L’ultima festa era il cuore di Cosmo finora. Un momento
d’estasi in cui tutti erano protagonisti, tutti sul palco a saltare senza
sosta. Ma quella festa non era l’ultima, anzi, proprio su quel modello nasce e
si sviluppa Cosmotronic, che è sì una festa, ma assolutamente diversa rispetto
al passato. Cosmotronic nasce dall’esperienza dell’Ivreatronic, festival di
musica elettronica organizzato dallo stesso Cosmo nella sua città natale. Uno
spazio di libertà in cui far rivivere un sound passato e mai vecchio.
Il doppio album nasconde un doppio target d’ascolto, che
non necessariamente va a pescare da due contesti differenti, ma può benissimo
trattarsi degli stessi individui presi in momenti diversi della giornata, o
addirittura della stessa “festa”. Nella scrittura, Cosmo si allontana da
Battisti e dal cantautorato italiano classico, specialmente per i temi toccate
nei suoi testi. Se L’ultima festa si basava principalmente su un forte
sentimento di nostalgia che guardava al passato e su una certa critica sociale che
non può fare a meno di puntare al futuro, Cosmotronic non è “nient’altro che
questo, sempre questo”. È un lavoro che parla di presente.
Non è il vomito sul passato
Rinnegato
Dimenticato
Piuttosto è che 2018, 19, 20…
Non è un caso che il brano più sentimentale, più
attaccato alla radici anche storiche dell’autore - Sei la mia città - sia stato
pubblicato come primo singolo ormai nel maggio dello scorso anno; e che appaia
quasi come un corpo estraneo all’interno dell’ultimo album. Il presente di
Cosmo è quel meraviglioso istante in cui non c’è nient’altro che la musica, il
ritmo primordiale, il sentimento, il movimento, e tutto il resto non conta più
nulla. Cosmotronic si presenta quindi come un album da ballare senza pause, ad
occhi chiusi, sentendo il contatto con la terra e con i corpi che ci stanno
attorno.
Ho voglia di ballare, solo di ballare
Con l’intento di abbandonare ogni pretesa di verità
assoluta resta la realtà che si dà appieno e nella quale viviamo senza esitazione
le nostre emozioni. Passato e futuro sono l’eco e l’ombra di questo istante
senza freni. Così facendo, Cosmo riporta alla luce una musica italiana frivola,
fine a se stessa ed estremamente divertente, da Turbo - nella quale lo stesso
autore ride con noi - a Tristan Zarra, manifesto della semplice elettronica
italiana. Con il lato B poi l’autore rincara la dose entrando nell’elettronica
più pura, alla ricerca di “una hit senza il ritornello”.
Cosmotronic è musica di qualità con premesse ideali spicciole.
Avanti anni luce rispetto alla media del panorama indie italiano, Cosmo ha
saputo ritagliarsi il suo spazio nel suo genere, portando avanti un’idea
musicale e maturando lavoro dopo lavoro. Il terzo album è un salto nel buio del
gradimento di un pubblico mediocre e contemporaneamente un passo verso la
definitiva consacrazione. Cosmotronic per ballare, divertirsi e cancellare la
paura, per perdersi.
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