del mito. Ciò che colpisce maggiormente
sono le modalità d’espressione in un contesto che non era abituato a cotanta
innovazione, ma che andava stabilizzandosi da tempo su compromessi stabili e duraturi tra cinema e televisione. Ma Lynch, che nasce pittore e non morirà
regista, riversa la sua visione dell’arte nel mezzo del popolo, per tirarne
fuori la perla dell’eccezionalità.
Estrapolare un contesto televisivo classico da questo
episodio, andando a ridurre l’essenza alla ricerca di spunti narrativi, è
davvero un’operazione innaturale, perché l’esperienza di “Part 8” andrebbe
vissuta in prima persona, ma, per una coerenza con gli intenti della nostra
serie di commenti, andiamo ad analizzare cosa è possibile dedurre da questo
delirio metafisico.
L’episodio si apre con l’omicidio di Mr. C per mano del
suo sottoposto Ray. Ma un omicidio nel caso di entità sovrannaturali del
calibro di Bob non può certamente rientrare in categorie di pensiero comuni, e
infatti, nell’istante successivo all’esplosione dei due proiettili, Ray vede un
gruppo di uomini truccati di nero avvicinarsi al corpo del morente Cooper. Si
tratta degli stessi individui che avevamo visto nel commissariato di Buckhorne
nel primo episodio, e poi nel sesto e nel settimo, sempre in circostanze legate
all’omicidio di Ruth Davenport. Possiamo dedurre alcuni caratteri di questi
esseri: evidentemente appartengono alla schiera delle entità della loggia, ma
essi riescono misteriosamente a vagare nel mondo reale mantenendo il loro
corpo, anche se non è chiaro se gli umani possano in qualche modo vederli. Nel caso
del primo episodio appare evidente che il preside di Davenport non fosse in
grado di vedere l’uomo nella cella adiacente alla sua; nel caso di Ray, invece,
egli intravede l’azione di questi spiriti sul corpo di Cooper. Ma in cosa è
consistito la loro azione? Per un attimo vediamo che una sfera raffigurante il
volto di Bob viene allontanata dal corpo di Cooper, mentre altri spiriti sembrano
dilaniare il corpo mortale. Bob sorride, soddisfatto, compiaciuto e sicuro di
ciò che sta accadendo, per cui non metterei in dubbio il legame tra le entità. Successivamente
il corpo di Cooper si risveglia, senza confermare la presenza di Bob al suo
interno. Io credo che gli spiriti truccati di nero siano intervenuti a salvare
l’anima di Bob dalla morte - o dal ritorno forzato nella loggia nera, in caso
di morte del corpo - espellendolo dalle spoglie umane e accelerando il decesso
di Coop. Per poi reintrodurre Bob in un corpo che ha subito i danni degli spari
solo nel momento in cui non era presente il simbionte, salvaguardando così l’incolumità
dell’entità e garantendogli la sopravvivenza. Non c’è dubbio che questi spiriti
siano una componente attiva della loggia nera sul mondo reale, come viene anche
dimostrato nel prosieguo della puntata, e che abbiano la funzione di indirizzare
alcuni eventi in modo che questi accadano secondo un ordine prestabilito. Bob
non doveva perire in quel modo, e il loro intervento ha sventato la minaccia.
Questo evento si pone solo come prologo del fulcro della
puntata, ossia un viaggio onirico alla scoperta della nascita di Bob. L’azione
si sposta in New Mexico, nel 1945, durante uno dei primi test nucleari. Nel fungo
atomico sembrerebbe delinearsi il volto di Bob,che ha quindi in questo evento
specifico la sia genesi primaria. Mentre la scena della pompa di benzina sembra
invece voler lasciar intendere la creazione del corpo degli spiriti truccati di
nero dietro le finestre opache della struttura. Una duplice e contemporanea
nascita.
Vediamo poi un essere somigliante sia alla donna senza
occhi del terzo episodio, sia all’efferato omicida della scatola di vetro,
vomitare un fiume di garmonbozia in uno spazio privo di gravità, e all’interno della sostanza la
telecamera ci mostra una sfera con il volto di Bob, un uovo e la creazione di
un oggetto dorato, che richiama da vicino gli anelli e la sfera usata da Bob -
o chi per lui - per ricreare l’anima di Dougie Jones.
Veniamo quindi condotti nuovamente nel mare viola del terzo
episodio, ma stavolta in una struttura soprelevata, che richiama solo per
alcuni particolari quella in cui era finito Coop nella sua rimaterializzazione.
Gli unici due personaggi che vengono mostrati sono il gigante e una donna,
riconosciuta nei titolo di coda come senorita Dido. Qui, in un’atmosfera
fortemente evocativa e autocitazionista, una campana suona sola, come fosse un
allarme che muove i due personaggi, i quali si spostano in un’altra stanza dell’edificio.
In essa è presente uno schermo che mostra loro sostanzialmente gli stessi
eventi mostratici in precedenza: la genesi di Bob e la produzione degli uomini
truccati di nero. Il gigante quindi si solleva dal suolo e produce con la mente
una sfera dorata raffigurante il più famoso sorriso di Laura Palmer. La donna
poi bacia la sfera in segno di speranza e la invia sulla terra.
