lunedì 8 maggio 2017

BACKTRACK - TRENI E FANTASMI

Sulla scia di un genere horror d’impianto thriller improntato sui jumpscare poco inaspettati, il film del 2015, diretto da Michael Petroni e inedito in Italia fino a poche settimane fa, tenta di proporre una narrazione classica ma avvincente, che strizza l’occhio ai romanzi di King e all’esperienza videoludica di Alan Wake.


Le lacune a livello di budget risultano evidenti eccome in un film che punta eccessivamente sull’utilizzo di una computer grafica ormai obsoleta e che mal si amalgama col resto della scenografia, ma la presenza di un attore del calibro di Adrien Brody salva in parte l’immagine di una pellicola decisamente minore. Il pianista del capolavoro di Polanski riesce infatti a calamitare su di sé tutte le attenzioni, pur non spiccando come in altri ruoli, complice anche una caratterizzazione claudicante del personaggio, specialmente in relazione al passato recente e al rapporto con la moglie. Per certi versi abbozzata, la figura dello psicologo frastagliato tiene però in piedi due filoni narrativi legati ai traumi del protagonista che aprono le porte ad una trama non originale, ma decisamente coinvolgente: uno psicologo vive una profonda crisi dopo l’accidentale scomparsa della figlia e sceglie di rifugiarsi nel lavoro, quando scopre che tra i suoi pazienti si nascondono gli spiriti di alcune persone scomparse anni prima in circostanze misteriose.


I punti di forza di una pellicola così basica sono essenzialmente due: l’atmosfera claustrofobica in spazi aperti che si respira nelle vie della più classica città del Maine e l’intreccio che, a dispetto delle aspettative nei confronti di un horror senza pretese, stupisce per la gestione intelligente di una crisi di memoria. L’intera pellicola si fonda su un singolo momento vissuto e rivissuto dal protagonista nel dramma della rimozione traumatica, alla ricerca della verità e dell’espiazione.


Questo potrebbe però non bastare a salvare l’intero progetto, segnato sciaguratamente da decine di errori minori e da una sceneggiatura che non tiene conto dei dettagli e dei personaggi secodari. Sembra infatti mancare una tridimensionalità dei fondali di False Creek e dei suoi abitanti, che non riescono mai davvero a sembrare calati nella loro quotidiana dimensione e restano quindi appesi ad una trama per loro inconcludente sul finire dell’opera. A questi fastidiosi difetti si aggiunge la scelta infelice di trasformare un buon thriller in un horror innaturale, forzato, quasi che le scene classiche degli spettri che terrorizzano protagonista e spettatori fossero state aggiunte solo successivamente, a lavoro di girato terminato e non all'altezza delle aspettative della produzione. Non colpiscono come dovrebbero e talvolta infastidiscono per l’estraneità dalla narrazione. Un Backtrack senza aggiunte horror e con un’attenzione maggiore al realismo della caratterizzazione dei personaggi secondari sarebbe potuto diventare un piccolo cult di serie C, ma così non è stato. Resta un film godibile, un intrattenimento inaspettatamente riuscito, nel suo piccolo coerente con le premesse. Una pellicola consigliata per passare una serata si sana suspance, senza pretese eccessive e con la voglia di arrivare in fondo ad un caso dall’impianto giallo.

Backtrack è in programmazione su Sky Cinema e, se disponete del servizio, potete trovarlo anche su ondemand. Buona visione tensione.

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