mercoledì 22 novembre 2017

JUSTICE LEAGUE - PER ANDARE DOVE DOBBIAMO ANDARE

Prima della sciagurata morte della figlia, Zack Snyder era il padre del progetto DC extended universe. Tre regie su cinque film, produttore e produttore esecutivo nei rimanenti due. La Warner aveva deciso di affidare nelle mani dell’eccentrico regista il futuro di un progetto nato all’ombra della coloratissima Marvel e Snyder si era dimostrato coerente con il suo percorso artistico: alcuni pregi, molti difetti, un’enorme spavalderia stilistica. Batman V Superman è stato il punto più basso raggiunto dal progetto fino alla scorsa settimana. Andai a vederlo al cinema e mi ritrovai di fronte al film più (involontariamente) comico dell’anno, lo aggiunsi alla flop del 2016 e, per rispondere ad un bisogno masochista, decisi di acquistare l’Ultimate Edition per verificare con mano la bontà della director’s cut da 182 minuti. Alcuni approfondimenti vitali non bastarono però a rivoltare un giudizio negativo, quanto più a mitigarlo e a far emergere il coraggio di alcune scelte. Indubbiamente il progetto DCEU aveva sposato una linea stilistica più matura, più complessa e carica di metafore a riempire una narrazione altalenante. Una linea sbagliata, inadatta, migliorabile, ma differente. C’è una sottile differenza tra la correzione e l’adattamento, e sta nell’originalità della proposta.


Il tragico dramma familiare di Zack Snyder ha allontanato per la prima volta il regista inglese dagli studi losangelini della Warner e ciò ha permesso ai responsabili del progetto di mettere in atto la mossa che probabilmente avevano in mente da tempo, ossia chiamare un caposaldo della concorrenza per competere sullo stesso piano del MCU. La scelta è ricaduta sul rinnegato Joss Whedon, famoso per aver mantenuto la giusta medietas nella trasposizione cinematografica dei più famosi Vendicatori. Il passaggio di testimone da Snyder a Whedon è quantomai visibile nella tendenza ad andare verso un’altra proposta d’intrattenimento.


Justice League si appiattisce attraverso uno sviluppo povero e ingiustificato. Fallisce nella creazione di un nuovo standard di competitor e inciampa ripetute volte nella corsa all’oro che la Marvel non ha la minima intenzione di condividere. La competizione sul modello che porta ormai la firma di Feige e Stan Lee è un suicidio dichiarato, lo zoppo che sfida il velocista. La gestazione confusa e un ambiente diffidente (con Ben Affleck sempre sul punto di abbandonare il ruolo di Batman) non hanno certo contribuito a sorreggere il peso di un nome pesante e il risultato è stato un miscuglio di già visto, poco originale, mal calibrato e superficiale, condito con una buona dose di computer grafica scadente. Il vero problema di Justice League è la mancanza assoluta di qualcosa di nuovo e se ad un cinecomic moderno sottraiamo la suspance, lo stupore e la novità, resta la noia, la morte dell’intrattenimento.



La Warner Bros è sempre un passo dietro la Marvel, perché è effettivamente arrivata dopo in questo specifico settore e non ha saputo fare tesoro dei successi targati Nolan. Noi siamo fruitori di un mercato che tende a convergere verso uno standard ormai superato anni fa. Avengers aveva riempito un desiderio latente, ma già con Avengers: age of Ultron qualcosa dello standard corale aveva iniziato a mancare il bersaglio. I Guardiani della Galassia ancora resistono perché non si tratta di supereroi, ma di personaggi sui generis coinvolti in meravigliose avventure intergalattiche; un modello molto più vicino a Star Wars che alla Marvel. La figura dell’uomo che scopre di avere dei poteri e combatte minacce sempre più temibili in una tutina attillata ha fatto il suo corso. Il MCU va avanti per l’inerzia emotiva che ha saputo inculcare nelle menti degli spettatori, gli X-Men stanno perdendo la loro carica sociale, la DC ha scelta di non battere nuovi territori per tornare alla via amica/nemica.


Thor: Ragnarok vira verso un preponderante umorismo basso alla cinepanettone spaziale. La Justice League di Whedon insegue il fantasma sepolto degli Avengers di Whedon. Non è nient’altro che un triste livellamento verso il basso di un intrattenimento che sta esaurendo il suo potenziale. Non resta che ammetterlo e smetterla di mentirsi: i film con i supereroi non sono più adatti a me

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