Undici anni più tardi, nel 1956, nello stesso luogo dell’esplosione
atomica, un uovo si schiude lasciando fuoriuscire un essere a metà tra una rana
e un insetto alato. Una ragazza adolescente si scambia un bacio di congedo con
un ragazzo e rientra in casa. Intanto alcuni uomini truccati di nero si
aggirano per le strade buie del New Mexico, alla ricerca di un accendino. Uno di
loro entra in una stazione radiofonica, uccide un uomo e una donna e comincia a
ripetere senza sosta una serie di frasi all’apparenza sconnesse:
Questa è l’acqua e questo è il pozzo
Bevi fino in fondo e calati
Il cavallo è come il bianco degli occhi e oscuro al’interno
Queste parole fanno cadere la ragazza di prima in un
sonno profondo e l’essere uscito dall’uovo, dopo essersi intrufolato dalla
finestra nella camera della ragazza, può approfittarne per entrare nell’adolescente
attraverso la bocca.
Facciamo ordine. La genesi appare chiara, ma è ciò che
succede contemporaneamente ad essa a destare un certo interesse. Nello specifico
la scena nella struttura sul mare viola, che a questo punto potrebbe
rappresentare la celebre loggia bianca, che aspettiamo invano da ventisette
anni. Il gigante infatti, personaggio
chiave tra le entità della loggia, esiste ancor prima della venuta di Bob e
agisce quasi a voler contrastare l’operato futuro dello spirito maligno. La sua
creazione della sfera di Laura sembra essere la risposta alla venuta di Bob. Ma
cosa potrebbe essere la sfera di Laura? Per comprendere il senso dell’analisi
di questo elemento, dobbiamo definire la possibilità che tutta la serie sia
stata governata dalla predestinazione. Partiamo dal prequel, FWWM. In una scena
famosa, Laura ha una visione in cui Annie Blackburne, ferita e provata, le
appare per chiederle di scrivere nel suo diario che il vero Coop è rimasto
rinchiuso nella loggia nera, evento che si verificherà solamente nel finale
della seconda stagione. Tutti gli eventi che vanno dal prequel al finale, e
quindi presumibilmente anche ciò che è avvenuto successivamente, seppur non trasposto in
pellicola, potrebbero essere stati predeterminati da un gioco di entità. La sfera
di Laura potrebbe quindi essere il microcosmo all’interno del quale è riassunta
l’essenza dei predicati che Laura potrà esprimere nel corso della sua
esistenza. Uno specchio parziale dell’universo dal punto di vista della
ragazza, che quindi comprende anche tutte le persone che sono entrate in
contatto con la sua sfera personale. Un percorso già definito in partenza,
quindi, oppure no? Perché dall’altra parte, i neonati esseri della loggia nera
hanno a loro volta preparato il terreno per le future azioni di Bob. Per provare
ciò, dobbiamo accettare che la ragazza del 1956 sia Sarah Palmer, la quale
potrebbe perfettamente inserirsi nel personaggio dal punto di vista
cronologico. Ricordiamo quindi che Sarah era, e probabilmente lo è tuttora, una
delle poche persone in grado di vedere lo spirito di Bob nella realtà. Lo stesso
era in grado di fare Laura, prima della morte. Avevamo sottovalutato quest’aspetto,
riconoscendo al personaggio di Sarah solamente una particolare sensibilità agli
eventi della loggia, ma a questo punto dobbiamo presumere che sia entrata in
contatto precedentemente con le entità maligne, le quali, attraverso l’essere
uscito dall’uovo, hanno probabilmente condizionato l’esistenza di Sarah perché conoscesse
Leland, perché partorisse Laura. Tutto ciò si traduce in una doppia
predestinazione, che si annulla in un contesto sempre più
simile ad una partita a scacchi tra entità della loggia bianca e della loggia nera.
Siamo solo pedine inermi, destinate ad assistere allo scontro nel quale siamo
coinvolti.
Il gigante, che dimora in un luogo dotato di un allarme,
sembrerebbe quindi essere un guardiano della rettitudine nel mondo reale, ed è
costretto ad intervenire proprio quando forze maligne minacciano l’incolumità
del libero arbitrio umano. Egli quindi si serve di Cooper, durante la serie
originale, fornendogli indizi da decifrare per rovesciare la situazione a
favore della loggia bianca. Ma proprio quando Coop sembrava essere vicino alla
verità, ecco che la sua posizione viene assunta da una delle entità maggiori
della loggia nera. Possiamo parlare di Bob come uno degli spiriti cardini della
loggia nera, ma a questo punto anche lui rientra nel piano riguardante l’uovo e
l’oro, tutti elementi contenuti nella garmonbozia vomitata dall’essere senza
occhi, che potrebbe risultare anche superiore, per grado, allo stesso Bob.
Gli uomini truccati di nero sono invece il braccio armato
della loggia nera, perché - e ormai ne abbiamo la certezza - possono
presentarsi nel mondo reale anche con una tangibilità fisica naturale.
E il quadro metafisico s’infittisce e si adombra, s’incupisce
e ci meraviglia. Nella miglior ora di televisione dell’anno.
Piccole note a margine:
- il fungo atomico raffigurato dietro Gordon nel settimo
episodio non fa che rincarare la dose, sia dal punto di vista del personaggio,
che da quello del regista. L’FBI sa molto più di quanto non dia a vedere. Rosa
blu.
- il bianco e nero della puntata richiama quello della prima sequenza del primo episodio, in cui il gigante svela a Cooper i tre nuovi indizi. Che si possa trattare della loggia bianca anche nel caso della prima puntata?
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