Avrei voluto chiamare quest’articolo “Le cose di
Giovanotti”, ma per questioni di marketing immagino sia più facile localizzarlo
con il titolo che vedete quassù. Ma facciamo un passo indietro.
Come tutti i giovincelli della mia generazione, anch’io
sono cresciuto con Jovanotti, e quando cresci con un autore non puoi fare a
meno di amarlo. È quando smetti di cambiare che la vita appassisce. E per certi
versi così è stato anche per quanto riguarda il mio rapporto con Lorenfo.
Adorato negli anni ’90, apprezzato nei primi 2000 e osannato con “Ora”, che
tuttora reputo il suo album migliore. Andai anche a vederlo quel tour: tre ore
di vitalità. Poi sono cresciuto e ho smesso di cambiare poi tanto. Mi sono
adagiato e ho cominciato ad apprezzare sempre meno i cambiamenti di un’artista
che non ha mai perso la voglia di muoversi. È così: quando la persona si
stabilizza, i gusti lo fanno di conseguenza, e, di conseguenza, chi non si è
stabilizzato con noi smette di rientrare perennemente nel nostro immaginario, e
magari torna di tanto in tanto per fare qualche capatina, in memoria dei vecchi
tempi. In riferimento a ciò, qualche giorno fa mi è capitato di ascoltare in
radio, dirigendomi celere all’università, l’ultimo singolo di Jovanotti “E non hai visto ancora niente”. La canzone m’è parsa abbastanza vuota, “Sullo stesso
BPM”, valida unicamente per l’”Eppure, eppure, eppure” che segue un ritmo
elettronico sincopato abbastanza coinvolgente. Ma nulla più. Ciò che invece mi è rimasto
in mente sul momento è stata l’accozzaglia di cose che vengono citate nel
classico testo ad elenco delle canzoni di Jovanotti meno impegnate. Cioè tutte
tranne un paio. Vabbè facciamo una. E mi sono detto: “Chissà che video ne è
uscito fuori da quest’insalata mista che qualcuno vorrebbe chiamare poesia”. E
poi ho visto il video.
Ecco le “cose” di Jovanotti, o meglio quelle cose
bizzarre e grottesche che compaiono randomicamente e senza addurre motivazioni
plausibili nel video di “E non hai visto ancora niente”:
- quel tizio credo di averlo visto in The Cleveland Show…
- e fa le mosse;
- il papà di Clark Kent si denuda;
- Jovanotti cita palesemente la seconda stagione di True
Detective. We get the world we deserve. Buongustaio;
- ma che l’ha girato Zack Snyder sto video?
- Michelle Obama, tacchi e unghie curate, alza circa il
mio peso. Me la ricordavo diversa;
- Nicki Minaj gioca con un nastrino…
- Ah no, è Laverne di Scrubs. Rirediviva e felice;
- i prossimi concorrenti di “Ciao Darwin!”, tatuaggi
contro piercing, giocano con la corda, e con una bambina. Aiutatela;
- Jovanotti guida Ramon di Cars;
- Jovanotti si strappa manco fosse Allegri;
- Kim Kardashian tenta un rallentato twerking su un mezzo
improprio. Denunciata;
- qua ognuno balla come gli pare;
- “No mercy” mi ricorda il Wrestling violento di quando
ci credevamo. Nutro speranze…
- speranze defunte; i nani fanno sumo. O Curling. Sono confuso;
- il papà di Clark Kent è in realtà Martha, la mamma di
Superman. E di Batman;
- e qua cose. Dire, fare, baciare, illuminarsi d’immenso;
- Nadine di Twin Peaks ha recuperato l’occhio. Ed è anche
invecchiata pochio in ventisei anni. VENTISEI! (Lynch torna!);
- Biancaneve nera. Ho fatto un ossimoro;
- Mucha Lucha wins;
- una signorina col trucco sbagliato tenta di stabilire
il record di lunghezza della gomma da masticare;
- Jovanotti alla ultimo dei Mohicani lascia intendere che
questo sarà il suo ultimo album. O almeno il suo ultimo video confuso?
- niente, era Oscar Giannino.
E poi ci sarebbe il testo, ma non voglio esagerare.
Carina la citazione a Blade Runner, ma cosa ci fa Babbo Natale ubriaco di rum
in un villaggio tropicale? E cosa sono gli alberi da concerto?
E se questo è ancora niente, comincio a temere il resto.
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